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(4,5)
Un ragazzo figlio del proprietario di una locanda sta scrivendo l'avventura avvenuta per mare e, l'alba di tutto è proprio la locanda. Si ferma nella loro locanda un burbero capitano con la sua grande cassa, pernotterà fino alla notte della sua morte senza prima non aver creato grandi trambusti e dispiaceri. Ma generò al giovane ragazzo l'opportunità di evadere dalla normalità che si affacciava alla sua vita e di prendere parte a uno spedizione per la ricerca del tesoro. Il filo conduttore che unisce tutto è proprio quel capitano, dopo la sua morte il ragazzo rovistò nella sua cassa e, dopo aver "rubato" i soldi che gli spettavano per i pernottamento non pagati, riprese in mano la mappa del tesoro che quel capitano gli diede, confessando chi era e cosa cercava, prima che la morte lo cogliesse.
Il ragazzo si diresse dal dottore di famiglia che quella notte pernottava dal ricco signore T., senza prima non essere riuscito a scappare dalla ciurma del capitano morto che cercava proprio ciò che il ragazzo stava facendo vedere ai 2 signori. Il signor T. decise di avventurarsi e in pochi giorni battezzata la nave col nome di Hispaniola, aver racimolato l'equipaggio e il capitano, il giorno della partenza arrivò in un lampo.
Durante il viaggio, il giovane mozzo (il ruolo che svolse nel viaggio) mentre era appisolato sul ponte origliò la conversazione di alcuni marinai col cuoco J. Quest'ultimo stava preparando un ammutinamento per uccidere lui, il capitano e i 2 gentil uomini, impadronendosi della nave e conquistare il tesoro.
Riferito tutto, i sospetti del capitano si rivelarono veritieri e così si decise di attuare un piano per salvare lui e i pochi uomini rimasti e riuscire a trovare il tesoro
Dopo l'approdo all'isola i due gruppi (i mutilati e quelli fedeli) si divisero, i mutilati scesero sull'isola e il giovane li seguì. Alla fine, dopo essersi allontanato da loro si imbatté nell'uomo che visse in quest'isola per anni, Benn Gun. Nel frattempo il gruppo dei fedeli iniziò a spostarsi in un fortino costruito da Flint (di cui si cerca il tesoro) con tutto il necessario, mentre la nave diventava ormai proprietà dei mutilati, come il jolly roger faceva intuire.
Dopo diversi scontri contro i mutilati e idee impavide del giovane mozzo, quest'ultimo si ritrova catturato dai mutilati proprio per essere tornato al fortino dei suoi compagni, ma ormai non rimaneva altro che guai in vista, soprattutto dopo la chiacchierata col capitano dei mutilati, il cuoco J.
Quest'ultimo era in possesso della mappa del tesoro ed era pronto a trovarlo e impossessarsi del bottino, ma la sua ciurma è in balia dell'agitazione interna e si vivono momenti delicati.
J. e il ragazzo stringono un'alleanza per salvarsi la pelle e insieme ai mutilati si dirigono verso la x rossa della mappa. Arrivati scoprono che il luogo in cui dovrebbe essere seppellito il tesoro è già stato scavato e quello che rimaneva era una misera ghinea. Ma non fu solo quella la sorpresa, perché la ciurma dei mutilati fu presa di sorpresa dal gruppo dei fedeli, composto dal dottore, dal signore T., dal capitano... e riuscirono a far fuori 2 di loro mentre gli altri 3 si diedero alla fuga.
Il tesoro era stato trovato da Benn Gun mentre era disperso in quest'isola.
I superstiti ripresero in possesso l'Hispaniola con l'equipaggio raso al suolo.
Fecero tappa in America Latina per recuperare un equipaggio e affrontare l'oceano Atlantico che li avrebbe riportati in Inghilterra, ma con un uomo in meno, perché J. se la filò con 1000 sterline rubate dal bottino.
Rientrati in Inghilterra i superstiti utilizzano la loro parte di bottino in modo folle o saggio, secondo il loro carattere. Il conte e il dottore diventano ancor più ricchi. Il capitano si ritira a vita privata. Abraham Gray compra una nave e diventa capitano. Ben Gunn sperpera tutto in tre settimane.
Dal canto suo, Jim non tornerà mai più sull’isola del tesoro.
- Cosa ho apprezzato:
Ho apprezzato lo stile di scrittura che Stevenson ha accuratamente adottato per creare un ambiente e una scena che immergano il lettore, come se fosse seduto accanto al narratore della storia. Un libro che unisce la gioventù di un'inesperto marinaio alla ricerca di uno dei tesori più ricercati (mi ricorda vagamente One Piece, anche se non è stato lui il promotore di tutto ciò).
Non si può non apprezzare lo scenario che lentamente si va creando in un crescendo di difficoltà da superare, mai troppo scontate o inutili per il racconto.
