Reviews

Vox by Christina Dalcher

eac0901's review against another edition

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Poor writing and unenjoyable characters 

motherofbodie's review against another edition

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dark emotional tense fast-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? It's complicated

4.75

librarianinperiwinkle's review against another edition

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5.0

In this near-future dystopia, a right-wing, ultra-conservative preacher leads the "Pure" movement which controls the country to the point where women, girls, and even female babies are forced to wear counters on their wrists which limit them to 100 words per day and administer increasingly painful shocks for each word over that 100. Reading and writing are forbidden. Jobs, passports, and bank accounts, etc., are for men and boys only. Anyone who doesn't adhere to the "Pure" standards--such as adulterers, all LGBTQIA people, and those who protest the restrictions--are sent to "work camps" to do hard manual labor in utter silence. And worse.

Dr. Jean McClellan has been chafing for a year at the restrictions, ripped away from her work as a top neuroscientist days before from curing Wernicke's aphasia--an illness which strips language from its victims, making words jumbled and meaningless. Then the president's brother is stricken with the illness, and suddenly the Reverend Carl and an assortment of suited men in black SUVs show up at her door with an offer she ultimately cannot refuse: return to work long enough to finish the anti-aphasia serum. Touring her new tightly monitored lab with teammates Lorenzo and Lin confirms that all is not above-board, wreaking havoc with her plan to buy time (and unlimited words) for herself and her daughter by not revealing how close they already are to a cure. Question is, is it really a cure that those in power want?

Jean used to be apolitical, never imagining a fringe movement could gain such power. Now she's fighting for the lives of everyone she loves as part of an underground resistance network. Her tension, frustration, despair, rage, and fear are palpable. I could almost hear relentless, urgent music playing in the background as I read. It was particularly haunting to alternate reading this novel with listening to the third Maggie Hope mystery, set primarily in WWII Berlin. In the era of a Trump White House, this cautionary tale should inspire you to exercise your right to vote, speak up, and join protest movements...while you still can.

Do not read this at bedtime because you'll either try to sleep and fail, or keep reading through the night until you finish the book.

For readers' advisors: story doorway is primary, setting is secondary. There is quite a bit of profanity, some sex, and some violence.

Many thanks to Bookbrowse.com and the publisher for the ARC I received in exchange for my honest review! I don't usually read dystopia, but this was excellent.

katelinpro's review against another edition

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challenging dark mysterious reflective sad tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? It's complicated

4.0

blackjessamine's review against another edition

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2.0

Aspettavo da tanto il momento di poter mettere le mani su questo libro, e forse anche per questo la delusione, a fine lettura, è stata tanto cocente.
Nell'ultimo anno sono anche io stata vittima della febbre “Margaret Atwood”, riscoprendo il suo meraviglioso “Il racconto dell'Ancella” e facendomi poi catturare dai vari epigoni che ne sono nati. Peccato che, non del tutto inaspettatamente, ad essere sincera, questi epigoni non sono nemmeno lontanamente all'altezza del capolavoro della Atwood.
In questo caso mi ritrovo a ripercorrere delle riflessioni che già avevo fatto a proposito di “Ragazze elettriche” di Naomi Alderman (tra l'altro, curioso come in queste distopie all'insegna del girl power - parlare di femminismo qui mi sembra eccessivo - torni così ossessivamente il tema dell'elettricità, sebbene con scopi e obiettivi opposti). L'idea di fondo del romanzo è geniale, ma la realizzazione è mediocre.
La Dalcher ci presenta l'America di un futuro non troppo lontano, dove una setta religiosa estremista è riuscita a salire al potere, imponendo il suo retrogrado pensiero secondo cui tutto andrebbe meglio se le donne restassero a casa a sfornare torte e figli, a pulire, e a non esprimere un'opinione. E dapprima con il blocco di ogni conto corrente intestato alle donne, poi con l'eliminazione dei loro passaporti, si arriva sorprendentemente ad un contatore da polso obbligatorio per ogni essere di sesso femminile (anche le neonate), un contatore che, tramite una scarica elettrica di intensità sempre maggiore, impedisce alle donne di pronunciare più di cento parole al giorno.
Tutto molto interessante e tutto molto bello, le prime sessanta pagine sono un vero e proprio concentrato di angoscia, rabbia e frustrazione, dove la protagonista ci trascina in una spirale di follia, gettando delle basi che, ahimé, credevo fossero molto solide.
Ho particolarmente apprezzato il fatto che Jean fosse una donna normale, una donna come tante, con un signor cervello, ma troppo concentrata sulla sua vita per preoccuparsi davvero di quello che le succedeva attorno... l'università prima, il dottorato poi, e il matrimonio, e i quattro figli, e marciare, protestare, alzare la voce sembrava sempre meno importante, sempre rimandabile. Si può anche non votare, delegare agli altri qualsiasi scelta sul proprio futuro. Fino a quando la situazione si fa insostenibile, e proprio quando si capisce che alzare la voce è necessario, qualcun altro se l'è già presa, la tua voce. Questo conflitto, questo senso di colpa è qualcosa fin troppo facile da riconoscere, e mi è proprio piaciuto.
È interessante anche la ricostruzione di come l'orrore abbia preso piede, dapprima lentamente, poi come se fosse uno scherzo, senza che nessuno lo prendesse davvero seriamente, fino a quando è stato troppo tardi. Niente che non abbia già letto, ma pur sempre interessante.

