Reviews

Jag heter inte Miriam by Majgull Axelsson

ali_winden11's review against another edition

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adventurous challenging dark emotional informative reflective sad tense

5.0

empettersson's review

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5.0

Jag vill att min bror ska läsa den här boken.
Jag vill att min bästa kompis ska läsa den.
Jag vill att min mamma, min pappa och mina kollegor på jobbet ska läsa den.
Jag vill att tjejen i den krokiga busskuren ska läsa den, att mamman med de två småbarnen på höfterna ska läsa den och att varenda skola får sina elever att läsa den.
Jag vill kasta den på mannen i bilen jag nyss mötte, och trycka upp den i ansiktet på en viss lärare jag hade en gång.
Jag vill att alla ska läsa den här boken för det är så j-vla viktigt att denna mörka tid i vår historia inte glöms bort.
Det här är en så viktig bok.
Snälla.
Bara läs den.

perrichiara's review against another edition

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4.0

4.5

zingoo's review against another edition

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challenging dark informative reflective medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

gugu's review against another edition

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dark emotional slow-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? It's complicated

3.25

dilettamascritti's review against another edition

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5.0

5 ⭐️

viis97's review against another edition

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reflective sad tense

5.0

dajna's review against another edition

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3.0

Ero molto scettica. Sono una di quelle persone che storcono il naso davanti alla letteratura "finta" dell'olocausto, pensando che ci sono già tante testimonianze di persone vere da leggere e ascoltare. Davvero abbiamo bisogno di inventarci personaggi e vicende, in un mondo che nega persino le testimonianze dei sopravvissuti?
Però... complice il fatto che sia edito da una delle mie case editrici preferite, ho deciso di dargli un a possibilità, soprattutto per vedere come la Scandinavia aveva eragito alla fine della guerra.

Affezionarsi a Miriam è facile, meno alla sua famiglia. Il concetto qui è che da una bugia salvavita sia stato necessario continuare a mentire, prima per sopravvivere, poi per vivere, e infine per vivere comodamente. Miriam ha dovuto seppellire dentro di sè la sua identità per costruirne un'altra: da ebrea, da figlia putativa, da rifugiata, da moglie, da madre. Praticamente un trattato di psicanalisimi ambulante.

Immagino ci siano state persone che, emerse dall'olocausto, abbiano voluto o siano state costrette a cambiare identità. Il problema nel farlo fare al personaggio di un romanzo è che non si può approfondire oltre a quello che la scrittrice ha deciso di immaginare, mentre io avrei molte domande. E qui torniamo al problema della fiction dell'olocausto: questi personaggi non esistono, non possono essere interrogati, non possono raccontare la propria vita con un registro diverso a seconda del pubblico con cui nteragiscono. In poche parole: non possono testimoniare. E in un mondo pieno di negazionisti rimango contraria a far passare questi temi dai memoriali alla fiction.

grantz's review against another edition

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adventurous dark emotional informative mysterious reflective sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? It's complicated

5.0

eread's review

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challenging dark emotional reflective sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? No

4.0