È un libro per giovani lettori, per questo mi ha ricordato molto Robinson Crusoe, le sensazioni che trasmettono sono molto simili (nonostante quasi 2 secoli di differenza). L'avventura, la scoperta, la novità, l'innocenza e l'attenzione che coinvolgono tutte e due i racconti.
-Cosa non ho apprezzato:
Se le minuzie stilistiche della scrittura, l'ambientazione e il resto sono stati la chiave per un racconto coinvolgente, spesso alcuni tratti del libro mi sono risultati noiosi o troppo straboccanti di particolari.
Sono state occasioni rare, ma che alcune volte mi hanno fermato nella lettura del libro, che ritengo tutto sommato decisamente scorrevole e piacevole.
-A chi potrebbe piacere?:
Ne’ *L’isola del tesoro* c’è tutto quello che ci aspettiamo da un romanzo di avventure per ragazzi: un ragazzo che ha voglia di evadere dalla vita ordinaria, una mappa del tesoro con la X che indica il punto in cui scavare, una nave dal nome evocativo, un equipaggio di pirati con tanto di cappello, gambe di legno, anelli d’oro ai lobi, un’isola deserta, un naufrago, un fortino abbandonato e poi ancora il mare dei Tropici, un pappagallo parlante, la sabbia rovente, il sole accecante, il vento, le vele spiegate e il cannocchiale d’ottone.
A parte le avventure, c’è anche una storia attorno alla storia: riguarda l’origine del romanzo. Immaginiamo di tornare al 1883. Un giorno il figlio adottivo di Stevenson dipinse la mappa di un’isola del tesoro e mostrandogliela disse: *“Come sarebbe bello un libro che raccontasse la storia di quest’isola!”* Il patrigno lo accontentò e sappiamo come è andata a finire.
Un libro adatto principalmente ai giovani lettori, ma a chiunque voglia scoprire una nuova avventura tra oceano, tesori e isole in un'epoca fantastica per farlo raccontata da uno scrittore eccezionale. In fondo, le due cose non potevano che dar vita a un romanzo che si può annoverare tra i classici della letteratura inglese.
Un ragazzo figlio del proprietario di una locanda sta scrivendo l'avventura avvenuta per mare e, l'alba di tutto è proprio la locanda. Si ferma nella loro locanda un burbero capitano con la sua grande cassa, pernotterà fino alla notte della sua morte senza prima non aver creato grandi trambusti e dispiaceri. Ma generò al giovane ragazzo l'opportunità di evadere dalla normalità che si affacciava alla sua vita e di prendere parte a uno spedizione per la ricerca del tesoro. Il filo conduttore che unisce tutto è proprio quel capitano, dopo la sua morte il ragazzo rovistò nella sua cassa e, dopo aver "rubato" i soldi che gli spettavano per i pernottamento non pagati, riprese in mano la mappa del tesoro che quel capitano gli diede, confessando chi era e cosa cercava, prima che la morte lo cogliesse.
Il ragazzo si diresse dal dottore di famiglia che quella notte pernottava dal ricco signore T., senza prima non essere riuscito a scappare dalla ciurma del capitano morto che cercava proprio ciò che il ragazzo stava facendo vedere ai 2 signori. Il signor T. decise di avventurarsi e in pochi giorni battezzata la nave col nome di Hispaniola, aver racimolato l'equipaggio e il capitano, il giorno della partenza arrivò in un lampo.
Durante il viaggio, il giovane mozzo (il ruolo che svolse nel viaggio) mentre era appisolato sul ponte origliò la conversazione di alcuni marinai col cuoco J. Quest'ultimo stava preparando un ammutinamento per uccidere lui, il capitano e i 2 gentil uomini, impadronendosi della nave e conquistare il tesoro.
Riferito tutto, i sospetti del capitano si rivelarono veritieri e così si decise di attuare un piano per salvare lui e i pochi uomini rimasti e riuscire a trovare il tesoro
Dopo l'approdo all'isola i due gruppi (i mutilati e quelli fedeli) si divisero, i mutilati scesero sull'isola e il giovane li seguì. Alla fine, dopo essersi allontanato da loro si imbatté nell'uomo che visse in quest'isola per anni, Benn Gun. Nel frattempo il gruppo dei fedeli iniziò a spostarsi in un fortino costruito da Flint (di cui si cerca il tesoro) con tutto il necessario, mentre la nave diventava ormai proprietà dei mutilati, come il jolly roger faceva intuire.
Dopo diversi scontri contro i mutilati e idee impavide del giovane mozzo, quest'ultimo si ritrova catturato dai mutilati proprio per essere tornato al fortino dei suoi compagni, ma ormai non rimaneva altro che guai in vista, soprattutto dopo la chiacchierata col capitano dei mutilati, il cuoco J.
