3.69 AVERAGE

Plot or Character Driven: Plot
Strong character development: No
Loveable characters: Complicated
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Complicated

Altri tre romanzi così brevi ma dimostrativi di quanto Jane Austen sappia scrivere con precisione anche in poche pagine. Li ho adorati tutti!

-LADY SUSAN
Un romanzo epistolare la cui originalità sta nei molteplici punti di vista di tutti i personaggi che si scambiano lettere molto di frequente, rendendo la narrazione molto dinamica anziché il classico scambio univoco che dia solo prospettive interne. Ci sono molti movimenti tra le case e quindi le conoscenze di “”famiglie allargate”” per come si sono intrecciati i matrimoni, e anche in questo caso l’autrice sfrutta le diverse chiacchiere e voci di salotto per mostrare come ogni personaggio cambi idea con svariati dubbi sugli altri, nonostante al centro cene sia uno ben particolare: Susan Vernon, la protagonista ormai più cattiva tra le eroine di Jane Austen, che quasi non sembra rientrare in quel nome, perché fin dall’inizio sa destreggiarsi bene nei suoi inganni e menzogne, e fin dall’inizio tutti sanno della sua tendenza a manipolare le sue simpatie.

[piccolo appunto che trovo doveroso fare in questa contestualizzazione: il personaggio di Susan è sicuramente fatto per essere infimo, ma altri personaggi femminili, come quelli maschili, la bollano facilmente come ancora più negativa per la “seduzione” attuata verso alcuni uomini. Questa è fatta con effettiva falsità dato l’egoismo che la pervade, ma in parte un inevitabile sottofondo di misoginia internalizzata, ancora più facile all’epoca.] 

È una protagonista senza redenzione, con una semplice conclusione che mostri come si sia tirata fuori dalle bugie e dai suoi intrighi solo all’ultimo (persino con la figlia ha degli atteggiamenti ben poco materni e che si concludono in maniera neutra) anche buttando alcuni sentimenti su sé stessa, in un pathos che non deve impietosire il lettore -che vede ancora la meschinità nei toni usati dalla donna- ma fa notare anche l’ironia della sorte nelle macchinazioni e nel preservare le proprie reputazioni. Nei capricci così descritti comicamente della donna, viene tratteggiato un costante andirivieni di idee e allontanamenti e vicinanze, in base a chi pensa di poterla capire o di voler non avere più a che fare con lei; in questo, Susan è in netto contrasto con gli altri, con uno scudo pronto e un attacco silenzioso in base a chi vuole tenersi stretta, eppure, da questo esterno, va a stridere con modo in cui viene descritto il suo fascino, l’abile capacità di persuasione dei suoi modi, il saper fare conversazione, la piacevolezza della sua compagnia, tutto sommato.
È un’interessante contrapposizione con quell’apparente “giustizia” che sembra pervadere quei personaggi tutti contro di lei, eppure facilmente intolleranti anche loro nel nascondere o esprimere simpatie e sentimenti di rispetto gli uni verso gli altri. L'intreccio attraverso quelle che potevano essere “semplici” lettere non è invece poco, perché facilmente cambiano personaggi arguti e positivi, e altri assolutamente ininfluenti, o altri ancora di cui la prima impressione negativa si stempera poi in una rivelazione positiva, una comprensione che il lettore comincia ad avere notando le offese che girano e rigirano, e umori che cambiano.


Ho apprezzato vedere una sperimentazione di questo tipo come primo scritto della Austen, che ricorda anche la lima nei dialoghi “botta e risposta” e il discorso indiretto libero che userà benissimo nei libri successivi, e Lady Susan è già un’anticipazione; per esempio, il personaggio positivo di Catherine Vernon, sorella di Reginald, vede bene il cambiamento del fratello, i sentimenti che Frederica nutre per lui, sperando che vangano ricambiati, al centro tra due fuochi di cui uno è proprio Susan e le contraddizioni nell’opinione su di lei : questo ricorda Emma. E parlando di similitudini tra romanzi, proprio la stessa protagonista sembra peggio di Emma Woodhouse senza appunto il suo development e il suo imparare da quegli errori: Susan vuole fin dall’inizio continuare con una condotta “poco rispettabile” concentrandosi a tal punto su sé stessa da assorbire persino i sentimenti negativi quando non riesce nei suoi obiettivi.

Lady Susan è molto più un flusso di emozioni in costante cambiamento che, partendo da una protagonista che in realtà cambia ben poco di sé e molto della situazione circostante, manipolando quanto può a suo piacimento, mi ha sorpresa, in una divisione di capitoli che, “vincolati” dalle lettere, non pensavo avrebbero espresso in maniera così distinta i caratteri di ogni personaggio e le opinioni che balzano da uno all’altro. Inoltre, il libro si presenta ricco di aforismi sulla vita sociale, e da un contesto così “nel piccolo” dove con facilità le figure fanno conoscenza, passa alle critiche e al tono di satira più “in grande” che accompagna le vicende quotidiane.

