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abbeyhar103's review against another edition
4.0
Man. If I only had two words to describe this book, they would be "whimsical" and "heartwrenching." It was like the movie "hook" plus sex scenes and a lot of death and sadness, plus a touch of Tom Robbins wryness. I wasn't sure at first, the first 50 pages are a bit slow, but after that I couldn't put it down.
The author went to Harvard Divinity school, got his MFA from Iowa and is also a doctor (pediatric oncology). Kind of amazing. I want to read "The Children's Hospital" next.
The author went to Harvard Divinity school, got his MFA from Iowa and is also a doctor (pediatric oncology). Kind of amazing. I want to read "The Children's Hospital" next.
ellodees's review against another edition
4.0
Interesting characters, sad book with a sometimes muddled plot, but satisfying ending.
thrilled's review against another edition
3.0
this was like a warm unshaken cocktail: all the ingredients were there, but the preparation was botched
booksntea99's review against another edition
4.0
This book, The Great Night, is loosely based on A Midsummer Nght’s Dream - very loosely. The magical element and faries and such are part of the book but that’s about it. but thb, I can’t remember the play very well - so who knows lol, this was the first proper theatre play I went to btw. I was around 8 and I was crushing hard on the guy who played Puck. So I’ll always have a soft spot for that character :) sigh....
anyways, this book is a really good read. Chris Adrian writes quite well and is sometimes laugh out loud funny! I had a good chuckle, especially in the doctor’s waiting room, when everyone is really quiet and you’re desperately trying not to laugh.
this being said, it deals a lot with loss and grief which seems the opposite of funny but Adrian somehow makes these two things work without being disrespectful or absurd.
anyways, this book is a really good read. Chris Adrian writes quite well and is sometimes laugh out loud funny! I had a good chuckle, especially in the doctor’s waiting room, when everyone is really quiet and you’re desperately trying not to laugh.
this being said, it deals a lot with loss and grief which seems the opposite of funny but Adrian somehow makes these two things work without being disrespectful or absurd.
scheu's review against another edition
4.0
Glad I finally got around to it. Boy what a downer though. Makes me want to kill all the fae, seelie unseelie or what have you. What a bunch of jerks.
malitia's review against another edition
4.0
Di primo acchito:
Questo libro è semplicemente un delirio... non so nemmeno che voto dargli
Recensione posteriore:
La Grande notte è un piccolo capolavoro in puro stile shakespeariano, che ritrova e rinnova le atmosfere di Sogno di una notte di mezza estate in un complesso urbano e contemporaneamente fiabesco, con uno stile onirico o concreto - in base alla situazione - talvolta confusionario ma assolutamente poetico. Chris Adrian scrive da Dio e il suo è un libro complesso, a tratti psicologico, una miscela originalissima di esperienze umane e fatate cui i protagonisti si trovano, loro malgrado, a far fronte. Al loro passato infelice si unisce un presente altrettanto traumatizzante: la notte del Solstizio d'estate Molly, Will ed Henry, appesantiti dai propri fantasmi personali, si trovano rinchiusi nel Buena Vista Park di San Francisco. La regina delle fate, Titania, in un impeto di dolore e di disperazione per la morte del figlioletto e l'abbandono del marito, ha liberato la Bestia, che assume agli occhi dei ragazzi i tratti dei loro peggiori incubi. La corte regale, composta da folletti, fate, ed elfi, sa che quella che doveva essere una notte di festa, la Grande notte, sarà anche l'ultima. Il libro si snoda così tra passato e presente, un passato doloroso e concreto, come già detto, è un presente letale dominato da incubi altrettanto reali. Sarebbe stato perfetto se il lettore non cercasse, per metà della narrazione, di capire cosa stia succedendo: il caos della commedia di Shakespeare è reso in maniera così magistrale che si termina il libro con l'interrogativo, direi non indifferente, su cosa mai sia successo e per quale motivo si giunga quel finale. La Grande notte va, insomma, letto con molta attenzione, ma lo stile - di cui vi copio un estratto qua giù - ripaga dell'impegno che deve essere impiegato.
"Sulla sommità della collina, appena al di là della soglia dei normali sensi umani, una porta si apriva nella terra lasciando trapelare una luce brillante e tenue come il sole d'autunno. Riversandosi giù per il pendio la luce sembrava acquietare tutto quello che lambiva: i rami smettevano di fremere nonostante il vento e le bestioline cessavano di annusare, quasi che foglie e sorci aspettassero di sentire il suono che di lì a poco prese a salire pian piano dall'apertura del terreno. Era un suono di campanelle, dapprima debolissimo e poi poco più forte ma come più chiaro, forse perché, sebbene fosse sommesso e le singole note fossero alquanto gradevoli, era punteggiato di sporadiche armonie e tonalità inquietanti per l'orecchio animale. Nella luce apparvero delle ombre che si allungarono giù per la collina seguite da una grande varietà di figure".
