Take a photo of a barcode or cover
Konu çok dağınık evet çizimler güzel ama beğenemedim. Bunda en büyük etki ithakinin dandik baskısının elimde dağılması oldu. Almayın!
Ciascuno ha le proprie coppie artisiche preferite. I Neu! ad esempio, o magari i White Stripes. Io impazzisco per ogni nuovo lavoro di Neil Gaiman e Dave McKean.
Anche se questa miniserie è 'nuova' solamente per il sottoscritto, dato che si tratta in effetti della loro prima pubblicazione per la DC Comics, dopo le iniziali collaborazioni indipendenti: Violent Cases e Signal to Noise. Proprio queste ultime guadagnarono ai due un ingaggio per la DC; i tre numeri di Black Orchid vennero serializzati tra novembre 1988 e gennaio 1989, per poi venire raccolti in volume quello stesso anno. Karen Berger, futura Executive Editor della linea Vertigo, lesse ed apprezzò, offrendo a Gaiman il re-vamp di Sandman. E il resto è storia.
Lunga introduzione per inquadrare gli esordi di una delle joint ventures più celebrate nella storia recente dei comics.
Nell'intro, il giornalista Mikal Gilmore di Rolling Stone (!) giustamente sottolinea come entrambi gli artisti approntino proprio su queste pagine uno stile che verrà ulteriormente sviluppato, affinato ed amplificato sulla lunga distanza. Ma che già s'impone per originalità e profondità di visione, oltre naturalmente che per la qualità assoluta.
Si tratta quindi di un'opera pioneristica nell'ambito stesso di quella British Invasion che avrebbe rivoluzionato i fumetti d'oltreoceano. Questa è una delle (poche) opere che avrebbe provocato la nascita della linea DC Comics Vertigo, portando ad un'intera nuova concezione dei fumetti.
Gaiman prese un vecchio personaggio minore della DC, modificandone in parte la storia ma spt dandole uno spessore inedito; avrebbe fatto lo stesso con Sandman, e Alan Moore l'aveva già fatto con Swamp Thing. La dimensione supereroistica adolescenziale viene trascesa in una visione matura, capace di affrontare temi come il lutto, il perdono, i crimini familiari; ma anche la pazzia, i manicomi, il contrabbando d'armi, la corruzione sistematica da parte di spregiudicati complessi farmaceutici, la violenza sulle culture indigene...
Come avrà forse già intuito chi ha familiarità con l'universo DC Comics, la storia contiene precisi legami di continuity con altri personaggi, fondamentali per lo sviluppo della trama; ma è godibile anche da chi come me non conosce i retroscena, tranne magari i più ovvii.
Dal canto suo McKean dipinge (eh sì) delle tavole splendide, mozzafiato, grondanti colore e vita e sapienza compositiva ed espressività. Specialmente nella terza parte: la cui sequenza iniziale è un capolavoro nel capolavoro. McKean ci avrebbe abituato allo stile ibrido già usato per Mr Punch, fatto di chine nervose e collage fotografici; ma qui tocca vette di poesia da punto esclamativo.
E per inciso The Green (alias il parlamento degli alberi) mi sembra un'invenzione più potente degli Elfi della Terra di Mezzo, o anche degli Ent. È vero che quella non è farina del sacco di Gaiman (chi sa capirà) e che d'altronde lo separavano da Tolkien trent'anni fondamentali per il pensiero ecologista; ma il modo in cui viene utilizzato qui ha un'efficacia rara.
In un'epoca in cui il termine 'graphic novel' è diventato chic, bisognerebbe ripassare i fondamentali.
Da leggere e rileggere. Ed ammirare.
Sull'edizione Magic Press
Tempo fa (e parliamo del periodo in cui veniva pubblicato questo volume) la Magic Press era la mia editrice di fumetti preferita. Non acquistai quest'opera solo perché all'epoca ero giovane e squattrinato.