Il problema è che, superata la pagina sessanta, quando la Dalcher finisce di delineare la situazione e la storia dovrebbe decollare, qualcuno deve averle dato una botta in testa, rubato il pc e dato il suo manoscritto a un mediocre ghost-writer di brutti thriller. O forse, al contrario, finché si trattava di descrivere una situazione tutto sommato conosciuta (regimi estremisti, una parte della popolazione lentamente ridotta al silenzio e spogliata di ogni diritto, la coscienza che si sveglia troppo tardi... insomma, di esempi del genere ne abbiamo a bizzeffe, nella storia e nella fiction) la Dalcher ha saputo giocarsi bene le sue carte, poi tutto è precipitato in una roba piena di stereotipi e azioni assurde.
C'è una storia d'amore, ci sono laboratori governativi segreti, un piano per distruggere il mondo e due eroi e mezzo che, in un paio di notti, riescono a dare vita ad un siero cui avevano lavorato per anni, riescono a invertirne la funzione e a cambiare le sorti del mondo.
Il tutto condito da una protagonista che dimentica improvvisamente tutto quello che ci aveva raccontato per sessanta pagine, sua psicologia inclusa; un amante che somiglia più che altro ai gorilla del laboratorio, ma ehi, lui si che è un uomo, perché gli uomini devono esser grandi, grossi, e prendere a pungi chi ti sputa in macchina, se no sono mammolette... come? Sembrava che le premesse del romanzo parlassero di riscatto e di femminismo?. Poi ci sono mariti zerbini, colpi di scena che non hanno senso, risoluzioni al limite del fantascientifico e stereotipi, stereotipi, stereotipi. Eh, sì, perché Lorenzo è italiano, quindi passa le sue giornate a grugnire, fare caffè e suonare il mandolino (vi giuro, il mandolino). I genitori di Jean vivono in Italia, quindi al telefono parlano solo di arance e limoni. Ah, sì, e, più o meno letteralmente: “ai maschi piace fare esplodere le cose”. Seriamente.
E giusto come ciliegina sulla torta, indovinate un po' chi è che salva queste donne forti, emancipate, pronte ad alzare la voce e ribellarsi ad un regime che vuole ridurle al silenzio? Forse la loro unione, il loro combattere assieme? Forse il risvegliarsi della loro coscienza, e dunque l'affidamento sulle loro forze? Ma certo che no. Insomma, ragazze, va bene fare un po' di casino, ma bene strepitare, va bene fare le femministe incazzate, ma quando le cose si fanno serie, statevene buone in un angolo, mentre gli uomini grandi grossi e forti salvano la situazione e le donzelle in difficoltà.

Un'idea geniale che si perde in un romanzo mediocre, che peccato.

manonv's review against another edition

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3.0

Un peu mitigée.
La romance avec un "bel italien" est-elle vraiment nécessaire ?
Bref, ça casse un peu la dynamique du livre et même son propos.
Pour être une femme "libéré" doit-on toujours passer par mon homme et pour représenter son émancipation sexuelle ?
Et puis, la fin est tellement abrupte...

deepetereads's review against another edition

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  • Loveable characters? No

2.0

jojobeans89's review against another edition

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adventurous dark emotional hopeful tense fast-paced

5.0

jlmcnally82's review against another edition

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dark sad fast-paced

4.0

ashtotheley's review against another edition

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adventurous challenging dark emotional hopeful inspiring sad tense slow-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.0

The concept of this book is wild! A country where women can only say 100 words is awful. I cannot fandom that.