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One of my first introductions to Russian literature. I really enjoyed the philosophical and religous questions being raised.
challenging
dark
emotional
inspiring
mysterious
reflective
tense
slow-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
Yes
Well written but so...much...drama. If you like pages upon pages of dramatics in your reading, then this is for you. Me - not so much.
emotional
reflective
sad
tense
slow-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
Yes
Quite simply my favorite book ever and the best I have ever read.
it was a more tedious read and there were others I wanted to get to - it'll bubble back up
Fino a ora mi ero tenuto alla larga dalla letteratura russa, scottato dalla lettura alle elementari di Guerra e pace che mi aveva traumatizzato e addormentato. Poi è arrivata la passione per i libri russi da parte di un mio amico, e quindi qualche tempo fa ho letto un appassionato consiglio da parte di Licia Troisi su I fratelli Karamazov. E poi i commenti positivi, positivissimi di Eleas, di Valberici…
così ho ceduto, e ho preso questo libercolo.
Un migliaio di pagine, che possono essere una delizia se il libro piace e una tortura micidiale se al contrario la lettura si dovesse rivelare soporifera.
Sono stato fortunato, la lettura è stata piacevole, in linea di massima.
Non mi sogno nemmeno di fare una recensione, e anzi è la terza volta che cancello tutto e riscrivo daccapo.
Perchè già due volte sono partito per parlare solo delle impressioni generali, e mi sono sorpreso a descrivere i tre (quattro?) fratelli Karamazov, perdendomi in questo compito.
Mi limito a dire che questo libro ha dell’epica, nei personaggi dei fratelli. Amanti della vita, ognuno a suo modo. Travolti da passioni irrefrenabili, distrutti da dilemmi morali che non gli concedono tregua.
Tutti, cioè, tranne Alesa, l’eroe del racconto, il santo. Colui che passa attraverso le pagine pieno di pietas e di amore per il prossimo, colui che tutti vedono come la loro coscienza.
Personaggi epici, quindi, condannati dal fato e dai loro geni a una tragedia annunciata, che fin dall’inizio possiamo scorgere, lì sopra le loro teste. Le loro infanzie, diverse l’una dall’altra ma tutte ugualmente segnate dalla grettezza e meschinità paterne; i diversi caratteri sviluppati, che vanno a coprire tre mondi differenti -abbiamo l’ateo letterato che non crede e si beffe degli altri, troppo superiore lui rispetto al prossimo; l’ufficiale in congedo che vive di vizi, di carattere irascibile e preda delle passioni, divorato all’interno dai propri dilemmi morali; il ragazzo puro e innocente che porta pace e tranquillità ovunque vada-; il fratello illegittimo, servitore in casa del padre; le dispute per i soldi dell’eredità materne, e lo scontro tra Dmitrij e il padre per l’amore di Grusen’ka.
Non starò certo a dire che le più di 1000 pagine non si sono sentite… ho aspettato appositamente le ferie per attaccare questo libro, anche perchè sono pagine spesso dense di dialoghi religiosi o sui massimi sistemi da seguire con molta attenzione, spesso da rileggere due o tre volte.
Ma a parte il racconto della vita dello starec morente -inutile, per la storia- e le arringhe di procuratore e difensore al processo -non inutili, ma ridondanti, ampollose e retoriche… alla seconda arringa non ho più retto e ho saltato interi brani- non si avverte stanchezza, noia o fastidio.
Perché la storia c’è, e malgrado la lentezza (innegabile, certo… quattro pagine per descrivere l’aula di tribunale e chi era presente) rimane sempre lì, presente, tangibile. E i dilemmi di Dmitrij, i discorsi di Ivan, i triangoli amorosi tengono ben viva l’attenzione.
Sopratutto i discorsi di Ivan sono interessanti. Tre in particolare, direi.
Il primo è quando parla della sua ribellione a Dio, la sua intenzione di restituire il biglietto, non accettando un mondo che si fonda sulla sofferenza di gente innocente.
