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This story of an impostor grows on me more every time I read it. Brat, a young man who grew up as an orphan, returns to England and allows himself to be talked into a scheme to inherit the Ashby estate, Latchetts, all for his love of horses. Brat is a sympathetic character and I always enjoy this story.
dark
mysterious
tense
medium-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
No
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
My first Josephine Tey after hearing raves from friends over the years. Outstanding! So well written, the story just carries you along.
Brat Farrar è un trovatello cresciuto in orfanotrofio.
Si imbarca appena adolescente, e in America scopre l'amore per i cavalli.
La fortuna, però, gli volta le spalle, e alla soglia dei 21 anni decide di tornare in Inghilterra.
L'incontro casuale con un attore spiantato (e non certo integerrimo), gli dà un'opportunità: Brat assomiglia moltissimo ad un suo conoscente, Simon Ashby, che sta per entrare in possesso di Latchetts, una tenuta sul canale della Manica con un avviato allevamento di cavalli; la proprietà avrebbe dovuto essere di Patrick, fratello gemello di Simon, scomparso, però, otto anni prima (si pensa ad un suicidio). Bart, fingendosi un redivivo Patrick, potrebbe reclamare l'eredità; avrà tutte le informazioni necessarie per ingannare familiari e notai in cambio di un vitalizio da corrispondere mensilmente al suo complice
Brat non vorrebbe invischiarsi in nulla di illegale, ma quell'eredità è proprio ciò che ha sempre desiderato (una tenuta nella campagna inglese con un allevamento di cavalli); inoltre, per un orfano, l'idea di avere finalmente una famiglia è quantomai allettante (è davvero un caso la sua somiglianza con gli Ashby?).
Tutto sembra andare come previsto: Brat viene accolto a braccia aperte dagli Ashby, che più che provare risentimento per otto anni di silenzio, sono felici di riaverlo finalmente tra di loro; l'unico ad avere un atteggiamento piuttosto ambiguo è Simon: la farsa non lo ha convinto? Cova rancore per la perdita dell'eredità?
Brat è comunque pronto alla sfida, e, soprattutto, comincia a voler scoprire cosa sia effettivamente successo a Patrick otto anni prima....
Come di consueto, non è il mistero da risolvere il vero fulcro del romanzo della Tey: certo, è sempre presente ed è il filo conduttore dell'intera vicenda, ma sono i personaggi a tenere banco.
Non sorprende, quindi, che la soluzione del giallo sia piuttosto facile; contemporaneamente, però, non viene tolto nulla alla godibili del racconto.
Seguiamo Bart Farrar alla ricerca della verità circa la scomparsa di Patrick, ma entriamo anche nel mondo dei proprietari terrieri e degli allevatori di cavalli, con le loro fortune alterne, i sacrifici, il brivido della competizione e la gioia delle vittorie.
Conosciamo una famiglia, gli Ashby, che ha resistito negli anni, nonostante le dure prove della vita: i bambini hanno perso i genitori molto piccoli (Simon e Patrick avevano circa 13 anni; Eleanor un anno di meno, e le gemelle, Jane e Ruth, appena due anni), e di loro si è occupata la zia paterna, Beatrice (per tutti Bee), che è riuscita a far quadrare i conti quasi rocambolescamente, evitando di intaccare la proprietà; il colpo più difficile da digerire è stata proprio la scomparsa di Patrick: come è possibile accettare che un ragazzino così giovane, sempre gentile e premuroso, sebbene estremamente sensibile, abbia deciso di togliersi la vita?
Ecco così che, insieme al personaggio di Brat, è proprio quello di Bree a risaltare maggiormente, grazie alla sua tempra, il buon cuore e la generosità.
Persino le bambine, Jane e Ruth, vengono ritratte in maniera molto efficace: la prima, introversa, ma anche molto sveglia, con la passione per i cavalli come buona parte della famiglia; la seconda, frivola e molto femminile, più presa dai bei vestiti e dai possibili risvolti amorosi nelle vite dei suoi parenti, che non dalla vita in campagna.
Josephine Tey si conferma, ancora una volta, una narratrice di prim'ordine, in grado di intrattenere il lettore e incollarlo alla pagina, giallo o non giallo.
Si imbarca appena adolescente, e in America scopre l'amore per i cavalli.
La fortuna, però, gli volta le spalle, e alla soglia dei 21 anni decide di tornare in Inghilterra.
L'incontro casuale con un attore spiantato (e non certo integerrimo), gli dà un'opportunità: Brat assomiglia moltissimo ad un suo conoscente, Simon Ashby, che sta per entrare in possesso di Latchetts, una tenuta sul canale della Manica con un avviato allevamento di cavalli; la proprietà avrebbe dovuto essere di Patrick, fratello gemello di Simon, scomparso, però, otto anni prima (si pensa ad un suicidio). Bart, fingendosi un redivivo Patrick, potrebbe reclamare l'eredità; avrà tutte le informazioni necessarie per ingannare familiari e notai in cambio di un vitalizio da corrispondere mensilmente al suo complice
Brat non vorrebbe invischiarsi in nulla di illegale, ma quell'eredità è proprio ciò che ha sempre desiderato (una tenuta nella campagna inglese con un allevamento di cavalli); inoltre, per un orfano, l'idea di avere finalmente una famiglia è quantomai allettante (è davvero un caso la sua somiglianza con gli Ashby?).
