Take a photo of a barcode or cover
Tremendous. My brain has been processing this book for days since finishing it. Social commentary, intrigue, adventure, a love story, and the morality of pre-republic political systems in Europe, all in a captivating psychological novel. The best book I have read in a long time.
challenging
slow-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
Yes
The hero is a handsome, lucky fool, Fabrizio del Dongo, who gets into and out of scrapes due to a kind of calculated passion. That is, he makes grand gestures less because of true love or any particular political commitment, but because he's concerned about what pose he should strike. His most memorable adventure and the best episode in the book is his uncomprehending participation in the battle of Waterloo, whither he has hied without any military experience or training or knowledge of French. This is a funny, poignant, and probably realistic depiction of the confusion of battle and the panicked disarray of the French soldiers and officers after their defeat.
There is also fun in some of Stendahl's miscellaneous observations about love, politics and letters.
"And a man of your talents, Signor, must steal in order to live!" [says the Duchess (Fabrizio's beautiful aunt) to the highwayman, who is also a famous poet.]
"That may be the reason I have any talent. Hitherto all our authors who have become well known were people paid by the government or by the religion they sought to undermine...." (p. 357)
Another insight (this time in the voice of the author
«I am inclined to think that the immoral delight Italians experience in taking revenge is a consequence of their power of imagination; people in other countries do not, strictly speaking, forgive; they forget.» (p. 365)
Stendahl finally gets bored with Fabrizio and lets him die in a monastery, of love-sickness.
There is also fun in some of Stendahl's miscellaneous observations about love, politics and letters.
"And a man of your talents, Signor, must steal in order to live!" [says the Duchess (Fabrizio's beautiful aunt) to the highwayman, who is also a famous poet.]
"That may be the reason I have any talent. Hitherto all our authors who have become well known were people paid by the government or by the religion they sought to undermine...." (p. 357)
Another insight (this time in the voice of the author
«I am inclined to think that the immoral delight Italians experience in taking revenge is a consequence of their power of imagination; people in other countries do not, strictly speaking, forgive; they forget.» (p. 365)
Stendahl finally gets bored with Fabrizio and lets him die in a monastery, of love-sickness.
http://nwhyte.livejournal.com/2482966.html
I can see what attracts any fan of nineteenth century French literature about the novel, a Bildungsroman of a spoiled aristocratic young man who runs into political and romantic trouble on the Italian/Swiss border in the 1820s. There is a particularly good poetic highwayman, and daring escape from the titular chapterhouse. Those wanting to read about Waterloo won't get the tactical blow by blow account of other writers. Our hero runs away to Belgium to fight for Napoleon at the start of the book, and gets caught up in the battle and its aftermath, experiencing it as an incomprehensible maelstrom of carnage, chaos and petty crime, before returning home a little older and not much wiser. It's probably fairly realistic in terms of the experience of most soldiers in any war, and sets up the central character's naïveté for the rest of the book.
I can see what attracts any fan of nineteenth century French literature about the novel, a Bildungsroman of a spoiled aristocratic young man who runs into political and romantic trouble on the Italian/Swiss border in the 1820s. There is a particularly good poetic highwayman, and daring escape from the titular chapterhouse. Those wanting to read about Waterloo won't get the tactical blow by blow account of other writers. Our hero runs away to Belgium to fight for Napoleon at the start of the book, and gets caught up in the battle and its aftermath, experiencing it as an incomprehensible maelstrom of carnage, chaos and petty crime, before returning home a little older and not much wiser. It's probably fairly realistic in terms of the experience of most soldiers in any war, and sets up the central character's naïveté for the rest of the book.
Letto per le sfide
1. Trim your TBR - Libro #19, per la task Un libro ambientato in Italia
2. Esimio sconosciuto 2020 - (11/15)
3. Extra-Large 2020 - Modalità difficile (4/9, #691 pagine).
1. Trim your TBR - Libro #19, per la task Un libro ambientato in Italia
2. Esimio sconosciuto 2020 - (11/15)
3. Extra-Large 2020 - Modalità difficile (4/9, #691 pagine).
“Pensa più un innamorato a raggiungere la sua amante che non il marito a sorvegliarla.”
Il libro ambientato in Italia e diviso in due parti, racconta le vicende, anche amorose di Fabrizio del Dongo. Il primo libro non mi piaciuto più di tanto, ma il secondo invece mi ha colpito, tra intrighi e la vita di corte, tra fughe e innamoramenti, mi ha fatto vivere l'afflizione del protagonista ma anche il suo amore per Clelia Conti.
Bhe, che dire, nonostante fosse una rilettura (la prima risale alle superiori) lo consiglierei.
Il libro ambientato in Italia e diviso in due parti, racconta le vicende, anche amorose di Fabrizio del Dongo. Il primo libro non mi piaciuto più di tanto, ma il secondo invece mi ha colpito, tra intrighi e la vita di corte, tra fughe e innamoramenti, mi ha fatto vivere l'afflizione del protagonista ma anche il suo amore per Clelia Conti.
Bhe, che dire, nonostante fosse una rilettura (la prima risale alle superiori) lo consiglierei.
slow-paced
Questo libro mi ha fatto provare una quantità infinità di sentimenti, andando dal

