Scan barcode
roary47's review
5.0
Cannot wait to finish reading all of these. I feel for the parents now that I have my own child.
lilirose's review
funny
lighthearted
relaxing
medium-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? No
- Loveable characters? Yes
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? Yes
3.0
Dennis la minaccia è una famosa striscia a fumetti statunitense, nata negli anni '50, da cui sono stati tratti negli anni cartoni animati e film. Iconico il biondissimo Dennis con le sue immancabili salopette e maglie a righe.
Da noi in Italia però non è mai stato troppo famoso, sicuramente molto meno dei Peanuts di Schultz o della Mafalda di Quino, per rimanere nell'ambito delle vignette incentrate sui bambini; il motivo penso di averlo scoperto leggendo questo libro, che raccoglie le storie degli esordi.
Innanzitutto è un fumetto profondamente americano, che ci mostra lo stereotipo della tipica famiglia di provincia: agiati, di bella presenza e senza un problema al mondo (a parte la piccola peste ovviamente); tra cene del ringraziamento, baseball e Halloween, dubito che negli anni in cui è stato scritto potesse risultare familiare agli italiani. Non solo l'ambientazione, anche le tematiche sono meno universali. Mentre i personaggi di Schultz affrontano questioni esistenziali e Quino manda forti messaggi di critica politica e sociale tramite le sue vignette, Ketcham si limita a scrivere storielle su un bambino discolo. Innegabilmente piacevoli e divertenti, ma nulla di più.
Dove però a mio parere supera i suoi colleghi è nel disegno: il suo tratto è sempre incisivo, ogni linea ha una precisa funzione e dietro l'apparente essenzialità è tutto curato fin nel minimo dettaglio. E' particolarmente impressionante come riesca a far convivere in Dennis l'innocenza e la monelleria, è disegnato in maniera così tenera e vivace che non si può fare a meno di volergli bene nonostante tutto.
Non avevo mai letto questa striscia e penso fosse una lacuna che andava colmata, ma nonostante sia stata una lettura divertente non mi ha interessato al punto da voler proseguire con gli altri volumi.
Da noi in Italia però non è mai stato troppo famoso, sicuramente molto meno dei Peanuts di Schultz o della Mafalda di Quino, per rimanere nell'ambito delle vignette incentrate sui bambini; il motivo penso di averlo scoperto leggendo questo libro, che raccoglie le storie degli esordi.
Innanzitutto è un fumetto profondamente americano, che ci mostra lo stereotipo della tipica famiglia di provincia: agiati, di bella presenza e senza un problema al mondo (a parte la piccola peste ovviamente); tra cene del ringraziamento, baseball e Halloween, dubito che negli anni in cui è stato scritto potesse risultare familiare agli italiani. Non solo l'ambientazione, anche le tematiche sono meno universali. Mentre i personaggi di Schultz affrontano questioni esistenziali e Quino manda forti messaggi di critica politica e sociale tramite le sue vignette, Ketcham si limita a scrivere storielle su un bambino discolo. Innegabilmente piacevoli e divertenti, ma nulla di più.
Dove però a mio parere supera i suoi colleghi è nel disegno: il suo tratto è sempre incisivo, ogni linea ha una precisa funzione e dietro l'apparente essenzialità è tutto curato fin nel minimo dettaglio. E' particolarmente impressionante come riesca a far convivere in Dennis l'innocenza e la monelleria, è disegnato in maniera così tenera e vivace che non si può fare a meno di volergli bene nonostante tutto.
Non avevo mai letto questa striscia e penso fosse una lacuna che andava colmata, ma nonostante sia stata una lettura divertente non mi ha interessato al punto da voler proseguire con gli altri volumi.
More...