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Well worth the read but the ending was a big let down for me. Loved the world building and especially loved the philosophy and how it was implemented and explored.
Did not care for the old-timey gender essentialism coupled with exploration of masculine and feminine. Displays how woefully incomplete study of that nature, or what was consumed of it by the author, can hinder a theme. The hah evil caricature Baron only underscored this point. The literalization of the transformation to godhood was pretty anti climatic for me, though it was clearly leading there for some time in the last book.
What continued to be interesting was the examination of social structures and constructs. Some of the characters, mostly the men, were well done and served their purpose without being grating. Dialogue was usually good, though ventured into the corny when epic things happened. Important that such a thing is attempted by authors, even with its failings and blind spots, I think this is the kind of ambitious fiction that I prefer to consume. Western sci-fi and fantasy is so much more tropey than this right now and this is quite old now.
Highly enjoyable and would recommend, with the caveats above.
Did not care for the old-timey gender essentialism coupled with exploration of masculine and feminine. Displays how woefully incomplete study of that nature, or what was consumed of it by the author, can hinder a theme. The hah evil caricature Baron only underscored this point. The literalization of the transformation to godhood was pretty anti climatic for me, though it was clearly leading there for some time in the last book.
What continued to be interesting was the examination of social structures and constructs. Some of the characters, mostly the men, were well done and served their purpose without being grating. Dialogue was usually good, though ventured into the corny when epic things happened. Important that such a thing is attempted by authors, even with its failings and blind spots, I think this is the kind of ambitious fiction that I prefer to consume. Western sci-fi and fantasy is so much more tropey than this right now and this is quite old now.
Highly enjoyable and would recommend, with the caveats above.
adventurous
emotional
tense
slow-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
No
adventurous
dark
emotional
reflective
tense
medium-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
Yes
adventurous
challenging
mysterious
reflective
slow-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
No
Amazing exploration of society and the norms that have been established. Heavy read in the lane of Asimov foundation or Butler in the wildseed series.
I'd say one of the greatest books ever written.
I'd say one of the greatest books ever written.
Excellent books but a very poor edition, with many typos and errors.
Nel complesso un tomo affascinante, sorprendente alla luce degli anni trascorsi dalla scrittura di questi libri.
Dune, il primo libro, è... potente. Straripante, innovativo, precursore. Ci mostra la fantascienza fantasy che è poi entrata di forza nell'immaginario collettivo con Star Wars.
Un impero galattico di stampo feudale, un pianeta rigidissimo popolato dai Fremen (che decenni dopo ispireranno non poco Robert Jordan), una setta di donne dotate di poteri (ancora, Robert Jordan ma anche Goodkind, per esempio). Il ripudio dei computer e l'arrivo dei Mentat.
Gli anni hanno comunque imposto il loro fardello a quest'opera: le distinzioni sono tra bianco e nero, mancano le sfumature che ormai conosciamo bene. I cattivi sono malvagi, i buoni sono Santi.
E i tanti salti temporali per coprire la parte centrale della storia li ho sopportati pochissimo.
Ma resta comunque un grandissimo libro, una pietra miliare.
Si arriva al secondo. Messia di Dune.
Che è abbastanza deludente, più che un secondo libro è un epilogo del primo.
Ci mostra la situazione dopo Dune, proseguendo nello stratagemma dei salti temporali per raccontarci senza mostrarci, e così sappiamo che la tremenda jihad dei Fremen è già arrivata e passata. Gioia!
La storia è incentrata semplicemente su un complotto contro Muad'Dib, in un caleidoscopio di piani e visioni tra le varie parti in causa. Fino a concludere la storia di Muad'Dib.
Non che sia brutto, ma è... poco. Anche dieci anni fa, alla prima lettura, ne rimasi deluso.
Poi chiudiamo questa prima trilogia con I figli di Dune.
Leto e Ghanima, i figli di Paul Atreides, sono bambini ed eredi al trono imperiale. Zia Alia governa in loro vece. Nonna Jessica è sul vecchio pianeta degli Atreides.
In tutto questo però ci sono i piccoli dettagli dei pre-nati. Paul, Ghanima e Alia sono tutti nati già consapevoli, con una moltitudine di identità pregresse dentro di loro.
Scopriamo che Alia è diventata un'Abominazione, soggiogata dalla coscienza del vecchio barone Harkonnen (quello che essendo cattivo era il Male impersonificato). E ora vuole distruggere tutto ciò che gli Atreides hanno significato o creato.