«C'è qualcosa di piacevole nei sentimenti che si lasciano manovrare tanto facilmente.»♦️



-I WATSON
Uno scritto che già si preannunciava come “romanzo breve” per me, data la velocità degli accadimenti e la non divisione in paragrafi, ma che proprio in questa rapida continuità di narrazione è risultata una storia già significativa per il setting sociale che, come al solito, è l’interesse primario della cara Jane. Emma Watson è quell’eroina che, come non è nuovo, affronta le difficoltà del confrontarsi con gente di una classe sociale superiore alla sua, è catapultata tutt’a un tratto in un mondo in cui è richiesto il suo debutto in società e la sua bella figura, ma anche un conto bancario più ampio-

Ad ogni modo- c’è di più già nel background e prime pagine in cui il personaggio appare, e cioè l’infanzia e parte dell’adolescenza trascorsa lontano con una zia che ha fatto matrimoni sconvenienti e che non le ha dato i migliori mezzi; Emma dovrà quindi tornare da una famiglia che non ha mai granché conosciuto pur di avere un posto dove stare, e non solo la base non è semplice da gestire, ma scopre anche presto che è scontato dover macchinare le proprie mosse in società e “imparare a viverci”, come fosse un ambiente a parte. Capisce presto di dover mantenere un certo decoro senza averne sempre le possibilità o l’attitudine, e che il passato grava ancora su di lei nei risvolti presenti di sorelle con cui dover instaurare almeno un rapporto civile -e non sarà facile, eccetto per Elizabeth, che qui assume il ruolo di guida per Emma in una sorta di “rito di iniziazione-; e della malattia di suo padre, al quale si è già affezionata e che non vuole tenere in secondo piano solo per la sfortunata condizione di essere appena giunta nella tana dei ricchi e in salute. 

Trovare un buon partito è, ovviamente, l’unica via di salvezza da un destino altrimenti segnato, ma Emma sa essere orgogliosa nel suo piccolo, e fin dall’inizio individua antipatie in ognuno dei possibili pretendenti, facendosi “bastare da sola” nel godersi i balli e il divertimento, nel cercare i piccoli momenti di pace e osservare com’è stare a contatto finalmente con delle persone, dopo la solitudine per anni, eppure anche con le complicanze che dei rapporti così “costruiti” comportano. Anche se solo accennato, il passato di Emma così diverso da quello degli altri personaggi e soprattutto membri della sua famiglia assume un ruolo importante nelle sue piccole mosse, nelle descrizioni meravigliate che fa anche delle semplici abitudini e conversazioni, e soprattutto la sua sfera emotiva è ben chiara: pur mostrando di sentirsi rilassata in questi ritrovi di cui non ha mai fatto esperienza, proprio questo deve essere bilanciato con la sua parte più interna che non è ancora abbastanza “al di fuori” per farla sentire accettata, soprattutto all’interno di mura in cui è facile scambiare il vero con il falso.

Più che la classica campagna inglese, qui ci si muove principalmente di stanza in stanza, in un ambiente che la ragazza deve ancora fare proprio.
In questi disagi sociali, si hanno quindi facilmente le contrapposizioni con personaggi che sono opposti alla situazione di incertezza di Emma, e spiccano nelle brevi dinamiche spiccate:

“«Le signore dovrebbero cavalcare, quando c’è troppo fango. Voi cavalcate?»
«No, mio signore.»
«Mi stupisco di tutte le signore che non lo fanno. Non c’è niente di più attraente di una donna che cavalca.»
«Ma non tutte le donne possiedono questa inclinazione o i mezzi necessari.»
«Se sapessero quanto giova la loro bellezza, avrebbero tutte l’inclinazione e penso, miss Watson che una volta che c’è l’inclinazione, i mezzi seguirebbero di conseguenza.»
« sua signoria crede che noi possiamo sempre seguire la nostra strada. Questa è una disputa che da lungo tempo tra uomini e donne disaccordo; e senza pretendere di risolverla, posso dire che ci sono alcune circostanze che nemmeno le donne possono controllare. L’economia femminile può molto, mio signore, ma non può certo trasformare una rendita scarsa è una abbondante.»
Lord Osborne fu azzittito. Emma non aveva usato toni sentenziosi o sarcastici, ma c’era qualcosa nella sua lieve serietà così come le sue parole, che fece riflettere Sua Signoria; e quando si rivolse di nuovo a lei i suoi modi furono appropriarti e cortesi, del tutto diversi dal tono al tempo stesso imbarazzato e arrogante dei suoi interventi precedenti. Il desiderio di piacere una ragazza era per lui una sensazione del tutto nuova: per la prima volta sentiti dovere del rispetto a una donna nella situazione di Emma.”

