Reviews

Enter a Murderer by Ngaio Marsh

eososray's review against another edition

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3.0

I like these mysteries that Ngaio sets in the theater world, it's obviously one she knows and loves and it shows in her writing.

I really liked the conclusion to this one, it was fun and a bit convoluted.

liahecht's review against another edition

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lighthearted mysterious medium-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? No

3.5

rissaleighs's review against another edition

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2.0

I didn't enjoy this one anywhere NEAR as much as the first. I think it was mainly the setting and cast of characters that was a miss for me--theater troop and all--although I can see how that might be a draw for someone else. The dialogue also seemed somewhat inscrutable, and Nigel rather an irritating sulk. Oh well. Better luck next time

we_are_all_mad_here26's review against another edition

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3.0

 Finished this a couple of days ago and completely forgot to update here. It was fine aside from dialogue here and there that made no sense to me (unclear as to whether it was over my head or genuinely confusing).

Ngaio Marsh is considered to be one of the 'Queens of Crime' along with Agatha Christie, Dorothy Sayers and Margery Allingham. So far in my experience there's really only one queen, and that is my idol Agatha. 

rebeccamink's review against another edition

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medium-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? N/A
  • Flaws of characters a main focus? No

3.0

shellystilger's review against another edition

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3.0

It has been a while since I’ve read an early Alleyn. He started out a somewhat insufferable prig. Troy was definitely the beat thing to happen to him. Still, a ho-hum Ngaio Marsh is better than most other folks any day.

criminally_yours's review against another edition

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adventurous challenging mysterious fast-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? No

4.0

author_d_r_oestreicher's review against another edition

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4.0

Ngaio Marsh is a New Zealand author and one of the Four Queens for Crime. Enter a Murder (1935) might be the first occurrence of a real on-stage murder co-opting the dramatic scripted murder using the prop murder weapon. The deceased is Arthur Surbonadier, degenerate nephew of rich theater owner Jacob Saint. Arthur is part of a love triangle including leading-lady Stephanie Vaughan, and leading-man Felix Gardener. Since everyone saw Felix shot Arthur, the question is who replaced the dummy bullets in the stage gun with live ordnance.

Many critics credit the Four Queens with the creation of the “cozy mystery” genre. If you are interested in a mystery without tough guys, sex, or violence, Ngaio Marsh is an author to investigate.

For the complete book club report: http://1book42day.blogspot.com/2017/10/enter-murderer-by-ngaio-marsh.html

maggiekms's review against another edition

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adventurous mysterious medium-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? No

3.5

ilariam's review against another edition

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3.0

"(...) direttore di scena, produttore e critico di questo dramma è quel vecchio piedipiatti che si chiama Legge. E io, signor Saint, per usare le parole di un successo di cassetta di molto tempo fa, “Io, Signori, rappresento la Legge”.


Agatha Christie, Ngaio Marsh, Dorothy L. Sayers e Margery Allingham: sono loro le quattro "Queens of Crime" della tradizione giallistica inglese, che hanno dominato il panorama della crime fiction anglosassone nella sua "età dell'oro", gli anni '20 e '30 del secolo scorso.

Ngaio Marsh (all'anagrafe Edith Ngaio Marsh) viene ricordata per i 32 romanzi con protagonista l'Ispettore Roderick Alleyn del CID (Criminal Investigation Department) della Polizia Metropolitana di Londra, un gentiluomo che ha deciso di mettere la propria sagacia al servizio delle Forze dell'Ordine di Sua Maestà. Enter a Murderer è il secondo dei suoi romanzi, e la Marsh, ambientando la vicenda nel mondo del teatro, si avventura su sentieri più che noti: la scrittrice, infatti, è stata anche attrice e regista.

È la vita che imita l'arte o l'arte che imita la vita?