Un bel libro, macchiato un po' troppo dal fatto che io lettore mi ritrovo a osservare senza comprendere, mentre tutti i personaggi o quasi si muovono all'interno di visioni dalle quali noi siamo esclusi. Tutti hanno i loro progetti, le loro visioni, i loro secondi o terzi giochi. Noi ci nutriamo famelici di pochi frammenti lasciati qua e là, ma non ci bastano!
Molto interessanti comunque le analisi politiche di Leto e di Alia sulla civiltà imperiale, su come la vittoria e la ricchezza abbiano cambiato i Fremen e su come la prosperità stia uccidendo Arrakis ponendo le basi per la sua stessa rovina.
Nel suo insieme una lettura davvero affascinante, piacevole, rivoluzionaria.
In futuro mi dedicherò sicuramente alla rilettura degli altri tre libri.
Dune, il primo libro, è... potente. Straripante, innovativo, precursore. Ci mostra la fantascienza fantasy che è poi entrata di forza nell'immaginario collettivo con Star Wars.
Un impero galattico di stampo feudale, un pianeta rigidissimo popolato dai Fremen (che decenni dopo ispireranno non poco Robert Jordan), una setta di donne dotate di poteri (ancora, Robert Jordan ma anche Goodkind, per esempio). Il ripudio dei computer e l'arrivo dei Mentat.
Gli anni hanno comunque imposto il loro fardello a quest'opera: le distinzioni sono tra bianco e nero, mancano le sfumature che ormai conosciamo bene. I cattivi sono malvagi, i buoni sono Santi.
E i tanti salti temporali per coprire la parte centrale della storia li ho sopportati pochissimo.
Ma resta comunque un grandissimo libro, una pietra miliare.
Si arriva al secondo. Messia di Dune.
Che è abbastanza deludente, più che un secondo libro è un epilogo del primo.
Ci mostra la situazione dopo Dune, proseguendo nello stratagemma dei salti temporali per raccontarci senza mostrarci, e così sappiamo che la tremenda jihad dei Fremen è già arrivata e passata. Gioia!
La storia è incentrata semplicemente su un complotto contro Muad'Dib, in un caleidoscopio di piani e visioni tra le varie parti in causa. Fino a concludere la storia di Muad'Dib.
Non che sia brutto, ma è... poco. Anche dieci anni fa, alla prima lettura, ne rimasi deluso.
Poi chiudiamo questa prima trilogia con I figli di Dune.
Leto e Ghanima, i figli di Paul Atreides, sono bambini ed eredi al trono imperiale. Zia Alia governa in loro vece. Nonna Jessica è sul vecchio pianeta degli Atreides.
In tutto questo però ci sono i piccoli dettagli dei pre-nati. Paul, Ghanima e Alia sono tutti nati già consapevoli, con una moltitudine di identità pregresse dentro di loro.
Scopriamo che Alia è diventata un'Abominazione, soggiogata dalla coscienza del vecchio barone Harkonnen (quello che essendo cattivo era il Male impersonificato). E ora vuole distruggere tutto ciò che gli Atreides hanno significato o creato.
Un bel libro, macchiato un po' troppo dal fatto che io lettore mi ritrovo a osservare senza comprendere, mentre tutti i personaggi o quasi si muovono all'interno di visioni dalle quali noi siamo esclusi. Tutti hanno i loro progetti, le loro visioni, i loro secondi o terzi giochi. Noi ci nutriamo famelici di pochi frammenti lasciati qua e là, ma non ci bastano!
Molto interessanti comunque le analisi politiche di Leto e di Alia sulla civiltà imperiale, su come la vittoria e la ricchezza abbiano cambiato i Fremen e su come la prosperità stia uccidendo Arrakis ponendo le basi per la sua stessa rovina.
Nel suo insieme una lettura davvero affascinante, piacevole, rivoluzionaria.
In futuro mi dedicherò sicuramente alla rilettura degli altri tre libri.
Let's get this straight - the first book, Dune, is fantastic. 5 stars.
Dune Messiah is OK, 3.5 stars.
Children of Dune is terrible. I couldn't finish it, and trust me, I tried. It made me want to walk into the desert.
Dune Messiah is OK, 3.5 stars.
Children of Dune is terrible. I couldn't finish it, and trust me, I tried. It made me want to walk into the desert.