Reviews

Marca de agua by Joseph Brodsky, Menchu Gutiérrez

wingedwalls's review against another edition

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adventurous inspiring lighthearted reflective slow-paced

4.0

capodoglio's review against another edition

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4.0

"A costo di venire accusato di depravazione, confesso che il mio Paradiso è puramente visivo, ha a che fare con Lorrain più che con la dottrina ed esiste solo per approssimazione. In fatto di approssimazione, questa città è la massima possibile".

Di base, un commento a questo libro sarebbe superfluo.

Il casus è piuttosto noto: il Consorzio Venezia Nuova commissionò l’opera a Brodskij nel 1989, due anni dopo l’assegnazione del Nobel per la letteratura. A partire dal 1972, anno del suo esilio, Brodskij aveva visitato la città quasi ogni inverno.

La mia impressione è che l’autore abbia coagulato attorno a Venezia alcune caratteristiche della sua poetica: ironia, autobiografia, levità, primato dell’occhio e della vista… Il risultato è un testo breve, volutamente lieve ma non per questo meno prezioso. Brodskij inanella pareri idiosincratici tanto sono personali, eppure così brillanti da lasciare senza parole. Non inganni l’incipit dimesso; il pregio sta nell’apparente nonchalance con cui l’autore intesse le sue riflessioni.
Il suo discorso è così stringente da provocare un’autentica coazione alla citazione: verrebbe voglia di riportare interi capitoli. Il numero di note a margine per questo libretto di appena cento pagine è più che eloquente; io stesso ho contribuito con la mia dose, che per inciso vale più di questo commento. Ho cercato di estrapolare i brani che mi parevano capaci di vivere di vita propria, ma è nel tessuto del testo che acquistano tutto il loro valore.

Personalmente rientro nel novero di quanti hanno letto quest libro non perché è di Brodskij ma perché parla di Venezia. Non ho ancora letto null'altro del poeta e saggista (anche se a questo punto sono curioso) ma ero ansioso di aggiungere questo libro alla lista: Il mercante di Venezia, il primo atto dell'Othello e il quarto canto del Childe Harold's Pilgrimage; poi Il carteggio Aspern, Il ritorno di Casanova, La morte a Venezia, Venezia salva (non stupisce che in epoca post-decadentista Venezia abbia ispirato gli scrittori di lingua tedesca) e ancora Concerto barocco, Passione, L'altra Venezia... Alcuni di questi ancora non li ho letti, ed altri, come Le pietre di Venezia, non ho nessuna fretta di leggerli.
Per non parlare dei nativi, Casanova e Giorgio Baffo e perfino Hugo Pratt e Carlo Scarpa—risalendo fino al Milione di Marco Polo, che Calvino catalogava tra i “libri che diventano continenti immaginari in cui altre opere letterarie troveranno il loro spazio”. Pur non condividendone la struttura regolarmente poliedrica, per me Fondamenta degli incurabili fa il paio appunto con Le città invisibili di Calvino, che peraltro Brodskij cita esplicitamente:
http://bit.ly/GQlRjS
D’altro canto, come mi faceva notare un’amica, è a Venezia che il Marco Polo di Calvino pensa sempre, quando descrive a Kublai Kan le città visitate, forse solamente nell’immaginazione.

Coda:
Iosif riposa ora nell'isola di S. Michele, in quello che lui stesso definiva "l'acquerello più bello del mondo", assieme ad altri suoi conterranei, come Stravinskij e Djagilev.

E a me rimane la domanda: con che criterio avventurarmi nella sua produzione?

myelen's review against another edition

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emotional inspiring reflective slow-paced

4.25

mariannemme's review against another edition

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5.0

La scrittura di Brodskij è paragonabile esclusivamente alla perfezione dei marmi veneziani. Sublime.

kseniyamnz's review against another edition

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dark emotional funny inspiring reflective relaxing sad medium-paced

4.0

andrepinza's review against another edition

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4.0

Un'ode alla città di Venezia, una vera e propria poesia. Ero molto curiosa di leggere questo saggio che racconta la bellezza di una città italiana vista però con gli occhi entusiasti di uno straniero, in questo caso un russo. Un po' come facciamo noi italiani all'estero che apprezziamo paesaggi e panorami che in Italia sicuramente non ci mancano. Ovviamente la mia non è una critica ma una consapevolezza sempre maggiore di quanto si diano per scontato le cose che teniamo sotto al naso. Un interessante punto di vista da prendere come spunto per guardare con occhi nuovi tutti gli splendidi scorci veneziani.

bill369's review against another edition

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4.5

25
Po dvoutýdenním pobytu (dokonce i mimo sezonu) je člověk jako buddhistický mnich – zbaven peněz i sám sebe. V určitém věku a při určitém druhu práce je odpoutanost od sebe sama vítaná, ne-li přímo nezbytná.

