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challenging
emotional
sad
medium-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Complicated
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
Complicated
Flaws of characters a main focus:
No
As a special education teacher who has been making an effort to listen directly to disabled voices for many years now, this book was a bit of a disappointment. My main critique is not that R.J. Palacio did a bad job representing challenges that affect people with facial deformaties, but its more about the surface level message of the book. Auggie experiences ableism on a daily basis and the message seems to be that if you just hold tight and have a positive outlook, the people around you will get used to it and realize they need to be more kind. My problem with this story is that it puts Auggie in such a passive role, entirely at the whims of the able-bodied people around him. The only plot point is that he is getting bullied until magically one day all the other kids stop bullying him and realize he’s been brave and kind the whole time. It bothers me that people in this story (and even the author, based on comments she’s made about her inspiration for the book) see Auggie as an opportunity to teach other kids a lesson and less as a person who has agency of his own. I think that intention is reflected in how entire sections are written not from Auggie’s perspective, but instead from his friends perspective to show how being Auggie’s friend is teaching them to be better. There’s nothing wrong with a message about teaching kindness, but I encourage people to read more from disabled authors for more nuanced stories about disability!
مرهمی برای ذهن خسته و درهمپیچیده با داستانی صاف و ساده و صمیمی؛ برای لحظهای جدا شدن از دنیای آدم بزرگها. و البته، گاهی خطر حوصلهسر رفتگی از دنیای تینیجری.
Recensione sul blog: http://ikigai.altervista.org/wonder/
Wonder era in letargo sul mio Kobo da tempo immemore. Era finito lì perché mi ispirava, ma poi non mi attirava mai abbastanza da avere la meglio su altre letture. Stavolta ha vinto per due motivi: il gruppo di lettura mensile di Airals World e l’uscita, prevista per quest’autunno, del film.
Per farla breve, ho visto il trailer e ho pianto, Airals idem. Lei si è inventata il gruppo di lettura e io mi ci sono infilata.
Data questa premessa, vi confesso che mi sono trovata un po’ in difficoltà a scrivere la recensione. Non so bene il motivo, forse la particolarità del libro. Ed è questo il motivo per cui sarà piuttosto breve.
Partiamo dal fatto che mi è piaciuto molto. Non mi aspettavo una storia così, non so bene nemmeno io cosa mi aspettassi, ed è qui che probabilmente il trailer del film ha fatto il suo lavoro: incuriosirmi al punto da farmi tuffare senza esitazione il naso tra le pagine di Wonder.
Auggie è un ragazzino, che dopo essere cresciuto per anni nel bozzolo protetto che è la sua famiglia, si trova catapultato a scuola, nel mondo reale. Sono stati i suoi genitori a prendere questa decisione nonostante August non si sentisse totalmente pronto ad intraprendere questo nuovo capitolo della sua vita. Ed ancora non sapeva che cosa aspettarsi di preciso.
Wonder ci racconta quindi il primo anno di scuola di Auggie, raccontato da punti di vista diversi: il suo, quello della sorella, quello di amici e compagni di scuola.
Questa narrazione ci permette di cogliere tutte le sfumature della storia, ma soprattutto ci permette di conoscere una marea di emozioni. Emozioni che ci colpiscono come delle pallonate, emozioni reali, piene, quasi palpabili. Emozioni completamente diverse tra loro, a seconda di situazioni e protagonisti. La paura di Auggie, la sua gioia nel trovare degli amici, la sua soddisfazione nel riuscire a fare le cose come gli altri suoi coetanei, il suo sconforto nel vedersi sempre deriso, la sua forza di volontà che vede alti e bassi a seconda dei momenti, la sua delusione causata dal comportamento di chi credeva amico.
Filo conduttore è quella ‘cattiveria innocente’ dei bambini, quella capacità di dire qualcosa senza rendersi pienamente conto dell’effetto che può fare. Quella cattiveria, e forse purtroppo anche quella sincerità, che gli adulti non hanno o non vogliono avere. Quella che tentano di nascondere.
Un altro groviglio di emozioni contrastanti è quello che caratterizza Olivia, la sorella maggiore di Auggie. Olivia che si è sempre dimostrata fin troppo protettiva nei confronti del fratellino, Olivia che però allo stesso tempo si scopre sollevata nel momento in cui cambia scuola e nessuno la conosce e la ricollega ad Auggie e al suo viso deformato. Il tutto unito da un senso di sconforto e inferiorità dovuto alla convinzione di essere meno importante di August per i suoi genitori.
Ho semplicemente adorato l’analisi di queste emozioni che sembrano elementari, ma che in realtà nascondono dei piccoli adulti, delle persone con un carattere già formato, chi più e chi meno forte.
Summer che se ne frega di tutto e tutti e stringe amicizia con August, Julian che si sente superiore, ma che rischia ogni momento di ritrovarsi solo. Jack, che inizialmente ha paura, ma poi trova il coraggio anche di chiedere scusa.
È una storia che fa pensare e che fa commuovere, ma che comunque è scritta in maniera molto semplice. È un libro che vuole parlare a tutti, che può tranquillamente essere considerata una lettura dei bambini, anche se le emozioni non hanno età. È un libro che può aiutare chiunque ad affrontare la realtà, facendoci capire che, se meschinità e cattiveria non vincono mai, spesso nemmeno l’indifferenza è la soluzione migliore.