al

In breve:
Fabrizio è un giovane cadetto di una famiglia nobiliare del Nord Italia con pessime idee, tra cui quella di raggiungere alla carlona Napoleone, per quella che sarà la battaglia di Waterloo

Grazie alla zia Gina Pietranera viene reintrodotto in società in Italia senza problemi, iniziando la carriera ecclesiastica a Napoli, poi a Parma, dove si trova la zia e il suo amante, il conte Mosca.
Purtroppo, Gina si innamora del nipote

che, essendone consapevole, intavola una serie di storielle d'amore fino all'omicidio per legittima difesa del protettore di una delle sue fiamme.
Sarebbe una colpa di poco conto se i nemici della zia non brigassero in modo tale da farlo condannare a 12 anni di prigione.
Dopo la sua cattura, Fabrizio intavola una conversazione, che sfocerà in amore, con Clelia, la figlia del comandante del carcere, promessa a un altro. La passione è tale che lui rifiuterà ogni intervento della zia per farlo evadere pur di rimanere lì e solo le preghiere della ragazza lo costringono ad ubbidire.

Sorry, non è la gif giusta

Grazie a Mosca e a Gina le accuse cadono e lui può riprendere la vita di sempre, senza però Clelia, che nel frattempo si è sposata e ha fatto il voto di non vedere il ragazzo mai più, dopo un tentativo di avvelenamento che aveva colpito il padre.
Il commento:
Devo dire che, per la maggior parte del tempo, non ho sopportato Fabrizio per NULLA.
E' totalmente irresponsabile e la sua ingenuità è quasi idiozia pura. Forse all'epoca molti si saranno sentiti vicini a questo tipo di personaggio, che per i suoi ideali ed eroi rischia tutto, ma avrei voluto che smettesse di essere così avventato e iniziasse a pensare con la testa.
E' un giovane nobile, anche se, essendo secondogenito, non erediterà quasi nulla, eppure è di un'ignoranza atomica, come spesso all'inizio il narratore stesso sottolinea.
Passi l'immaturità dell'età, ma non che, in una famiglia del genere, con antenati nell'esercito, non sappia che per battersi bisogna semplicemente arruolarsi.

Nonostante tutto, il più grande fastidio mi è stato recato dal suo comportamento con le donne.
Fino al suo secondo incontro con Clelia, Fabrizio afferma spesso di non aver conosciuto l'amore e aggiunge anche la possibilità di essere incapace di provarne.