E per fortuna, perché in questo caso hanno fatto le cose davvero col culo. La traduzione fa pena. A più riprese mi sono trovato a leggere frasi italiane senza senso, intravedendo in filigrana il testo originale inglese. E dove questo si intuisce poetico, ricco di citazioni e rimandi oltre che di sfumature, la traduzione italiana butta in vacca anche quello che era salvabile semplicemente usando la preposizione giusta.
E non è finita. La terza volta che ho preso in mano il volume, la copertina si è staccata di netto dalle pagine.
E il bello è che l'edizione inglese risulta irreperibile. Quanti porchi...
Anche se questa miniserie è 'nuova' solamente per il sottoscritto, dato che si tratta in effetti della loro prima pubblicazione per la DC Comics, dopo le iniziali collaborazioni indipendenti: Violent Cases e Signal to Noise. Proprio queste ultime guadagnarono ai due un ingaggio per la DC; i tre numeri di Black Orchid vennero serializzati tra novembre 1988 e gennaio 1989, per poi venire raccolti in volume quello stesso anno. Karen Berger, futura Executive Editor della linea Vertigo, lesse ed apprezzò, offrendo a Gaiman il re-vamp di Sandman. E il resto è storia.
Lunga introduzione per inquadrare gli esordi di una delle joint ventures più celebrate nella storia recente dei comics.
Nell'intro, il giornalista Mikal Gilmore di Rolling Stone (!) giustamente sottolinea come entrambi gli artisti approntino proprio su queste pagine uno stile che verrà ulteriormente sviluppato, affinato ed amplificato sulla lunga distanza. Ma che già s'impone per originalità e profondità di visione, oltre naturalmente che per la qualità assoluta.
Si tratta quindi di un'opera pioneristica nell'ambito stesso di quella British Invasion che avrebbe rivoluzionato i fumetti d'oltreoceano. Questa è una delle (poche) opere che avrebbe provocato la nascita della linea DC Comics Vertigo, portando ad un'intera nuova concezione dei fumetti.
Gaiman prese un vecchio personaggio minore della DC, modificandone in parte la storia ma spt dandole uno spessore inedito; avrebbe fatto lo stesso con Sandman, e Alan Moore l'aveva già fatto con Swamp Thing. La dimensione supereroistica adolescenziale viene trascesa in una visione matura, capace di affrontare temi come il lutto, il perdono, i crimini familiari; ma anche la pazzia, i manicomi, il contrabbando d'armi, la corruzione sistematica da parte di spregiudicati complessi farmaceutici, la violenza sulle culture indigene...
Come avrà forse già intuito chi ha familiarità con l'universo DC Comics, la storia contiene precisi legami di continuity con altri personaggi, fondamentali per lo sviluppo della trama; ma è godibile anche da chi come me non conosce i retroscena, tranne magari i più ovvii.
Dal canto suo McKean dipinge (eh sì) delle tavole splendide, mozzafiato, grondanti colore e vita e sapienza compositiva ed espressività. Specialmente nella terza parte: la cui sequenza iniziale è un capolavoro nel capolavoro. McKean ci avrebbe abituato allo stile ibrido già usato per Mr Punch, fatto di chine nervose e collage fotografici; ma qui tocca vette di poesia da punto esclamativo.
E per inciso The Green (alias il parlamento degli alberi) mi sembra un'invenzione più potente degli Elfi della Terra di Mezzo, o anche degli Ent. È vero che quella non è farina del sacco di Gaiman (chi sa capirà) e che d'altronde lo separavano da Tolkien trent'anni fondamentali per il pensiero ecologista; ma il modo in cui viene utilizzato qui ha un'efficacia rara.
In un'epoca in cui il termine 'graphic novel' è diventato chic, bisognerebbe ripassare i fondamentali.
Da leggere e rileggere. Ed ammirare.
Sull'edizione Magic Press
Tempo fa (e parliamo del periodo in cui veniva pubblicato questo volume) la Magic Press era la mia editrice di fumetti preferita. Non acquistai quest'opera solo perché all'epoca ero giovane e squattrinato.