E così, una giovane ragazza appena arrivata a conoscere uomini nel cerchio dei possibili corteggiamenti, mette le cose bene in chiaro ;)

“«In nome del cielo! Mai affidare del denaro a una donna. Ho sempre detto che avrebbe dovuto intestarti qualcosa, subito dopo la morte del marito.»
«Ma ciò significava affidare a me del denaro», rispose Emma, «e anch’io sono una donna.»
«Avrebbe potuto essere vincolato per un uso futuro, cosicché adesso non avresti potuto spenderlo. [...]»
«Non essere irriverente nei suoi confronti.»”
(Il dialogo va poi avanti con la difesa da parte di Emma verso la zia, ma anche il comportamento lascivo dello zio, eppure non accusando neanche lui in quanto malato; mostra buon cuore e il peso che l’educazione racchiusa in poche persone strette ha avuto su di lei, e mentre tenta di non piangere alla prima conoscenza con uno dei fratelli, emerge uno sviluppo della situazione emotiva dentro e fuori dal personaggio)

“In camera del padre Emma era al riparo terribili mortificazioni di una condizione sociale non adeguata a lei, e dalla discordia familiare; la durezza di cuore provocato dalla ricchezza, la presunzione di una mente limitata e l’ostinata stupidità di un carattere impossibile. Soffriva ancora pensando alle loro esistenze; nel ricordo in previsione del futuro ma, almeno per il momento, non potevano nuocerle.”

Qui si nota anche il modo di Emma di gestire le emozioni delle novità ormai assimilate con certezza, essendo così evidenti, come le appare evidente il suo stato d’animo nei tristi ricordi in una stanza simbolo della sfera affettiva-famigliare, centro del discorso.

“Il cambiamento del suo stile di vita della sua condizione familiare, causato dalla morte di una persona cara e dall’imprudenza di un’altra, l’aveva davvero messa a terra. Se prima ella era stata obiettivo principale delle speranze della sollecitudine di mio zio che aveva plasmato il suo animo con la delezione di un genitore, e dell’affetto di una zia amorevole che gioiva nel soddisfare tutti i tuoi desideri, se era stata la vita e lo spirito di una casa dove tutto era confortevole ed elegante, e ciò che l’aspettava era una tranquilla indipendenza, ora non conta più nulla per nessuno: era un fardello per coloro che non potevano offrirle un affetto, una persona in più in una casa già troppo affollata, circondata da gente mediocre, con ben poche possibilità di gioie domestiche e poca speranza di aiuti futuri. La sua natura allegra fu una fortuna per lei, perché un tale cambiamento avrebbe precipitato uno spirito più debole nello sconforto.”

Questo paragrafo si commenta da solo, è un bellissimo focus riassuntivo proprio in un momento statico di riflessione, dove mette a confronto il passato, il presente e il futuro con poche righe; dalla posizione famigliare precedente, allo spirito con cui è cresciuta e con il quale si è presentata, speranzosa, a uno sguardo sulla situazione presente nel sentirsi “di troppo” -con riferimenti ai rapporti personali e all’ambiente di casa stesso!-, infine al futuro imminente e alla consequenziale reazione al dolore.

“Emma, naturalmente, non si lasciò influenzare da questa prospettiva, anche se la sua stima per Elizabeth aumentò, e gli ospiti partirono senza di lei.”

E qui s’interrompe il romanzo per il caso sfortunato della morte dell’autrice in quel periodo di scrittura. La quale è incredibile fino a quest’ultima riga, che nello scambio da narratore onnisciente a interno -tecnica che la Austen ha sempre padroneggiato bene anche per paragrafi di romanzi più lunghi- mostra tutto il disagio della protagonista ragionando su sé stessa; pur tentando di mantenere un equilibrio all’esterno, anche specificando la caratterizzazione del rapporto con la sorella che incrementa positivamente, un breve periodo ribadisce il momentaneo destino di solitudine della ragazza, che però è per assurdo circondata da conoscenti e familiari che con lei hanno diretti collegamenti.
(Ricorda un po’ Fanny nel mezzo della caotica tenuta a Mansfield Park, a mio parere).

Insomma, un’altra protagonista di nome Emma da amare- non solo in generale nei libri conosciuti, ma dalla penna di quest’autrice in particolare!

It's bittersweet to read Austen's unfinished works. Sanditon and Charlotte Heywood in particular seem so promising. What a loss that she never got to write the ending.
funny lighthearted relaxing fast-paced
Plot or Character Driven: Plot
Strong character development: No
Loveable characters: Complicated
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Yes
emotional lighthearted fast-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: Yes
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: Complicated
Flaws of characters a main focus: Yes

If only she could have finished them!
emotional funny lighthearted relaxing medium-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: No
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Yes

What can one criticise of an author whose self-rejected, forgotten, or tragically incomplete works are being read and appreciated ages later.

I loved Lady Susan for the boldness of the script and Watsons for a new familiarity. Sanditon is a wicked book lol.

This collection left me yearning for more.
lighthearted slow-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: No
Loveable characters: Complicated
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Yes
challenging funny lighthearted reflective relaxing slow-paced
Plot or Character Driven: Plot
Strong character development: No
Loveable characters: Yes
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Yes

A selection from three periods of Austen's life. Lady Susan, written when she was still a girl, is great but with a sort of unsatisfying end and she was still finding her voice. The Watsons was abandoned but definitely had great promise. Sanditon clearly she was at the height of her talent but sadly she died and never finished it. Definitely worth reading for the Austen completist.