Tutto sembra andare come previsto: Brat viene accolto a braccia aperte dagli Ashby, che più che provare risentimento per otto anni di silenzio, sono felici di riaverlo finalmente tra di loro; l'unico ad avere un atteggiamento piuttosto ambiguo è Simon: la farsa non lo ha convinto? Cova rancore per la perdita dell'eredità?
Brat è comunque pronto alla sfida, e, soprattutto, comincia a voler scoprire cosa sia effettivamente successo a Patrick otto anni prima....
Come di consueto, non è il mistero da risolvere il vero fulcro del romanzo della Tey: certo, è sempre presente ed è il filo conduttore dell'intera vicenda, ma sono i personaggi a tenere banco.
Non sorprende, quindi, che la soluzione del giallo sia piuttosto facile; contemporaneamente, però, non viene tolto nulla alla godibili del racconto.
Seguiamo Bart Farrar alla ricerca della verità circa la scomparsa di Patrick, ma entriamo anche nel mondo dei proprietari terrieri e degli allevatori di cavalli, con le loro fortune alterne, i sacrifici, il brivido della competizione e la gioia delle vittorie.
Conosciamo una famiglia, gli Ashby, che ha resistito negli anni, nonostante le dure prove della vita: i bambini hanno perso i genitori molto piccoli (Simon e Patrick avevano circa 13 anni; Eleanor un anno di meno, e le gemelle, Jane e Ruth, appena due anni), e di loro si è occupata la zia paterna, Beatrice (per tutti Bee), che è riuscita a far quadrare i conti quasi rocambolescamente, evitando di intaccare la proprietà; il colpo più difficile da digerire è stata proprio la scomparsa di Patrick: come è possibile accettare che un ragazzino così giovane, sempre gentile e premuroso, sebbene estremamente sensibile, abbia deciso di togliersi la vita?
Ecco così che, insieme al personaggio di Brat, è proprio quello di Bree a risaltare maggiormente, grazie alla sua tempra, il buon cuore e la generosità.
Persino le bambine, Jane e Ruth, vengono ritratte in maniera molto efficace: la prima, introversa, ma anche molto sveglia, con la passione per i cavalli come buona parte della famiglia; la seconda, frivola e molto femminile, più presa dai bei vestiti e dai possibili risvolti amorosi nelle vite dei suoi parenti, che non dalla vita in campagna.
Josephine Tey si conferma, ancora una volta, una narratrice di prim'ordine, in grado di intrattenere il lettore e incollarlo alla pagina, giallo o non giallo.
This is a very unlikely and unusual sort of mystery, less remarkable for any solutions it offers than the situation and dilemmas it presents. As Brat negotiates the very English landscape of horses and inheritances, the reader cannot help but be drawn into this idyll as well - no less lovely for the evil it houses.
This book had far more horses than I expected going into it.
All in all, not a bad crime novel, but three stars for between the obvious suspect/motive, the identical stranger trope (not my favorite), the unexpected abundance of horses.
Spoiler
I am not the best at guessing murderers or motives in crime novels - I mostly read them for the fun of the unspooling of the thing, and even sometimes when I know the outcome, it's fun to see it play out on the page. However, with this book, it was very obvious who the murderer was, and his motive, and I knew what was coming even before it was hinted at in the book. Let me reiterate: I am very bad at guessing the who in whodunnits, and even I guessed at this one. I suppose that means that this book is less about the who and the why, and more about the feelings the characters all have towards each other, and a little bit of the how, as well. In that case, this book does have very fun family dynamics, between Brat falling for his supposed-sister (and Eleanor VERY awkwardly returning those feelings!), Simon knowing that Brat is an outsider and trying to quietly off him, Brat navigating all of these new dynamics, etc. etc. I just wish that we got to see more of Bee grapple with her beloved Simon being a murderer in that last chapter, since I felt that was quite glossed over.All in all, not a bad crime novel, but three stars for between the obvious suspect/motive, the identical stranger trope (not my favorite), the unexpected abundance of horses.
mysterious
tense
medium-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Complicated
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
I loved it! Very satisfying mystery.
I've not been a fan of every Tey I have ever read & sometimes a reread can disappoint - but not in this case! Brat Farrar's temptation into a life of assumed identity (or is it???) & intrigue thrills every step of the way. Every detail of this book works perfectly & meshes together. We take every careful step with Brat & the scene where is a quite wonderful example of taut suspense.
If you don't read any other works by Tey, please read this one - you won't regret it.
Spoiler
Brat has a conversation with his drunk supposed twin SimonIf you don't read any other works by Tey, please read this one - you won't regret it.
dark
hopeful
relaxing
medium-paced
The perfect novel, honestly. Lavishly green except where it needs to be grey.