34
Teleskopický vjem kontaktu s buněčným nekonečnem existence cizího těla je znám jako něha a je úměrný zřejmě jen počtu buněk, které tělo obsahuje.

56
Každý povrch touží po prachu, protože prach je tělo času, tělo a krev, jak řekl básník; tady už ta touha ale pominula. Teď prach pronikne do nitra předmětů, pomyslel jsem si, splyne s nimi a nakonec je nahradí.

60
Koneckonců, tak jako sám Všehomoucí, i my tvoříme všechno k obrazu svému, neboť nemáme vhodnější vzory; a naše výtvory o nás vypovídají víc než jakákoli zpověď.

77
Espresso na dně hrníčku je patrně jediná černá tečka na míle daleko. Taková jsou tu poledne. Po ránu se světlo opírá hrudí o okenní sklo, a když rozloupne člověku oči jako škebli, běží dál a brnká svými dlouhými paprsky o arkády, kolonády, cihlové komíny, světce a lvy – jako školák běžící s proutkem okolo železného plotu parku nebo zahrady.

103
Oko nepřestává pozorovat skutečnost za žádných okolností, i když k tomu není sebemenší důvod. Otázka zní: Proč? A odpověď: Protože prostředí je nepřátelské. Zrak je nástroj, který člověku umožňuje přizpůsobit se okolnímu prostředí, to však zůstává nepřátelská, ať je přizpůsobení sebedokonalejší.

103
V kráse je útěcha, protože skýtá bezpečí. Nehrozí člověku smrtí, nezpůsobuje mu bolest.

106
Benátky jsou odjakživa milenkou oka. Všechno, co po nich následuje, přináší zklamání. Slza předjímá, co čeká oko v budoucnosti.

129
Opakuji: voda se rovná času a opatřuje kráse dvojníka. My, částečně z vody, sloužíme kráse stejným způsobem. Leštěním vody vylepšují Benátky tvář času, zkrášlují budoucnost. To je posláním tohoto města. Neboť město stojí, zatímco my se pohybujeme. Slze je toho důkazem. My odcházíme, a krása zůstává. Neboť člověk směřuje do budoucnosti, zatímco krása je věčná přítomnost. Slza je pokus setrvat, zůstat a splynout s městem. Ale to je proti pravidlům. Slza je zpětný pohyb, daň, kterou budoucnost platí minulosti. Anebo je to výsledek odečítání většího od menšího: krásy od člověka. Totéž platí i v lásce, protože i láska přesahuje toho, kdo miluje.

giovydsb's review against another edition

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3.0

Brodskij è poeta, e si sente. La scrittura è preziosa e raffinata, quasi un merletto, i pensieri sono suggestivi, sottili, corrono sul pelo dell'acqua. Però non mi convince, mi pare che giri attorno al punto senza arrivarci mai, che costruisca una struttura delicata e pregevole senza un centro di gravità. Soprattutto, non ci ho riconosciuto tanto la "mia" Venezia quotidiana. Brodskij dice, giustamente, che sarebbe sbagliato fare della città un museo, ma poi si sforza per renderla astratta, eterea, rimarca lo stereotipo di una Venezia che è bella solo quando è ferma, svuotata e sospesa (e per farlo esagera sugli effetti di nebbia e acqua alta). Tutto il contrario di quello che Venezia deve essere se vuole sopravvivere come città. Non lo so, sarà che questo libretto è stato scritto su commissione, ma c'è qualcosa che non mi torna.
"Forse Venezia ho paura di perderla tutta in una volta, se ne parlo.", diceva Marco Polo nelle Città invisibili di Calvino. Forse aveva ragione. Alla fine del libro di Brodskij, che resta comunque una lettura bella e piacevole, mi pare di aver trattenuto solo un pugno di nebbia.

p.s. è un problema di traduzione, il povero Brodskij non c'entra, ma non si può leggere "le fondamenta". Non sono le fondazioni degli edifici, a Venezia le strade che costeggiano i canali sono le fondamentE (sing. la fondamenta).

pino_sabatelli's review against another edition

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3.0

A me è parso un libretto piuttosto discontinuo e poco ispirato: forse non è un caso che sia stato scritto su commissione. Con ogni probabilità non è l’opera migliore per approcciare Brodskij, a dispetto del bellissimo titolo.

melpomel's review

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3.0

Brodsky escribe una carta de amor, pero es tan íntima, tan personal, tan hermética, que a veces se hace difícil seguir las palabras, comprender su calado. Pero no importa, porque B. no nos ha escrito la carta de amor a nosotros; se la ha escrito a Venecia.
2.5/5