Il secondo è il poemetto ideato da Ivan stesso, Il grande inquisitore in cui Cristo scende nuovamente sulla Terra e viene incarcerato e affrontato dal grande inquisitore. E’ il brano probabilmente più famoso del libro, con un monologo sulla libertà concesso da Dio all’uomo e la sofferenza causata da questo fatto, sul bisogno dell’uomo di non essere libero… contrapposto al bisogno di Dio di essere amato per libera scelta (da qui, immagino, ha preso spunto Ennis per la sua relazione tra Jesse e Dio in The Preacher).
Il terzo è il dialogo tra Ivan, ormai febbricitante, e il demonio, una sua allucinazione affascinante.
E fra delitti, furti, tradimenti e sospetti, si erge come un gigante il puro Alesa, l’eroe del romanzo.
La cui consacrazione a eroe direi che arriva nelle ultime pagine, alla fine del funerale -con tutta la trama di Il’jusa che mi era sembrata fino ad allora inutile- quando lo vediamo in mezzo ai ragazzetti. E possiamo notare l’effetto che ha avuto Alesa su Kolja, su come il ragazzo sia cambiato e si sia riavvicinato anche alla religione.
Alesa è l’eroe, dei fratelli è l’unico che costruisca qualcosa, che aiuti gli altri senza soccombere a passioni e vizi.
Un gran bel libro, non c’è che dire, a pieno titolo un classico della letteratura.
così ho ceduto, e ho preso questo libercolo.
Un migliaio di pagine, che possono essere una delizia se il libro piace e una tortura micidiale se al contrario la lettura si dovesse rivelare soporifera.
Sono stato fortunato, la lettura è stata piacevole, in linea di massima.
Non mi sogno nemmeno di fare una recensione, e anzi è la terza volta che cancello tutto e riscrivo daccapo.
Perchè già due volte sono partito per parlare solo delle impressioni generali, e mi sono sorpreso a descrivere i tre (quattro?) fratelli Karamazov, perdendomi in questo compito.
Mi limito a dire che questo libro ha dell’epica, nei personaggi dei fratelli. Amanti della vita, ognuno a suo modo. Travolti da passioni irrefrenabili, distrutti da dilemmi morali che non gli concedono tregua.
Tutti, cioè, tranne Alesa, l’eroe del racconto, il santo. Colui che passa attraverso le pagine pieno di pietas e di amore per il prossimo, colui che tutti vedono come la loro coscienza.
Personaggi epici, quindi, condannati dal fato e dai loro geni a una tragedia annunciata, che fin dall’inizio possiamo scorgere, lì sopra le loro teste. Le loro infanzie, diverse l’una dall’altra ma tutte ugualmente segnate dalla grettezza e meschinità paterne; i diversi caratteri sviluppati, che vanno a coprire tre mondi differenti -abbiamo l’ateo letterato che non crede e si beffe degli altri, troppo superiore lui rispetto al prossimo; l’ufficiale in congedo che vive di vizi, di carattere irascibile e preda delle passioni, divorato all’interno dai propri dilemmi morali; il ragazzo puro e innocente che porta pace e tranquillità ovunque vada-; il fratello illegittimo, servitore in casa del padre; le dispute per i soldi dell’eredità materne, e lo scontro tra Dmitrij e il padre per l’amore di Grusen’ka.
Non starò certo a dire che le più di 1000 pagine non si sono sentite… ho aspettato appositamente le ferie per attaccare questo libro, anche perchè sono pagine spesso dense di dialoghi religiosi o sui massimi sistemi da seguire con molta attenzione, spesso da rileggere due o tre volte.
Ma a parte il racconto della vita dello starec morente -inutile, per la storia- e le arringhe di procuratore e difensore al processo -non inutili, ma ridondanti, ampollose e retoriche… alla seconda arringa non ho più retto e ho saltato interi brani- non si avverte stanchezza, noia o fastidio.
Perché la storia c’è, e malgrado la lentezza (innegabile, certo… quattro pagine per descrivere l’aula di tribunale e chi era presente) rimane sempre lì, presente, tangibile. E i dilemmi di Dmitrij, i discorsi di Ivan, i triangoli amorosi tengono ben viva l’attenzione.