Questo libro è semplicemente un delirio... non so nemmeno che voto dargli
Recensione posteriore:
La Grande notte è un piccolo capolavoro in puro stile shakespeariano, che ritrova e rinnova le atmosfere di Sogno di una notte di mezza estate in un complesso urbano e contemporaneamente fiabesco, con uno stile onirico o concreto - in base alla situazione - talvolta confusionario ma assolutamente poetico. Chris Adrian scrive da Dio e il suo è un libro complesso, a tratti psicologico, una miscela originalissima di esperienze umane e fatate cui i protagonisti si trovano, loro malgrado, a far fronte. Al loro passato infelice si unisce un presente altrettanto traumatizzante: la notte del Solstizio d'estate Molly, Will ed Henry, appesantiti dai propri fantasmi personali, si trovano rinchiusi nel Buena Vista Park di San Francisco. La regina delle fate, Titania, in un impeto di dolore e di disperazione per la morte del figlioletto e l'abbandono del marito, ha liberato la Bestia, che assume agli occhi dei ragazzi i tratti dei loro peggiori incubi. La corte regale, composta da folletti, fate, ed elfi, sa che quella che doveva essere una notte di festa, la Grande notte, sarà anche l'ultima. Il libro si snoda così tra passato e presente, un passato doloroso e concreto, come già detto, è un presente letale dominato da incubi altrettanto reali. Sarebbe stato perfetto se il lettore non cercasse, per metà della narrazione, di capire cosa stia succedendo: il caos della commedia di Shakespeare è reso in maniera così magistrale che si termina il libro con l'interrogativo, direi non indifferente, su cosa mai sia successo e per quale motivo si giunga quel finale. La Grande notte va, insomma, letto con molta attenzione, ma lo stile - di cui vi copio un estratto qua giù - ripaga dell'impegno che deve essere impiegato.
"Sulla sommità della collina, appena al di là della soglia dei normali sensi umani, una porta si apriva nella terra lasciando trapelare una luce brillante e tenue come il sole d'autunno. Riversandosi giù per il pendio la luce sembrava acquietare tutto quello che lambiva: i rami smettevano di fremere nonostante il vento e le bestioline cessavano di annusare, quasi che foglie e sorci aspettassero di sentire il suono che di lì a poco prese a salire pian piano dall'apertura del terreno. Era un suono di campanelle, dapprima debolissimo e poi poco più forte ma come più chiaro, forse perché, sebbene fosse sommesso e le singole note fossero alquanto gradevoli, era punteggiato di sporadiche armonie e tonalità inquietanti per l'orecchio animale. Nella luce apparvero delle ombre che si allungarono giù per la collina seguite da una grande varietà di figure".
tasharobinson's review against another edition
4.0
A startlingly strange, rich novel that has repeatedly been described as a retelling of "A Midsummer Night's Dream," but is something more interesting — an original story that borrows some of the characters and a couple of plot twists. This is top-flight literary fantasy, a Neil Gaiman-esque story about myths and magic and how they intersect with the real world. The prose is lyrical and beautiful, and the scenarios Adrian comes up with to background his mortal characters — a woman whose family formed a Christian rock band and expected complete idealogical obedience from the kids, a pediatric onocologist with severe OCD and a missing past, a tree doctor trying to save something magical he's never seen before — are compelling and detailed and heartbreaking. My only quibble with the book is that I felt like I got to know these characters extremely well, and then the story largely disposes of them. Their present isn't as well-realized as their past, and in the end, the ending seems rushed and full of loose threads. It's no insult to say my major problem with the book was that I wanted more of it by the end.
moirastone's review against another edition
3.0
The first book in months that I've wanted to re-read immediately upon finishing the final sentence, largely because I'm convinced there is another, perhaps even more intriguing book underneath the one I just read. That other book may disappoint me, or leave me with a diminished opinion of my own first reaction (which, for the record, was one of wonder, confusion, delight, and sorrow), or even damage me somehow, but I'm intent on having this experience of digging for it, whatever the cost. QED.
rollerr's review against another edition
3.0
I finished this book with such mixed feelings. I thought the "The Children's Hospital" by the same author was wonderful, and had very high expectations for this. Some of those expectations were met. The parts of the book telling the story of the the death of Titania and Oberon's child and very beautiful and sad. On the other hand, the stories of the messed-up lives of Henry, Molly and Will out in the “real world” are so dull. Half a loaf . . .