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medium-paced
Questo è la seconda graphic novel di Zerocalcare che leggo ed è piuttosto diversa dalla prima, nella prima metà infatti vengono affrontati temi di denuncia sociale mentre nella seconda si racconta il travagliato percorso di produzione della sua serie Netflix.
È stato interessante vedere come lo stile di Zero si sia adattato così bene a temi delicati come la sanità, le carceri e la guerra.
Sicuramente meno divertente dell'altro volume ma pieno di spunti interessanti.
È stato interessante vedere come lo stile di Zero si sia adattato così bene a temi delicati come la sanità, le carceri e la guerra.
Sicuramente meno divertente dell'altro volume ma pieno di spunti interessanti.
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Come tutti i libri di zerocalcare, anche questo mi ha emozionata e fatta ridere, nonché riflettere; le tematiche affrontate sono contemporanee e spesso poco coperte dalla stampa italiana: si tratta di carcere e sanità locale in tempo di covid, di Siria, Rojava, di "politicamente corretto" - tutte tavole uscite per L'Espresso e per Internazionale.
Infine abbiamo un inedito in merito alla sua serie animata, "Strappare lungo i bordi", dove racconta le sue paure, le sue insicurezze, i suoi timori, facendo anche un po' di foreshadowing in merito alle reazioni di chi poi l'ha vista. Consigliatissimo!
Infine abbiamo un inedito in merito alla sua serie animata, "Strappare lungo i bordi", dove racconta le sue paure, le sue insicurezze, i suoi timori, facendo anche un po' di foreshadowing in merito alle reazioni di chi poi l'ha vista. Consigliatissimo!
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slow-paced
Sarò di parte, ma lui è sempre caruccio. Bello de zia.
Questo libro non contiene un racconto unico ma cinque storie diverse. Mi sono piaciute particolarmente la prima, sulla situazione carceraria in Italia durante la pandemia, e la seconda, sulla condizione in cui versa la sanità locale. Entrambi questi racconti toccano temi importanti che spesso vengono ignorati o poco conosciuti. La terza storia mi ha un po' confuso, la quarta è un resoconto della tentata visita a un campo profughi di Makhmour, nel Kurdistan iracheno, e la quinta storia parla della serie Netflix e del lavoro che c'è stato dietro. Nel complesso è un buon albo, come sempre Michele non mi delude mai!
Questo libro non contiene un racconto unico ma cinque storie diverse. Mi sono piaciute particolarmente la prima, sulla situazione carceraria in Italia durante la pandemia, e la seconda, sulla condizione in cui versa la sanità locale. Entrambi questi racconti toccano temi importanti che spesso vengono ignorati o poco conosciuti. La terza storia mi ha un po' confuso, la quarta è un resoconto della tentata visita a un campo profughi di Makhmour, nel Kurdistan iracheno, e la quinta storia parla della serie Netflix e del lavoro che c'è stato dietro. Nel complesso è un buon albo, come sempre Michele non mi delude mai!
Perché sono gli automatismi, i «si fa così perché si è sempre fatto così», che nutrono lo status quo.
Se manco ci provi, hai già fallito. E comunque pure se fallisci sticazzi.
challenging
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