Quest'ultimo era in possesso della mappa del tesoro ed era pronto a trovarlo e impossessarsi del bottino, ma la sua ciurma è in balia dell'agitazione interna e si vivono momenti delicati.
J. e il ragazzo stringono un'alleanza per salvarsi la pelle e insieme ai mutilati si dirigono verso la x rossa della mappa. Arrivati scoprono che il luogo in cui dovrebbe essere seppellito il tesoro è già stato scavato e quello che rimaneva era una misera ghinea. Ma non fu solo quella la sorpresa, perché la ciurma dei mutilati fu presa di sorpresa dal gruppo dei fedeli, composto dal dottore, dal signore T., dal capitano... e riuscirono a far fuori 2 di loro mentre gli altri 3 si diedero alla fuga.
Il tesoro era stato trovato da Benn Gun mentre era disperso in quest'isola.
I superstiti ripresero in possesso l'Hispaniola con l'equipaggio raso al suolo.
Fecero tappa in America Latina per recuperare un equipaggio e affrontare l'oceano Atlantico che li avrebbe riportati in Inghilterra, ma con un uomo in meno, perché J. se la filò con 1000 sterline rubate dal bottino.
Rientrati in Inghilterra i superstiti utilizzano la loro parte di bottino in modo folle o saggio, secondo il loro carattere. Il conte e il dottore diventano ancor più ricchi. Il capitano si ritira a vita privata. Abraham Gray compra una nave e diventa capitano. Ben Gunn sperpera tutto in tre settimane.
Dal canto suo, Jim non tornerà mai più sull’isola del tesoro.
- Cosa ho apprezzato:
Ho apprezzato lo stile di scrittura che Stevenson ha accuratamente adottato per creare un ambiente e una scena che immergano il lettore, come se fosse seduto accanto al narratore della storia. Un libro che unisce la gioventù di un'inesperto marinaio alla ricerca di uno dei tesori più ricercati (mi ricorda vagamente One Piece, anche se non è stato lui il promotore di tutto ciò).
Non si può non apprezzare lo scenario che lentamente si va creando in un crescendo di difficoltà da superare, mai troppo scontate o inutili per il racconto.
È un libro per giovani lettori, per questo mi ha ricordato molto Robinson Crusoe, le sensazioni che trasmettono sono molto simili (nonostante quasi 2 secoli di differenza). L'avventura, la scoperta, la novità, l'innocenza e l'attenzione che coinvolgono tutte e due i racconti.
-Cosa non ho apprezzato:
Se le minuzie stilistiche della scrittura, l'ambientazione e il resto sono stati la chiave per un racconto coinvolgente, spesso alcuni tratti del libro mi sono risultati noiosi o troppo straboccanti di particolari.
Sono state occasioni rare, ma che alcune volte mi hanno fermato nella lettura del libro, che ritengo tutto sommato decisamente scorrevole e piacevole.
-A chi potrebbe piacere?:
Ne’ *L’isola del tesoro* c’è tutto quello che ci aspettiamo da un romanzo di avventure per ragazzi: un ragazzo che ha voglia di evadere dalla vita ordinaria, una mappa del tesoro con la X che indica il punto in cui scavare, una nave dal nome evocativo, un equipaggio di pirati con tanto di cappello, gambe di legno, anelli d’oro ai lobi, un’isola deserta, un naufrago, un fortino abbandonato e poi ancora il mare dei Tropici, un pappagallo parlante, la sabbia rovente, il sole accecante, il vento, le vele spiegate e il cannocchiale d’ottone.
A parte le avventure, c’è anche una storia attorno alla storia: riguarda l’origine del romanzo. Immaginiamo di tornare al 1883. Un giorno il figlio adottivo di Stevenson dipinse la mappa di un’isola del tesoro e mostrandogliela disse: *“Come sarebbe bello un libro che raccontasse la storia di quest’isola!”* Il patrigno lo accontentò e sappiamo come è andata a finire.
Un libro adatto principalmente ai giovani lettori, ma a chiunque voglia scoprire una nuova avventura tra oceano, tesori e isole in un'epoca fantastica per farlo raccontata da uno scrittore eccezionale. In fondo, le due cose non potevano che dar vita a un romanzo che si può annoverare tra i classici della letteratura inglese.
adventurous
medium-paced
Plot or Character Driven:
Plot
Strong character development:
N/A
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
Once again impressed by how true to the source material the Muppets can be.
adventurous
funny
mysterious
medium-paced
Plot or Character Driven:
Plot
Strong character development:
Complicated
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
Yes
adventurous
fast-paced
Plot or Character Driven:
Plot
Read aloud with Althea. Another in the list of classics I never got around to. Wonderful writing— Stevenson casually does things that a lot of writers don’t even attempt, and yet the prose still appears effortless and is accessible. A compact, exciting, enjoyable tale.