Questo non lo limita dall'avere svariate amanti (si parla di dieci sono a Napoli, dove rimane circa un anno) e dal contendere per sfizio una cantante al conte M, personaggio ancor più patetico di lui, scappandosene a piangere tra le gonne di sua zia Gina ogni volta che succede un disastro.
Pur conoscendo bene la sua infatuazione per lui (tutta Parma pensa che stiano insieme #segretodipulcinella) e non volendola ingannare sull'affetto filiale che prova per lei, Fabrizio continua a rivolgersi alla duchessa e a contare sul suo appoggio, ben contento di tutte le attenzione che gli vengono rivolte e spaventato di perderla.
Se da un lato capisco che Gina sia la sua unica amica in una città sconosciuta e che lui non disponga di chissà che entrate economiche, dall'altro penso che Fabrizio sia un bambinone viziato e attaccabrighe.
Se Fabrizio, come si vede, non è stato molto apprezzato, Gina e Mosca sono stati i favoriti.

Indomita, fiera e coraggiosa lei, manipolatore freddo ma capace di ardente passione lui.
La coppia perfetta.
Fin da subito si nota che Gina provi un amore meno passionale, misto al rispetto, mentre Mosca è travolto dall'amore come un quindicenne, nonostante sia sulla cinquantina.
Credo proprio che si completino e che, nei cinque anni di pace, si siano fatti un gran bene.
Ho adorato come entrambi manipolino il principe di Parma, in maniera diversa, e come cerchino di fare il meglio per loro.
Parlando della storia, ci sono stati vari momenti di noia, soprattutto quando Fabrizio è in giro che scappa o in prigione. Questo perché non è un gran personaggio che possa reggere a delle vicende realistiche, tanto che, dopo la prima avventura finita bene, ci si aspetta sempre che riesca a cavarsela mai grazie alle sue sole forze .
Mi è piaciuto la cornice storica (Napoleone è come il prezzemolo nella narrativa di questo periodo storico) e come vengano dipinte la corte e la nobiltà che la abita, mostrandone ipocrisie, piccolezze e stranezze.

Purtroppo Stendhal non è stato molto attento a ciò che aveva già scritto, per cui ci sono alcuni piccoli passaggi nella trama che mancano e che mi sono dispiaciuti, perché mi interessava il loro sviluppo e perché denota che forse nemmeno all'autore alla fine interessasse granché dei suoi personaggi, come già notato in Il rosso e il nero.
Conclusione:
Il libro è abbastanza scorrevole ed emozionante, soprattutto se si è patiti delle fughe e delle avventure alla Conte di Montecristo. I personaggi sono piuttosto drammatici e riescono sempre a stimolare un po' di divertimento, anche se spesso a loro spese.
Una buona lettura, ma non consiglio per nulla l'edizione della Newton & Compton, i cui caratteri sono visibili solo con un microscopio elettronico.
al

In breve:
Fabrizio è un giovane cadetto di una famiglia nobiliare del Nord Italia con pessime idee, tra cui quella di raggiungere alla carlona Napoleone, per quella che sarà la battaglia di Waterloo

Grazie alla zia Gina Pietranera viene reintrodotto in società in Italia senza problemi, iniziando la carriera ecclesiastica a Napoli, poi a Parma, dove si trova la zia e il suo amante, il conte Mosca.
Purtroppo, Gina si innamora del nipote

che, essendone consapevole, intavola una serie di storielle d'amore fino all'omicidio per legittima difesa del protettore di una delle sue fiamme.
Sarebbe una colpa di poco conto se i nemici della zia non brigassero in modo tale da farlo condannare a 12 anni di prigione.
Dopo la sua cattura, Fabrizio intavola una conversazione, che sfocerà in amore, con Clelia, la figlia del comandante del carcere, promessa a un altro. La passione è tale che lui rifiuterà ogni intervento della zia per farlo evadere pur di rimanere lì e solo le preghiere della ragazza lo costringono ad ubbidire.