Wonder era in letargo sul mio Kobo da tempo immemore. Era finito lì perché mi ispirava, ma poi non mi attirava mai abbastanza da avere la meglio su altre letture. Stavolta ha vinto per due motivi: il gruppo di lettura mensile di Airals World e l’uscita, prevista per quest’autunno, del film.
Per farla breve, ho visto il trailer e ho pianto, Airals idem. Lei si è inventata il gruppo di lettura e io mi ci sono infilata.
Data questa premessa, vi confesso che mi sono trovata un po’ in difficoltà a scrivere la recensione. Non so bene il motivo, forse la particolarità del libro. Ed è questo il motivo per cui sarà piuttosto breve.
Partiamo dal fatto che mi è piaciuto molto. Non mi aspettavo una storia così, non so bene nemmeno io cosa mi aspettassi, ed è qui che probabilmente il trailer del film ha fatto il suo lavoro: incuriosirmi al punto da farmi tuffare senza esitazione il naso tra le pagine di Wonder.
So di non essere un normale ragazzino di dieci anni. Sì, insomma, faccio cose normali, naturalmente. Mangio il gelato. Vado in bicicletta. Gioco a palla. Ho l’Xbox. E cose come queste fanno di me una persona normale. Suppongo. E io mi sento normale. Voglio dire dentro.
Ma so anche che i ragazzini normali non fanno scappare via gli altri ragazzini normali fra urla e strapiti ai giardini. E so che la gente non li fissa a bocca aperta ovunque vadano.
Auggie è un ragazzino, che dopo essere cresciuto per anni nel bozzolo protetto che è la sua famiglia, si trova catapultato a scuola, nel mondo reale. Sono stati i suoi genitori a prendere questa decisione nonostante August non si sentisse totalmente pronto ad intraprendere questo nuovo capitolo della sua vita. Ed ancora non sapeva che cosa aspettarsi di preciso.
Wonder ci racconta quindi il primo anno di scuola di Auggie, raccontato da punti di vista diversi: il suo, quello della sorella, quello di amici e compagni di scuola.
Questa narrazione ci permette di cogliere tutte le sfumature della storia, ma soprattutto ci permette di conoscere una marea di emozioni. Emozioni che ci colpiscono come delle pallonate, emozioni reali, piene, quasi palpabili. Emozioni completamente diverse tra loro, a seconda di situazioni e protagonisti. La paura di Auggie, la sua gioia nel trovare degli amici, la sua soddisfazione nel riuscire a fare le cose come gli altri suoi coetanei, il suo sconforto nel vedersi sempre deriso, la sua forza di volontà che vede alti e bassi a seconda dei momenti, la sua delusione causata dal comportamento di chi credeva amico.
Filo conduttore è quella ‘cattiveria innocente’ dei bambini, quella capacità di dire qualcosa senza rendersi pienamente conto dell’effetto che può fare. Quella cattiveria, e forse purtroppo anche quella sincerità, che gli adulti non hanno o non vogliono avere. Quella che tentano di nascondere.
Un altro groviglio di emozioni contrastanti è quello che caratterizza Olivia, la sorella maggiore di Auggie. Olivia che si è sempre dimostrata fin troppo protettiva nei confronti del fratellino, Olivia che però allo stesso tempo si scopre sollevata nel momento in cui cambia scuola e nessuno la conosce e la ricollega ad Auggie e al suo viso deformato. Il tutto unito da un senso di sconforto e inferiorità dovuto alla convinzione di essere meno importante di August per i suoi genitori.
Una volta Olivia mi ha raccontato che un qualche dottore ha detto ai suoi genitori che le possibilità che qualcuno sia colpito dalla stessa combinazione di sindromi che si sono messe insieme per creare la faccia di Auggie erano una su quattro milioni. Ma questo non fa dell’universo una gigantesca lotteria, dunque? Quando nasci compri un biglietto. E dipende tutto dal caso, se è un biglietto buono o un biglietto cattivo. È solo questione di fortuna.
Ho semplicemente adorato l’analisi di queste emozioni che sembrano elementari, ma che in realtà nascondono dei piccoli adulti, delle persone con un carattere già formato, chi più e chi meno forte.
Summer che se ne frega di tutto e tutti e stringe amicizia con August, Julian che si sente superiore, ma che rischia ogni momento di ritrovarsi solo. Jack, che inizialmente ha paura, ma poi trova il coraggio anche di chiedere scusa.
È una storia che fa pensare e che fa commuovere, ma che comunque è scritta in maniera molto semplice. È un libro che vuole parlare a tutti, che può tranquillamente essere considerata una lettura dei bambini, anche se le emozioni non hanno età. È un libro che può aiutare chiunque ad affrontare la realtà, facendoci capire che, se meschinità e cattiveria non vincono mai, spesso nemmeno l’indifferenza è la soluzione migliore.
emotional
funny
lighthearted
sad
medium-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
Yes
Truly a must read for every human being!! Characters you fall in love with or strongly dislike and a message/theme that everyone should learn and live by-always be more kind that you need to be. Auggie truly is a wonder!!
I have wanted to read this book for a long time, but I was scared to because of the target audience being younger than myself. I simply didn’t picture myself being captivated by a novel about a middle school boy. Now that I’ve read it, I wish I had done so much sooner. Every person can learn a thing or two from August Pullman, regardless of age. Once I started this book, I could not put it down.
This is such a great middle-grades book. I've been reading it aloud to my students, and decided to finish it on my own so that I can read it better to them. They love the story, too.
if you didn’t read this do you just not go to middle school?