It’s an adventure story, and not a modernist novel—focus is on the action itself and not on the journey of mankind or someone’s inner journey, etc. And yet it has tremendous moments of poignancy.
Because the tropes and beat of an action story have been reused and turned into Hollywood cliches, I kept expecting the next thing to happen, and I was often wrong. This book comes before all that. If they made it into a beat-for-beat movie now, it would be called fresh, original— but it may just be that the familiar formula was only half developed at the time.
The clearest example comes at the end, when my brain said there was going to be one last double-cross, one last jump scare, etc, the way a modern movie would require— and it didn’t occur. But more powerfully, the book let the heroes be good-hearted, and yet capable of failure, capable of killing, and the narrator was capable of making stupid choices.
I loved the descriptions. And it was wonderful to see action written so well, without making a big deal of itself.
This book doesn’t stand up to a modern understanding of the world—it is a book entirely peopled by white British men, undoubtedly written with the expectation that only white British men would ever read it. This actually helps keep the book acceptable, because women and any other race or nationality do not appear at all (one or two brief glimpses), so you don’t have to see overt racism or sexism. And since the universe of the book is almost completely outside of real life, this doesn’t read as a racist or sexist omission, either. It’s fortunate, as it means you can read a piece of popular fiction from the 1800s without constantly cringing.
In a more amusing flaw, I think (but could be wrong) that the book defies modern geology as well— could Skeleton Island exist, with the flora, fauna and hills as described? Nutmeg trees, goats, the Spyglass mountain, etc?
It’s an adventure story, and not a modernist novel—focus is on the action itself and not on the journey of mankind or someone’s inner journey, etc. And yet it has tremendous moments of poignancy.
Because the tropes and beat of an action story have been reused and turned into Hollywood cliches, I kept expecting the next thing to happen, and I was often wrong. This book comes before all that. If they made it into a beat-for-beat movie now, it would be called fresh, original— but it may just be that the familiar formula was only half developed at the time.
The clearest example comes at the end, when my brain said there was going to be one last double-cross, one last jump scare, etc, the way a modern movie would require— and it didn’t occur. But more powerfully, the book let the heroes be good-hearted, and yet capable of failure, capable of killing, and the narrator was capable of making stupid choices.
I loved the descriptions. And it was wonderful to see action written so well, without making a big deal of itself.
This book doesn’t stand up to a modern understanding of the world—it is a book entirely peopled by white British men, undoubtedly written with the expectation that only white British men would ever read it. This actually helps keep the book acceptable, because women and any other race or nationality do not appear at all (one or two brief glimpses), so you don’t have to see overt racism or sexism. And since the universe of the book is almost completely outside of real life, this doesn’t read as a racist or sexist omission, either. It’s fortunate, as it means you can read a piece of popular fiction from the 1800s without constantly cringing.
In a more amusing flaw, I think (but could be wrong) that the book defies modern geology as well— could Skeleton Island exist, with the flora, fauna and hills as described? Nutmeg trees, goats, the Spyglass mountain, etc?
adventurous
tense
medium-paced
adventurous
funny
lighthearted
fast-paced
Plot or Character Driven:
Plot
Strong character development:
No
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
adventurous
medium-paced
Plot or Character Driven:
Plot
As silly as it sounds this was sort of disappointing to read after having just watched the Muppets version. Fun musical antics aside, I really missed the complex dynamic between Long John and Jim that they created for that movie. I think it added a lot of nuance that this could have benefited from, however, it wasn’t exactly meant to be deep and more so to be a one toned pirate adventure.
I do think it could have benefitted also from having multiple povs instead of just Jim’s because a lot of the story was events being recounted to him by other people but I understand that in writing this for his stepson, the original priorities were likely more on making it endearing and relatable for his audience of one than structured coherently for the masses centuries down the line.
All in all still a great story, its legacy is just arguably greater than the original source material. And to be fair if I was alive in the 1800’s this would probably be the most exciting thing ever to me too. They didn’t exactly have a thriving thriller action industry quite yet. No Pirates of the Carribean to compare it to.
I do think it could have benefitted also from having multiple povs instead of just Jim’s because a lot of the story was events being recounted to him by other people but I understand that in writing this for his stepson, the original priorities were likely more on making it endearing and relatable for his audience of one than structured coherently for the masses centuries down the line.
All in all still a great story, its legacy is just arguably greater than the original source material. And to be fair if I was alive in the 1800’s this would probably be the most exciting thing ever to me too. They didn’t exactly have a thriving thriller action industry quite yet. No Pirates of the Carribean to compare it to.
Moderate: Death, Gun violence, Terminal illness, Violence, Death of parent
adventurous
fast-paced
Plot or Character Driven:
Plot
Strong character development:
No
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
Complicated
Flaws of characters a main focus:
Complicated