Due attori, rivali sul palco ma anche in amore, si trovano a dover interpretare degli acerrimi nemici. Gli alterchi dietro le quinte paiono continuare in palcoscenico, e la scena di maggior pathòs del loro ultimo dramma prevede che uno dei due muoia, ucciso da un un colpo accidentale partito durante una colluttazione. Qualcuno, però, ho sostituito le false cartucce di scena con veri proiettili, e un pubblico ignaro assiste ad un reale omicidio.
L'unico a capire immediatamente cosa sia successo è l'Ispettore Alleyn che proprio quella sera è in teatro con l'amico giornalista Nigel Bathgate, entrambi invitati proprio da colui che ha sparato il colpo mortale.
La vittima sin da subito appare tutt'altro che uno stinco di santo, e molti sembrano avere almeno un motivo per rallegrarsi della sua precoce dipartita...

«Stavo pensando che nei casi d’omicidio difficili o non compare nessun movente o ne compaiono troppi. In questo caso ve ne sono troppi: Jacob Saint è stato ricattato dal morto; Stephanie Vaughan era tormentata e minacciata; Trixie Beadle probabilmente è stata rovinata da lui; Props è stato, come si direbbe in termini legali, “gravemente offeso”; lo stesso dicasi del padre della ragazza; grazie alla morte di Surbonadier, la Emerald eredita tutti i soldi di Saint. Beh, ammetto che ho sospettato di ciascuno di loro, a turno.

Roderick Alleyn è un investigatore senza particolari guizzi che lo distinguano dai suoi illustri colleghi letterari: non ha i modi aristocratici di Philo Vance o le idiosincrasie di Hercule Poirot; non è irruento e gioviale come Gideon Fell né ha l'imperturbabilità tutta orientale di Charlie Chan; insomma, è un poliziotto con i piedi per terra, molto ammirato dai suoi subalterni, e non manca di ironia.

«Ha telefonato lei all’appartamento di Surbonadier circa venti minuti dopo essersene andato?» chiese Alleyn. «Sì. Come fa a saperlo?». «L’ho sentito». «Ma allora, perché diavolo non ha risposto?». «Ero sotto il letto».

Scene come questa e battute argute sono un'ulteriore prova dell'esperienza teatrale della Marsh, e non stonerebbero affatto in un film degli anni '30-'40.
Nigel Bathgate ricopre il ruolo del Watson della situazione, come d'ordinanza in questo genere letterario, fornendo anche il punto di vista che più facilmente si identifica con quello del lettore; svolge il suo compito senza lode e senza infamia.
Cavarsela in mezzo ad un manipolo d'attori, abituati da sempre ad interpretare una parte, non è certo facile

Barclay Crammer fornì un’interpretazione accademica perfetta del gentiluomo affranto. Janet Emerald diede un’ottima dimostrazione di ciò che le primedonne chiamano “provare l’intera gamma delle emozioni”; (...)

La signorina Deamer testimoniò con la sincerità della giovinezza, inserendo nella voce un anelito di emozione, molto efficace. La sua deposizione fu assolutamente irrilevante. Il direttore di scena e la signorina Max si dimostrarono persone pratiche e di buonsenso. Quanto a Props, il suo aspetto e il suo comportamento erano a tal punto la rappresentazione perfetta della figura dell’assassino, che uscì dal banco dei testimoni già avvolto in un’atmosfera di sospetto. Trixie Beadle suscitò in tutti l’idea di “ero una ragazzina innocente”, ma era evidente che era spaventata e il coroner la trattò con gentilezza e delicatezza. (...)

Il padre fu sobrio, rispettoso e alquanto commovente. Howard Melville fu zelante, sincero e di nessun aiuto.

ma Alleyn non è tipo da lasciarsi confondere, intuendo sin da subito chi sia dietro alla fatale messa in scena.

Venendo all'elemento mystery vero e proprio, non è affatto difficile identificare il colpevole, tanto che la rivelazione finale è quasi lapalissiana.

Ciò nonostante, la lettura si rivela gradevole e poco impegnativa, sebbene il lettore non debba aspettarsi di mettere chissà quanto alla prova le proprie "cellulite grigie".