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no star rating because my relationship to this book feels too complicated to warrant a rating
emotional
reflective
sad
slow-paced
“Ai tempi dell'università detestavo Schopenhauer, nel corso della vita, invece, mi sono resa conto che ha ragione quando sostiene che ogni legame sentimentale rappresenta una potenziale aggressione, da quante più persone ci lasciamo avvicinare tanto più numerosi sono i canali attraverso cui il pericolo può colpirci”.
Credo che tutto questo romanzo possa racchiudersi qui, in questa frase. Si tratta di un nocciolo di verità che la Szabò sembra estrarre a fatica, con un dolore quasi fisico, perché verità simili si possono esternare solo scavando nella propria carne. E “La porta” è un romanzo fatto di scavi e dolorose scoperte, di porte chiuse e vite che, lentamente, si avvicinano e si aprono l'una all'altra, svelando segreti che forse tanto segreti non sono, svelando sentimenti, aprendo ferite.
Questo è un romanzo sull'incredibile difficoltà di comunicare, difficoltà che si acuisce forse di più nel momento in cui due persone si amano di un amore così potente e irrazionale, puro e immotivato, quando ogni gesto di avvicinamento è in realtà un obbligare l'altro ad esporsi ed aprirsi, a schiudere porte (fisiche e spirituali) che creano fessure attraverso cui l'esterno potrebbe contaminare e distruggere l'intimità così gelosamente custodita.
Emerenc è un personaggio straordinario, dotato di una forza incredibile e di una capacità di ammaliare e respingere al contempo, una donna che raramente si trova in letteratura. E' un personaggio surreale, certo, ma mai, nemmeno per un istante, ho pensato che alla Szabò interessasse costruire una storia realistica e verosimile. Non credo sia mai esistita una Emerenc, con la sua lealtà così contorta, con i suoi rituali e il suo codice di comportamento e comunicazione a senso unico,una dea manipolatrice che tiene le fila di un intero quartiere, che esprime il suo affetto e la sua partecipazione con modi dittatoriali che non ammettono repliche né mediazioni, ma non credo nemmeno che questo importi. E' difficilissimo amare Emerenc, è un personaggio a cui difficilmente ci si può affezionare, almeno non in maniera razionale: la sua capacità di comprendere perfettamente persone e animali, il cinismo con cui piega questa capacità per fare in modo che tutti agiscano come lei desidera e si aspetta, perché non esiste nemmeno la più remota possibilità che Emerenc si sbagli o scenda a patti con qualcuno, tutto il suo comportamento suscitano rabbia e disgusto, ma anche una immensa tenerezza - ingiustificata, forse, fuori luogo, ma sconvolgente.
Fin dalle prime pagine Magda ci racconta quello che sarà l'epilogo della storia, ma non importa nemmeno questo, perché non sono i fatti a contare in questo romanzo. Quelli sono solo un pretesto per mostrare lo straordinario evolversi di un rapporto conflittuale, dove due caratteri sembrano incompatibili, dove un punto d'incontro sembra impossibile, eppure esiste, forse su un piano completamente diverso. Emerenc è dura e impossibile da smuovere, conosce a fondo l'animo della scrittrice, e proprio per questo sa ferirla là dove fa più male. Ma lo fa con consapevolezza, lo fa per amore, ferisce perché secondo lei è l'unica cosa giusta da fare, l'unico modo di amare davvero qualcuno. La scrittrice, invece, ama in maniera semplice, capisce solo dopo, è accecata dall'orgoglio e da passioni momentanee, e alla fine, per amore, si trova a non avere il coraggio di ferire chi ama, finendo per fare forse più male. “Ogni legame sentimentale rappresenta una potenziale aggressione, da quante più persone ci lasciamo avvicinare, tanto più numerosi sono i canali attraverso cui il pericolo può colpirci”. Quanto dolore può esserci nella consapevolezza che il nostro amore ci ha reso ciechi e incapaci di comprendere quale sia la vera salvezza per le persone che amiamo?
Magda Szabò è un'autrice straordinaria, meriterebbe molta più attenzione di quella che le viene tributata.