Sopratutto i discorsi di Ivan sono interessanti. Tre in particolare, direi.
Il primo è quando parla della sua ribellione a Dio, la sua intenzione di restituire il biglietto, non accettando un mondo che si fonda sulla sofferenza di gente innocente.
Il secondo è il poemetto ideato da Ivan stesso, Il grande inquisitore in cui Cristo scende nuovamente sulla Terra e viene incarcerato e affrontato dal grande inquisitore. E’ il brano probabilmente più famoso del libro, con un monologo sulla libertà concesso da Dio all’uomo e la sofferenza causata da questo fatto, sul bisogno dell’uomo di non essere libero… contrapposto al bisogno di Dio di essere amato per libera scelta (da qui, immagino, ha preso spunto Ennis per la sua relazione tra Jesse e Dio in The Preacher).
Il terzo è il dialogo tra Ivan, ormai febbricitante, e il demonio, una sua allucinazione affascinante.
E fra delitti, furti, tradimenti e sospetti, si erge come un gigante il puro Alesa, l’eroe del romanzo.
La cui consacrazione a eroe direi che arriva nelle ultime pagine, alla fine del funerale -con tutta la trama di Il’jusa che mi era sembrata fino ad allora inutile- quando lo vediamo in mezzo ai ragazzetti. E possiamo notare l’effetto che ha avuto Alesa su Kolja, su come il ragazzo sia cambiato e si sia riavvicinato anche alla religione.
Alesa è l’eroe, dei fratelli è l’unico che costruisca qualcosa, che aiuti gli altri senza soccombere a passioni e vizi.
Un gran bel libro, non c’è che dire, a pieno titolo un classico della letteratura.
challenging
emotional
hopeful
mysterious
reflective
slow-paced
Plot or Character Driven:
Character
Loveable characters:
Complicated
Flaws of characters a main focus:
Yes
This book was amazing.
a guidebook on the many aspects of the human psyche.
a guidebook on an excellent way to live life, and the inevitable contradictions we experience if we are not raised to live a certain way.
a case for faith, a case for godlessness burdening humanity.
a case of us lying to ourselves, and the unjustness of exposing a slice of our story to others as they may judge and even if they know enough about your story, will judge nonetheless.
this book has caused me to think. a lot. and I took away mostly aloysha and zossimas faith in this book, even if I have acted like mitya my entire life. it reminds me constantly of the contradictions I live , and what I aspire to.
I am not writing enough about this book, nor can I, so I highly recommend you read it. the only reason I gave it 4 stars is that the plot became a slog and made it more difficult to find the gold nuggets that appeared everywhere.
actually it seems like it was just a bunch of gold nuggets in a pile of bad plot. but the philosophy contained within is so powerful and thought provoking that it only removed one star for me. ideally it would be half but oh well. read this friggin book so I can kiss you.
a guidebook on the many aspects of the human psyche.
a guidebook on an excellent way to live life, and the inevitable contradictions we experience if we are not raised to live a certain way.
a case for faith, a case for godlessness burdening humanity.
a case of us lying to ourselves, and the unjustness of exposing a slice of our story to others as they may judge and even if they know enough about your story, will judge nonetheless.
this book has caused me to think. a lot. and I took away mostly aloysha and zossimas faith in this book, even if I have acted like mitya my entire life. it reminds me constantly of the contradictions I live , and what I aspire to.
I am not writing enough about this book, nor can I, so I highly recommend you read it. the only reason I gave it 4 stars is that the plot became a slog and made it more difficult to find the gold nuggets that appeared everywhere.
actually it seems like it was just a bunch of gold nuggets in a pile of bad plot. but the philosophy contained within is so powerful and thought provoking that it only removed one star for me. ideally it would be half but oh well. read this friggin book so I can kiss you.
This book makes me want to demote every other five stars I ever gave. Yes, it is long. It wanders. Did I ever for a moment think about stopping . . . no. It's just a magnificent book. What else can I say beyond what has already been written.
challenging
dark
reflective
tense
slow-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
No
Loveable characters:
No
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes