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Faust, Parts One and Two by Johann Wolfgang von Goethe

msukalic's review against another edition

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dark mysterious reflective slow-paced

3.75

charliethegoat's review against another edition

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AAAAAAAAA, może przeczytam to w całości jakoś w lepszych czasach bo jak na razie nie jest dobrze

night3aven's review against another edition

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challenging emotional reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.25

  • Faust - recensione

Goethe è senza dubbio un maestro di stile nella narrativa, sia dal punto di vista tecnico che contenutistico, e senza dubbio si nota chiaramente che dietro a una grande opera come il Faust ci sono numerosi anni di lavoro. Ed eppure, tentando di incapsulare tutto in una singola opera, spesso lo scrittore si perde per strada, mettendo in atto un'opera sì magistrale, mastodontica e inkommensurabel, ma al tempo stesso risulta talvolta eccessivamente massiccia, arzigogolata e non sempre d'impatto.

Stile:
Dal punto di vista dello stile, il lavoro svolto da Goethe è incredibile e assolutamente magistrale da ogni punto di vista: il perfetto insieme di figure retoriche, la scelta di diversi schemi rimici a seconda della situazione, la precisa cura nell'utilizzo dell'uno o dell'altro termine, così come i numerosissimi riferimenti letterari rendono l'opera un vero poema che, seppur criptico (centinaia le teorie interpretative ancora aperte riguardo a numerosi aspetti dell'opera, sia dal punto di vista tematico in senso largo che per quanto riguarda ogni singola precisa scelta lessicale) risulta costruito in modo magistrale.
Ma un' ottima costruzione non coincide sempre con un elemento positivo: molte parti dell'opera risultano d'impatto e coinvolgono lo spettatore, giungendo a eccezionali apici emotivi e intellettuali, ma altrettante parti risultano eccessivamente allegoriche o lente (complice anche la lunghezza complessiva dell'opera, che risulta nel complesso forse eccessiva) e falliscono nel coinvolgere pienamente lo spettatore.

Personaggi:
I personaggi sono senza dubbio bizzarri, per quanto ci sia comunque un certo accenno di caratterizzazione, a partire da Faust,
che inizialmente si presenta come uomo solo e depresso ma umile e gentile e giunge alla fine ad essere quasi una sorta di imperatore, che ha portato la pace e la libertà ma a costo di immani violenze - pur riuscendo a redimersi nel corso delle ultime scene, perlomeno secondo la concezione di Goethe -...
è difficile entrare in empatia con i personaggi ed è ancora più difficile comprenderli pienamente, nel loro costante essere contradditori, alle volte tanto da apparire quasi come burattini di scena e non verosimili personalità.
Persino Margherita/Gretchen, nonostante ricopra un forte valore simbolico, appare in fin dei conti come mero artificio che, seppur perfettamente delineato e con dialoghi costruiti ad hoc, rischia di diventare artificiale e di non avere profondità, diventando un semplice mezzo per creare una trasformazione e una forte emozione in Faust stesso.
Una cosa simile sì può dire anche per Mefistofele che, pur rimanendo costante nella sua malvagità, per lungo tempo - pressoché un secolo, se consideriamo l'età stimata di Faust poco prima della sua morte - aiuta il protagonista e si pone come personaggio di supporto e, pur criticandolo alle volte e tentando di corromperlo, sembra fare ogni cosa semplicemente per soddisfare le sue necessità, per poi sfogare in modo piuttosto inaspettato la propria ira contro di lui una volta "vinta" la scommessa.


Narrazione e temi:
Dal punto di vista narrativo, Goethe tenta di gettare pressoché ogni tipo di concezione e idea all'interno della trama, quasi volesse rendere il Faust una sorta di ultimo testamento autobiografico: passiamo dalla filosofia alla storia, dalla metafisica alla scienza della natura, dall'alchimia alla magia, dall'avventura alla fantascienza, dal fatato al perturbante, dalla dimensione individuale a quella collettiva, passando per numerosi rimandi alla classicità, così come ad altre opere più contemporanee a Goethe, sia opere letterarie che dipinti, composizioni musicali o qualsivoglia altro tipo di creazione.
La storia nel complesso può essere letta in moltissimi modi, ma una lettura socio-politica in correlazione all'espressione del senso dell'esistenza umana, prima ad un livello individuale del singolo e poi ad un livello individuale del regnante sembra essere forse la più funzionale:
 - nella prima parte dell'opera...
, dopo il prologo e dopo il monologo iniziale di Faust, in cui l'uomo annuncia di aver bisogno di una conoscenza superiore dato che quella di cui è ora in possesso non è abbastanza, osserviamo Mefistofele entrare in scena e nel corso della storia corrompere sempre di più Faust, che inizia ad essere prima vittima della sua lussuria - la sua attrazione verso Margherita lo porta a tentare immediatamente di sedurla, nonostante la grande differenza d'età -, poi ad abbandonare i suoi sentimenti religiosi e infine giunge persino ad uccidere il fratello della ragazza, per poi essere portato al limite della dissolutezza nel corso della Notte di Valpurga. Eppure, accanto alla corruzione di Faust, emerge anche una concezione importante: l'innocente amore che prova Margherita, nonostante tutto, risulta essere salvifico. In questo senso, Goethe probabilmente intende esprimere che l'amore è forza creatrice anche a livello del singolo individuo e chi nonostante gli errori tenta comunque di fare del bene, seppur nella propria ingenuità, merita di essere salvato perché ha portato a compimento il senso ultimo della propria vita terrena.

 - nella seconda parte (di gran lunga meno scorrevole, eccessivamente lunga e allegorica e con scene a tratti quasi superflue)...
, dopo numerose scene introduttive in cui emerge il tema politico e Faust finisce prima per servire alla corte dell'Imperatore e nelle ultime scene giunge ad essere imperatore egli stesso; nel corso di questo lungo processo, osserviamo: in primis la creazione artificiale di un essere vivente, Homunculus, che rappresenta al contempo i grandi avanzamenti della scienza ma al tempo stesso i suoi pericoli (Homunculus è alla costante erratica ricerca di un modo per essere veramente umano e poi, alla fine della Notte di Valpurga Classica, finisce per "morire" fondendosi con la natura e le acque - in questo senso questa parte funge anche da riflessione per Goethe per mettere in evidenza la forza creatrice e superiore della natura stessa e degli elementi naturali, che insieme all'Eros influenzano costantemente l'uomo e pur risultando perlopiù benevoli gli sono superiori -); in secundis, durante l'atto terzo - strutturato quasi come una tragedia greca - l'unione tra Faust e Elena di Sparta, che simboleggia l'importanza del ritorno alla classicità dal punto di vista dei principi e dei concetti, per poi rappresentare il passaggio al mondo feudale - Faust appare come un cavaliere medievale - e infine l'importanza della lotta per la libertà e l'indipendenza, come si può osservare nella breve esistenza di Euforione, figlio di Faust e Elena (e in questo senso portatore al contempo dei valori della classicità e dei valori feudali).
 Nell'atto quarto poi c'è in un certo senso un richiamo ad uno dei concetti dominanti dell'Eneide, cioè quello della guerra necessaria al fine di giungere alla pace e ad un fine superiore: l'intero atto consiste infatti in una battaglia tra l'imperatore e l'Antimperatore a cui Faust prende parte per ottenere una terra che egli progetta di popolare e sulla quale poi regnerà. È da osservare come Faust vinca la battaglia, ma grazie all'aiuto delle forze demoniache, a cui nonostante tutto è subordinato (il bene superiore subordinato alla necessità del male come mezzo operativo), seppur queste lo aiutino nelle sue imprese. Alla fine dell'atto c'è poi anche una breve riflessione sul contrasto tra potere temporale e potere spirituale (di nuovo, una lettura prettamente feudale e politica).
 Nell'atto quinto infine, osserviamo Faust al potere come vero e proprio imperatore, ma l'elemento accennato nell'atto precedente - il bene superiore di Faust è dipendente dalla violenza delle forze demoniache - qui si accentua ancora di più: l'intero atto è infatti un processo attraverso cui Faust inizia a slegarsi dalle forze demoniache per giungere al bene superiore, fine ultimo tanto desiderato, e poi ascendere in cielo. Inizialmente possiamo osservare come il potere abbia in un certo senso corrotto Faust, che pur avendo il dominio su una terra vastissima, vuole ottenere il dominio completo su ogni angolo di questo territorio e ordina per questo a Mefistofele di cacciare via Filemone e Bauci (in questo senso l'evento può essere letto anche come una sorta di abbandono della classicità), ma in fare ciò, volente o nolente, legittima la violenza della propria arroganza (non era davvero necessario ottenere il potere su tutto il territorio e disturbare o persino uccidere i due poveri e tranquilli anziani).
Faust maledice gli assassini ma il lavoro ormai è stato svolto, il suo ordine è stato compiuto. Faust viene poi accecato dalla Sorge, figura femminile che simboleggia la miseria, l'affanno e la preoccupazione, ma il protagonista non si dà per vinto e una volta per tutte decide di lottare con le proprie forze senza lasciarsi abbattere, rinunciando alla magia demoniaca che ha sempre sfruttato e ultimando il suo progetto socio-politico. A lavori ultimati, per Faust è giunto dunque il momento del sacrificio finale: dopo un monologo finale in cui annuncia il compimento del proprio progetto di vita (la creazione di un mondo libero in cui gli uomini possano vivere, che coincide con la creazione di una società capitalista - vista come società ideale perché garantisce libertà e benessere a tutti gli uomini, almeno secondo la concezione di Goethe, pur essendo un prodotto la cui creazione ha necessitato sia i principi del bene che le forze del male) e muore dopo aver pronunciato "la formula"; Mefistofele ha apparentemente vinto ma gli angeli e le forze del bene giungono a salvare l'anima di Faust e ad accoglierlo in Paradiso insieme a Margherita.


Il significato ultimo dell'opera:
Se nel primo atto il senso ultimo della vita terrena a livello individuale coincideva con l'innocente amore - forza creatrice -
provato da Margherita
e l'ingenua volontà di compiere sempre il bene, in questa seconda parte dell'opera emerge
, forse più a livello collettivo o a livello del regnante che a livello del singolo,
il valore dello streben.
Nonostante i numerosi errori, Faust infatti non si è mai fermato, a continuato ad agire, a faticare e a muoversi in ogni modo, cono determinazione, verso il proprio obiettivo di vita, senza mai mollare, ed è per questo che alla fine della storia, pur perdendo la "scommessa", viene salvato e accolto in cielo.

Per Goethe sono quindi questi gli elementi che danno senso alla vita umana: il valore dell'amore come forza creatrice, unito alla volontà di fare il bene, così come la determinazione e la continua azione, come mezzi per arrivare a rendere realtà le proprie idee e giungere al fine ultimo dell'esistenza.

Giudizio finale:
Nel complesso, il Faust è un'ottima opera, che a lettura compiuta può forse non soddisfare pienamente ma perlomeno risulta completa in tutto e per tutto. Gli anni di lavoro che Goethe ha dedicato a questo lunghissimo poema sono molti e per questo il poeta va lodato, ma l'opera non è perfetta e, soprattutto nella seconda parte, l'eccessivo simbolismo e la presenza di sequenze quasi riempitive stanca il lettore, che fatica a continuare a leggere l'opera (che nel complesso è oltretutto davvero eccessivamente lunga e avrebbe beneficiato di diversi tagli). Anche la componente religiosa è spesso davvero eccessiva e non del tutto utile, tuttavia la storia è nel complesso interessante e ancora più interessante è scoprire pagina dopo pagina l'intera concezione che Goethe ha dell'esistenza umana. 
Nel complesso dunque, un'ottima lettura che, nonostante una lunghezza esagerata e un simbolismo forse troppo contorto, merita di essere letta anche solo per mettersi a confronto con tutte le idee di Goethe, che possono fungere pur sempre da ottimi spunti di riflessione individuale.

"Dovessi dire all'attimo:
'Ma rimani! Tu sei così bello!'
allora gettami in catene,
allora accetterò la fine!
"

"Ogni cosa che passa
è solo una figura.
Quello che è inattingibile
qui diviene evidenza.
Quello che è indicibile
qui si è adempiuto.
L'eterno Elemento Femminile
ci trae verso l'alto.
"

lucazani11's review against another edition

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4.0

"Faust" is a literary work of profound depth and complexity, written by one of the greatest literary figures of the German Romantic era, Johann Wolfgang von Goethe. The play is a masterful exploration of the human condition, delving deep into the themes of morality, temptation, redemption, and the consequences of unchecked ambition. It tells the story of Faust, a disillusioned scholar who, in his quest for knowledge and worldly pleasures, makes a pact with the devil, Mephistopheles. The play traces Faust's journey as he grapples with his inner demons, navigating through the moral dilemmas that arise from his unholy alliance with the devil. Along the way, Faust falls in love with a young woman named Gretchen, whose innocence and purity serve as a stark contrast to his own corrupted soul. The play ultimately ends in tragedy, as Faust's actions lead to the downfall of Gretchen and himself. "Faust" is a richly nuanced work that rewards careful reading and interpretation, and its enduring appeal lies in its ability to resonate with readers across time and cultures.

catcardoso's review against another edition

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it’s giving bible fanfiction from a mans pov (read for uni)

timu's review against another edition

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5.0

Faust ist Fabelhaft

adrianasturalvarez's review against another edition

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challenging dark funny medium-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.0

Undoubtedly a masterwork of world literature, any rating from me is more a rating of me than Goethe's lifelong project (I cannot imagine what it would be like to work on something for 60 years... and then to fuck up the ending oof). The play covers everything from religion, society, morality, ambition, and witchy orgies like no other and I have to say I've felt like I've been in an argument with Goethe across time for the duration of my reading this. I have found this novel profoundly affecting - a little for the titular character, a lot for Mephistopheles, who is 10 times more interesting as a character. I also have a pretty soft spot for Gretchen and I haven't fully investigated my feelings about her character, Goethe's view of women or its entanglement with his conception of Christianity. It all seems very off, like maybe we need to reevaluate everything we've built from the Western canon of literature?

immila's review against another edition

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challenging mysterious slow-paced
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.75

boblanksma's review against another edition

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I quite enjoyed the first part, because the scenes were short it was easy to read. The scenes in the second part are much longer, and thus take more effort. I read the first scene and understood very little, and I haven't had the motivation to continue after that. I would like to pick up the second part sometime in the future though, I would like to know how it ends.

creg_11's review against another edition

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challenging funny

4.0