Credo che tutto questo romanzo possa racchiudersi qui, in questa frase. Si tratta di un nocciolo di verità che la Szabò sembra estrarre a fatica, con un dolore quasi fisico, perché verità simili si possono esternare solo scavando nella propria carne. E “La porta” è un romanzo fatto di scavi e dolorose scoperte, di porte chiuse e vite che, lentamente, si avvicinano e si aprono l'una all'altra, svelando segreti che forse tanto segreti non sono, svelando sentimenti, aprendo ferite.
Questo è un romanzo sull'incredibile difficoltà di comunicare, difficoltà che si acuisce forse di più nel momento in cui due persone si amano di un amore così potente e irrazionale, puro e immotivato, quando ogni gesto di avvicinamento è in realtà un obbligare l'altro ad esporsi ed aprirsi, a schiudere porte (fisiche e spirituali) che creano fessure attraverso cui l'esterno potrebbe contaminare e distruggere l'intimità così gelosamente custodita.
Emerenc è un personaggio straordinario, dotato di una forza incredibile e di una capacità di ammaliare e respingere al contempo, una donna che raramente si trova in letteratura. E' un personaggio surreale, certo, ma mai, nemmeno per un istante, ho pensato che alla Szabò interessasse costruire una storia realistica e verosimile. Non credo sia mai esistita una Emerenc, con la sua lealtà così contorta, con i suoi rituali e il suo codice di comportamento e comunicazione a senso unico,una dea manipolatrice che tiene le fila di un intero quartiere, che esprime il suo affetto e la sua partecipazione con modi dittatoriali che non ammettono repliche né mediazioni, ma non credo nemmeno che questo importi. E' difficilissimo amare Emerenc, è un personaggio a cui difficilmente ci si può affezionare, almeno non in maniera razionale: la sua capacità di comprendere perfettamente persone e animali, il cinismo con cui piega questa capacità per fare in modo che tutti agiscano come lei desidera e si aspetta, perché non esiste nemmeno la più remota possibilità che Emerenc si sbagli o scenda a patti con qualcuno, tutto il suo comportamento suscitano rabbia e disgusto, ma anche una immensa tenerezza - ingiustificata, forse, fuori luogo, ma sconvolgente.
Fin dalle prime pagine Magda ci racconta quello che sarà l'epilogo della storia, ma non importa nemmeno questo, perché non sono i fatti a contare in questo romanzo. Quelli sono solo un pretesto per mostrare lo straordinario evolversi di un rapporto conflittuale, dove due caratteri sembrano incompatibili, dove un punto d'incontro sembra impossibile, eppure esiste, forse su un piano completamente diverso. Emerenc è dura e impossibile da smuovere, conosce a fondo l'animo della scrittrice, e proprio per questo sa ferirla là dove fa più male. Ma lo fa con consapevolezza, lo fa per amore, ferisce perché secondo lei è l'unica cosa giusta da fare, l'unico modo di amare davvero qualcuno. La scrittrice, invece, ama in maniera semplice, capisce solo dopo, è accecata dall'orgoglio e da passioni momentanee, e alla fine, per amore, si trova a non avere il coraggio di ferire chi ama, finendo per fare forse più male. “Ogni legame sentimentale rappresenta una potenziale aggressione, da quante più persone ci lasciamo avvicinare, tanto più numerosi sono i canali attraverso cui il pericolo può colpirci”. Quanto dolore può esserci nella consapevolezza che il nostro amore ci ha reso ciechi e incapaci di comprendere quale sia la vera salvezza per le persone che amiamo?
Magda Szabò è un'autrice straordinaria, meriterebbe molta più attenzione di quella che le viene tributata.
emotional
hopeful
reflective
sad
medium-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
Yes
emotional
sad
tense
medium-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
No
Loveable characters:
N/A
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
challenging
emotional
funny
reflective
sad
slow-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
dark
emotional
funny
reflective
sad
medium-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
emotional
sad
tense
medium-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Complicated
Loveable characters:
Complicated
Flaws of characters a main focus:
Yes
challenging
emotional
sad
slow-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Complicated
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
Complicated
Flaws of characters a main focus:
Yes
Loveable characters:
No
0.5 for the good start. The rest of the book is garbage. Fck u Emerence. Go to hell, you useless old hag. Emerence is the worst fictional character ever!! Sorry but I have to say it one more time. FCK U EMERENCE!!!