Reviews

Una stanza tutta per sé by Virginia Woolf

yazzzmin's review against another edition

Go to review page

5.0

very important. very influential. very essential to our world.

r0sem4rie's review against another edition

Go to review page

5.0

Wow. I love books. I love literature. I love words and sentences. I love Shakespeare’s sister. I love Virginia. I love women.

agamakota's review against another edition

Go to review page

Chyba znalazłam swój autorytet, w świecie ich pozbawionym.

missus_e's review against another edition

Go to review page

challenging inspiring reflective medium-paced

4.75

skes96's review against another edition

Go to review page

informative inspiring tense medium-paced

5.0

marysunburn's review against another edition

Go to review page

challenging informative medium-paced

3.5

I have to dock points for the dated, racist point of view on the world. 
But the truly sad part is is how much this book still hold up even almost a hundred years later. 
It perfectly encapsulates not only the basic axiom "women are less recognized academically than men", but it diagnoses the reason why and the lingering effects, displaying a world and points of view that, truly, are not quite different from our world's. 

anomys_'s review against another edition

Go to review page

5.0

Ho provato diverse volte a buttare giù qualche riga prima di scrivere questa recensione ma non ci sono riuscita. Perché è sempre difficile trovare le parole giuste per raccontare e commentare un libro che ci è piaciuto tanto.
“Una stanza tutta per sé” di Virginia Wolf mi ha dato davvero tanto e sono certa che tutto quello che dirò non gli renderà giustizia.
Virginia Wolf raccoglie in questo libro e li adatta alla pubblicazione alcuni suoi interventi a delle università femminili in cui è stata invitata per parlare di donne nella letteratura. È così che parte la sua indagine alla ricerca di questo binomio, di come per anni sia stato inconcepibile e come sia arrivata alla conclusione che una donna che voglia fare la scrittrice abbia bisogno di «cinquecento sterline l’anno e una stanza con una serratura alla porta».
Per anni la donna è stata considerata intellettualmente inferiore all’uomo, che per elogiare se stesso ha necessariamente avuto bisogno di sminuirla; non ha potuto possedere del denaro proprio; non ha avuto accesso alla cultura, allo studio, ma è stata relegata al ruolo di figlia/moglie/madre, l’angelo del focolare che può parlare solo di mode, merletti e pettegolezzi. Nonostante ciò, Virginia Wolf ricorda alcune donne straordinarie che hanno sfidato queste concezioni, che hanno seguito la propria indole e la propria arte, che hanno cominciato a scrivere non solo lettere (le uniche che erano “capaci” a scrivere) ma poesie e racconti, letti per un pubblico ristretto di amici, che poi le deridevano alle spalle, scritti di nascosto nel salotto di casa perché non avevano uno studio per loro, pubblicati sotto pseudonimo maschile.
Lady Winchilsea, Margaret di Newcastle, Dorothy Osborne, Aphra Behn, Jane Austen, le sorelle Brontë, George Eliot. Virginia Wolf le nomina e le ringrazia, perché è grazie a loro che lei, le sue colleghe e le future scrittrici devono ringraziare se sono libere di esercitare e seguire la loro arte. E io ringrazio Virginia Wolf perché non c’è una parola di troppo in questo suo indispensabile saggio.

floatingbubblepops's review against another edition

Go to review page

4.75

took a bit to get used to the language and to understand what was being said at times, but i loved it a lot!

tuniereads's review against another edition

Go to review page

informative reflective medium-paced

4.0