Take a photo of a barcode or cover
This will probably be the only Philip Roth book I read. I think if you grew up in New Jersey/New York in the 50s and 60s you will probably appreciate it more. I just couldn’t relate at all. The audio reader also had a very strong accent so it may have skewed my experience.
Kind of a drag at times but a truly impressive and expansive critique of much of white America
Seymour “the Swede” Levov, an American capitalist, pitted against his revolutionary daughter who opposes the war in Vietnam, finds his decorum and his status challenged. The book, perhaps, treat what was with more nostalgia, and what could be with more fear. However, it captures the inevitable transitions of American history well.
Reading American Pastoral was a bit like having Woody Allen narrate the tragic story of a seemingly perfect family that is thrown in to turmoil by a troubled daughter. The main "protagonist" goes through struggles with his marriage, his identity as a father, his identity as a man, religious struggles, and with his conscience. Well written- but tended to lose my attention from time to time. Glad I didn't read this while expecting a child!
Un romanzo da rileggere, questa volta sapendo dove si andrà a parare.
Perché all'inizio abbiamo Roth che ci introduce alla vita dello Svedese, di questo fulgido esempio di perfezione americana: ebreo immigrato di seconda generazione, alto, bello, perfetto nello sport, perfetto nei confronti di tutti gli altri, corso nei marines per aiutare durante la seconda guerra mondiale, rispettoso dei genitori, impresario di successo, sposato con miss New Jersey.
Scopriamo che a scuola, nella cittadina di cui era l'idolo e la speranza, aveva incrociato Zuckerman, l'alter ego dell'autore, compagno di scuola del suo fratello minore.
Poco a poco Roth scompare, lasciando il posto a Zuckerman.
Zuckerman e i suoi ricordi dello Svedese, di come abbia plasmato la sua gioventù la vicinanza con questa creatura quasi divina.
Zuckerman e gli ultimi incontri quasi casuali con lo Svedese, ormai adulti entrambi, e la sconcertante scoperta che il suo idolo fosse solo umano, e anzi che magari non nascondesse dietro la sua facciata accomodante chissà quale complessità, ma che fosse tutto solo lì, un involucro di pura apparenza a protezione di un vuoto cosmico, una persona il cui unico scopo nella vita era soddisfare le altisime aspettative del mondo nei suoi confronti.
Zuckerman e la scoperta, durante un ritrovo di ex studenti del liceo, di ciò che non aveva saputo allora sullo Svedese, i segreti che gli rivela suo fratello. I segreti che hanno lacerato e distrutto l'esistenza del ragazzo d'oro del passato, i colpi che hanno ucciso suo padre e rovinato le sue certezze, la sua vita.
Ed è a questo punto che inizia la biografia di Seymour Levov, l'uomo noto come Lo Svedese. Una biografia immaginata da Zuckerman quando ormai il protagonista della biografia è morto, una biografia che non sappiamo quanto possa essere reale o anche solo realistica.
Partendo dai punti fermi enunciati dal fratello, e magari da articoli di giornale recuperati in seguito, lo scrittore (alter ego del sovrascrittore Roth) tesse la vita dello Svedese.
E con questa tessitura abbiamo anche la voce che lui immagina essere quella di Seymour stesso, il cui punto di vista spesso compare prepotente come i suoi pensieri, e ci occorre uno sforzo per tenere presente che il tutto è una narrazione di Zuckerman.
Abbiamo la vita dello Svedese, così come può essere immaginata.
Con lui e con la sua caduta abbiamo anche il racconto della caduta di un'America, la fine di un sogno distrutto alla base dalla rabbia di chi non si riconosce e non accetta la via seguita fino ad allora.
Abbiamo le proteste generazionali contro la guerra in Vietnam, portate avanti dai figli di chi aveva combattuto nella guerra precedente, contro Hitler. Il divario generazionale che alla fine mina le certezze di una vita e distrugge tutto.
Una rabbia, una follia che distruggono Seymour ma pure il granitico e inflessibile padre di lui, con l'apoteosi simbolica nel finale del libro.
Si, sicuramente un libro da rileggere per poterne cogliere le sfumature, i significati, le intenzioni.
Perché all'inizio abbiamo Roth che ci introduce alla vita dello Svedese, di questo fulgido esempio di perfezione americana: ebreo immigrato di seconda generazione, alto, bello, perfetto nello sport, perfetto nei confronti di tutti gli altri, corso nei marines per aiutare durante la seconda guerra mondiale, rispettoso dei genitori, impresario di successo, sposato con miss New Jersey.
Scopriamo che a scuola, nella cittadina di cui era l'idolo e la speranza, aveva incrociato Zuckerman, l'alter ego dell'autore, compagno di scuola del suo fratello minore.
Poco a poco Roth scompare, lasciando il posto a Zuckerman.
Zuckerman e i suoi ricordi dello Svedese, di come abbia plasmato la sua gioventù la vicinanza con questa creatura quasi divina.