E per fortuna, perché in questo caso hanno fatto le cose davvero col culo. La traduzione fa pena. A più riprese mi sono trovato a leggere frasi italiane senza senso, intravedendo in filigrana il testo originale inglese. E dove questo si intuisce poetico, ricco di citazioni e rimandi oltre che di sfumature, la traduzione italiana butta in vacca anche quello che era salvabile semplicemente usando la preposizione giusta.
E non è finita. La terza volta che ho preso in mano il volume, la copertina si è staccata di netto dalle pagine.
E il bello è che l'edizione inglese risulta irreperibile. Quanti porchi...
De todo lo que he leído de Gaiman hasta ahora, este cómic es quizás lo que menos me ha gustado. Puede ser porque se me ha hecho poco, me ha faltado más historia para terminar de engancharme.
Sin embargo, contiene toques del autor que siempre aprecio, como el juego con las canciones de Sinatra, y desde luego el dibujo merece la pena, sobre todo por los contrastes entre la protagonista y el entorno sombrío en eñ que se encuentra.
Sin embargo, contiene toques del autor que siempre aprecio, como el juego con las canciones de Sinatra, y desde luego el dibujo merece la pena, sobre todo por los contrastes entre la protagonista y el entorno sombrío en eñ que se encuentra.
This is what comics, even superhero comics, can be. Beautiful works of art where the words and images flow to tell a story and make you think. This was like reading a poem brought to life through incredible artwork. There have been times when I feel like Dave McKean's artwork is good but mainly weird but the art in this was impressive. Even a simple frame of a just a phone - it was like photorealism. Then you'd go from that to Black Orchid and the strange dreamlike drawings. This is really powerful and it's crazy that this was from so early in their careers. It was interesting to see other DC characters pop up because this certainly didn't feel like a DC book even though I knew it was. We have Alan Moore to thank for that. DC sent someone to the UK to find the next Alan Moore and she found Gaiman. And she took a chance on him and McKean and I'm quite glad she did.
Debo reconocer que de éste personaje no conocía nad más que el nombre, pero me encontré éste libro a precio de remate en una tienda de libros usados y si la portada tiene el nombre de Neil Gaiman y arte de Dave McKean, era natural que lo fuera a comprar.
Pues bien, el arte es sublime, habiendo visto el lenguaje visual de McKean a lo largo de la serie de Sandman, quedé más que satisfecho por él. Pero no logré engancharme a la trama ¯\_(ツ)_/¯
Pues bien, el arte es sublime, habiendo visto el lenguaje visual de McKean a lo largo de la serie de Sandman, quedé más que satisfecho por él. Pero no logré engancharme a la trama ¯\_(ツ)_/¯
So gorgeously illustrated you simply lose yourself into the lush landscapes that surround them mystery of the Black Orchid. I went into this one pretty blind, so had to retrack a few times to catch the many references to different comic 'verses, but simply stunning.
I'm a huge Neil Gaiman and Dave McKean fan so it's a little surprising it took me this long to get around to reading this. I had never heard of Black Orchid before picking it up but it's a dreamy, mythic story that's perfectly suited to their talents. Also: the artwork is just jaw-droppingly gorgeous. If you haven't read it yet, the art alone would make it worth picking up.
Full review here: http://aeither.net/?p=3012
Full review here: http://aeither.net/?p=3012
PRETTY. And well-told, and feminist in the truest sense of the word. Comparisons to Watchmen write themselves, so I won't go there, just comment that this is a much gentler deconstruction of the superhero genre. Lots of fun DC cameos in Dave McKean's gorgeous, photorealistic style too.
To be perfectly honest, I couldn't finish this book. I tried but it just couldn't hold my interest. The art is beautiful and the message Gaiman is trying to get across to all comic fans is wonderful. However, I feel as if the tone is too dry for my liking so I am going to have to give this one a pass for now. Perhaps one day I will come back to it. Until then, I think you should read this and give it a go for yourself. You may end up liking it.