Sorry, non è la gif giusta

Grazie a Mosca e a Gina le accuse cadono e lui può riprendere la vita di sempre, senza però Clelia, che nel frattempo si è sposata e ha fatto il voto di non vedere il ragazzo mai più, dopo un tentativo di avvelenamento che aveva colpito il padre.
Il commento:
Devo dire che, per la maggior parte del tempo, non ho sopportato Fabrizio per NULLA.
E' totalmente irresponsabile e la sua ingenuità è quasi idiozia pura. Forse all'epoca molti si saranno sentiti vicini a questo tipo di personaggio, che per i suoi ideali ed eroi rischia tutto, ma avrei voluto che smettesse di essere così avventato e iniziasse a pensare con la testa.
E' un giovane nobile, anche se, essendo secondogenito, non erediterà quasi nulla, eppure è di un'ignoranza atomica, come spesso all'inizio il narratore stesso sottolinea.
Passi l'immaturità dell'età, ma non che, in una famiglia del genere, con antenati nell'esercito, non sappia che per battersi bisogna semplicemente arruolarsi.

Nonostante tutto, il più grande fastidio mi è stato recato dal suo comportamento con le donne.
Fino al suo secondo incontro con Clelia, Fabrizio afferma spesso di non aver conosciuto l'amore e aggiunge anche la possibilità di essere incapace di provarne.

Questo non lo limita dall'avere svariate amanti (si parla di dieci sono a Napoli, dove rimane circa un anno) e dal contendere per sfizio una cantante al conte M, personaggio ancor più patetico di lui, scappandosene a piangere tra le gonne di sua zia Gina ogni volta che succede un disastro.
Pur conoscendo bene la sua infatuazione per lui (tutta Parma pensa che stiano insieme #segretodipulcinella) e non volendola ingannare sull'affetto filiale che prova per lei, Fabrizio continua a rivolgersi alla duchessa e a contare sul suo appoggio, ben contento di tutte le attenzione che gli vengono rivolte e spaventato di perderla.
Se da un lato capisco che Gina sia la sua unica amica in una città sconosciuta e che lui non disponga di chissà che entrate economiche, dall'altro penso che Fabrizio sia un bambinone viziato e attaccabrighe.
Se Fabrizio, come si vede, non è stato molto apprezzato, Gina e Mosca sono stati i favoriti.

Indomita, fiera e coraggiosa lei, manipolatore freddo ma capace di ardente passione lui.
La coppia perfetta.
Fin da subito si nota che Gina provi un amore meno passionale, misto al rispetto, mentre Mosca è travolto dall'amore come un quindicenne, nonostante sia sulla cinquantina.
Credo proprio che si completino e che, nei cinque anni di pace, si siano fatti un gran bene.
Ho adorato come entrambi manipolino il principe di Parma, in maniera diversa, e come cerchino di fare il meglio per loro.
Parlando della storia, ci sono stati vari momenti di noia, soprattutto quando Fabrizio è in giro che scappa o in prigione. Questo perché non è un gran personaggio che possa reggere a delle vicende realistiche, tanto che, dopo la prima avventura finita bene, ci si aspetta sempre che riesca a cavarsela
Mi è piaciuto la cornice storica (Napoleone è come il prezzemolo nella narrativa di questo periodo storico) e come vengano dipinte la corte e la nobiltà che la abita, mostrandone ipocrisie, piccolezze e stranezze.

Purtroppo Stendhal non è stato molto attento a ciò che aveva già scritto, per cui ci sono alcuni piccoli passaggi nella trama che mancano e che mi sono dispiaciuti, perché mi interessava il loro sviluppo e perché denota che forse nemmeno all'autore alla fine interessasse granché dei suoi personaggi, come già notato in Il rosso e il nero.
Conclusione:
Il libro è abbastanza scorrevole ed emozionante, soprattutto se si è patiti delle fughe e delle avventure alla Conte di Montecristo. I personaggi sono piuttosto drammatici e riescono sempre a stimolare un po' di divertimento, anche se spesso a loro spese.
Una buona lettura, ma non consiglio per nulla l'edizione della Newton & Compton, i cui caratteri sono visibili solo con un microscopio elettronico.