Zuckerman e gli ultimi incontri quasi casuali con lo Svedese, ormai adulti entrambi, e la sconcertante scoperta che il suo idolo fosse solo umano, e anzi che magari non nascondesse dietro la sua facciata accomodante chissà quale complessità, ma che fosse tutto solo lì, un involucro di pura apparenza a protezione di un vuoto cosmico, una persona il cui unico scopo nella vita era soddisfare le altisime aspettative del mondo nei suoi confronti.
Zuckerman e la scoperta, durante un ritrovo di ex studenti del liceo, di ciò che non aveva saputo allora sullo Svedese, i segreti che gli rivela suo fratello. I segreti che hanno lacerato e distrutto l'esistenza del ragazzo d'oro del passato, i colpi che hanno ucciso suo padre e rovinato le sue certezze, la sua vita.
Ed è a questo punto che inizia la biografia di Seymour Levov, l'uomo noto come Lo Svedese. Una biografia immaginata da Zuckerman quando ormai il protagonista della biografia è morto, una biografia che non sappiamo quanto possa essere reale o anche solo realistica.
Partendo dai punti fermi enunciati dal fratello, e magari da articoli di giornale recuperati in seguito, lo scrittore (alter ego del sovrascrittore Roth) tesse la vita dello Svedese.
E con questa tessitura abbiamo anche la voce che lui immagina essere quella di Seymour stesso, il cui punto di vista spesso compare prepotente come i suoi pensieri, e ci occorre uno sforzo per tenere presente che il tutto è una narrazione di Zuckerman.
Abbiamo la vita dello Svedese, così come può essere immaginata.
Con lui e con la sua caduta abbiamo anche il racconto della caduta di un'America, la fine di un sogno distrutto alla base dalla rabbia di chi non si riconosce e non accetta la via seguita fino ad allora.
Abbiamo le proteste generazionali contro la guerra in Vietnam, portate avanti dai figli di chi aveva combattuto nella guerra precedente, contro Hitler. Il divario generazionale che alla fine mina le certezze di una vita e distrugge tutto.
Una rabbia, una follia che distruggono Seymour ma pure il granitico e inflessibile padre di lui, con l'apoteosi simbolica nel finale del libro.
Si, sicuramente un libro da rileggere per poterne cogliere le sfumature, i significati, le intenzioni.
Pretty good, quick, driving prose. Ending was a little bit flat though
Ono što je toliko neverovatno oko Pastorale je to koliko je ona puna – života, likova, godina, malih i velikih istorija i razmišljanja – ali i koliko je istovremeno prazna, ili radije, prostrana. Rot, kao niko koga sam čitao do sada, ima sposobnost da toliko toga kaže o svojim likovima, a opet da toliko toga ne kaže, to jest da od njih napravi puste palate i da enterijer ostavi nama.
Cela ova kontradikcija se može primeniti i na sam roman – on je vanserijski običan. Grčka tragedija i mit, na primeru malog čoveka koga će izbrisati istorija. Povlašćeno dete, pobunjeno protiv sveta. Sreća, i tuga koja je do prelivanja ispunjava. Težak roman, ponekad neshvatljiv, ali i beprekoran, važan, univerzalno ličan, kao mala zbirka pedeset ljudskih ćudi – svi su u njemu, i sam sam u njemu. Brzo se čita, uprkos Rotovoj graničnoj skribomaniji (jer da se ne zezamo, ovo je roman od dvesta stranica razvučen na četristo pedeset; možda i jedina mana), i rečenice se pamte. Sejmur Levov se pamti. I Lu, i Meri, i Don, i Džeri, svi se oni pamte.
I ostaju.
5
Cela ova kontradikcija se može primeniti i na sam roman – on je vanserijski običan. Grčka tragedija i mit, na primeru malog čoveka koga će izbrisati istorija. Povlašćeno dete, pobunjeno protiv sveta. Sreća, i tuga koja je do prelivanja ispunjava. Težak roman, ponekad neshvatljiv, ali i beprekoran, važan, univerzalno ličan, kao mala zbirka pedeset ljudskih ćudi – svi su u njemu, i sam sam u njemu. Brzo se čita, uprkos Rotovoj graničnoj skribomaniji (jer da se ne zezamo, ovo je roman od dvesta stranica razvučen na četristo pedeset; možda i jedina mana), i rečenice se pamte. Sejmur Levov se pamti. I Lu, i Meri, i Don, i Džeri, svi se oni pamte.
I ostaju.
5
challenging
dark
informative
reflective
sad
slow-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
overwrought, so felt incomplete. learned a lot about leather and pageantry. feet sweat throughout the majority of it; immensely readable. felt apropos given current political currents. unexpected(ly long) section on angela davis. blonde 6’3 jawlined man plays baseball. the military played baseball? smilingly cursing the gi bill. perhaps inevitably, the mafia was briefly present. as were restaurants and ahimsa and milton. joke about jewish foreskins being sent to ireland to be made priests out of. men love writing tiringly long scenes set at high school reunions. left desiring