3.4 AVERAGE

grandpamary's review against another edition

DID NOT FINISH

Had to return to the library. 

Was too disturbing for teenage me. 

Got to a part where they're slicing off some guys thighs and had to put it down.. 

Never picked it back up. 

I do like his writing. 

total shock value book. I don’t think I liked it very much and had to read another book at the same time as a palette cleanser after each chapter. some of the short stories really stood out but I feel like it was drawn out too long to be effective

Questo libro non mi è piaciuto quanto altri di Palahniuk.
E’ un suo libro e si vede, ha i tratti distintivi delle sue produzioni… ma è la storia che in qualche modo non mi ha preso. Non come era successo con Fight Club, o Rabbia, o Invisible Monsters, o anche con Ninna nanna.


La storia vede un gruppo di aspiranti scrittori abbandonare in gran segreto le loro vite di tutti i giorni per seguire un vecchio paralitico, Whittier, in una sorta di rifugio isolato dal mondo esterno. In questo luogo lontano dalle distrazioni del mondo, in compagnia di gente simile a loro e con lo stesso loro scopo, potranno concentrarsi solamente sulla scrittura di un capolavoro.
Fin da subito però il narratore mette in chiaro che le cose si sono svolte poi in maniera molto diversa da come pensavano prima di partire. E’ stato un disastro, una serie di tragedie e sofferenze e dolore.
Perchè il rifugio si rivela una prigione. Una prigione creata poco a poco dagli stessi imprigionati, decisi a crearsi una storia che li rendesse famosi.

E si arriva alla parte caratteristica di Palahniuk.
Questo libro parla del desiderio di successo, di cosa la gente è pronta a fare per raggiungere la fama.
E così abbiamo questi aspiranti scrittori che, trovatisi nell’occasione ideale per crearsi una storia tragica tale da renderli ricchi e famosi, di nascosto sabotano le serrature per rimanere intrappolati nel rifugio; sabotano le scorte di cibo, così da apparire denutriti; sabotano la caldaia e i gabinetti; arrivano a mutilarsi, una volta che il loro vero carceriere sia scomparso e siano quindi in grado di infliggersi qualunque punizione gli venga in mente, da addebitare poi sul conto del loro malvagio nemico.

La cosa triste è che il tutto fila.
Ha senso, per gente così squallida, il crearsi una situazione più patetica possibile per ottenere, una volta liberati, l’affetto della gente, i contratti miliardari di Holllywood, le presenze in tv.
Ha senso arrivare a infliggersi la mutilazione per apparire come il più colpito da quegli eventi, mutilandosi sempre di più per avere la mutilazione peggiore all’interno del gruppo di sopravvissuti.
Ha senso arrivare a considerare la morte stessa come un’esperienza da raccontare, l’osservarla con distacco pensando solo a come riferirla poi davanti alle telecamere.

Abbiamo tanti aspiranti scrittori, tante persone con qualche sorta di dramma personale alle spalle.
Tante persone che sarebbero benissimo potute essere protagonisti di altri libri di Palahniuk.
La donna che fugge inseguita dalla polizia, per salvare i bambolotti violati dai suoi colleghi; il cuoco serial-killer che si vendicava delle recensioni negative; storie di violenze e di assurdi ragionamenti e di apparire a tutti i costi. Tutti potenziali protagonisti, dal primo all’ultimo.
Ma al contempo, tutti comparse.

La voce narrante è interna a quel gruppo, ma resta sempre anonimo. Si limita a riferire ciò che ogni personaggio fa, estranea agli eventi ma sempre annoverandosi all’interno del gruppo di reclusi. Questa scelta non mi è piaciuta molto.

La struttura è a gruppi di tre capitoli, ciclica.
Il primo capitolo riguarda la storia, la trama. Gli scrittori che si radunano, che vanno nel rifugio, che cominciano a manomettere il rifugio stesso, a crearsi la loro tragedia personale.
Il secondo invece è una breve presentazione di uno dei personaggi-comprimari, come fatta dal personaggio stesso davanti al resto del gruppo.
Il terzo, è una storia narrata da quel personaggio. Che può essere la sua storia personale, o una storia inventata in base al personaggio che ha scelto di recitare, non si sa.

Comunque, i terzi capitoli sono ciò che fa dire “questi potrebbero essere protagonisti di altri libri”, i primi seguono la trama.
Ma la trama è abbastanza prevedibile, e non mi ha preso particolarmente. Magari perchè ciò di cui parla, diversamente da altre volte in cui in un certo senso apre gli occhi su qualche aspetto della società moderna, è troppo ovvio e scontato e noto.
Cioè, tutti sappiamo che i reality e i talk show sono solo dei luoghi dove gente a caccia di fama passeggera si fiondano, in attesa dei loro cinque minuti di gloria. Tutti sappiamo che molta gente farebbe tutto pur di apparire in tv, o al cinema, o di diventare in qualche modo famosa. Le proposte che vengono fatte nel mondo dello spettacolo penso siano abbastanza intuibili.

Da lì a manovrare la realtà creando i nemici della situazione, creando drammi e tragedie, il passo è breve.
Se in questa situazione voglio uscire come quello da intervistare e coccolare, devo essere quello che ha sofferto più di tutti. Mi devo tagliare le dita. Non devo mangiare. Devo ricordare con dolore la morte di queste persone.
La morte sempre più vissuta come evento mediatico e basta, il fatto che sia una morte che avviene accanto a noi invece di una morte vista in tv è solo il gradino successivo, l’evoluzione dell’indifferenza.

Può essere che sia la familiarità con questa critica che non me l’ha fatto apprezzare come gli altri.
Comunque è un libro godibile.

the worst one

The only reason I finished Haunted is because it was a friend recommendation else I wouldn't have wasted my time. I was given a vague outline of 'Guts' and away I went...
Call me a realist but the shock factor was pointlessly unbelievable and I don't mean in a 'fantastic and dynamic' way like some of these other reviews. Each story was reaching more than the last and didn't give me much to hold on to. I didn't care who lived or died (or was maimed) and worse still, I didn't care why. I felt like I was being fed 2+2=5 as the experiment progressed and I just couldn't visualise the logistics of the absurd violence taking place. It was repetitive and unscary and I didn't enjoy it.
dark tense medium-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: Complicated
Loveable characters: No
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: No

wtf is wrong with u man

As I became desensitized, I lost interest in the individual stories and the overall story arc. He doesn't really dive deeper into the whole "let's torture ourselves for the fame and blame Mr. Whittier because all people just want to see things to happen" thing.

I read this because I heard it made people throw up at live readings; with that in mind, I was extremely underwhelmed.

Exactly one of the short stories is worth reading, and it's the very first one. "Guts" is urban legend material, disgusting and just barely believable.

It's a shame the rest of the book isn't like that. After the strong first chapter, the book turns into a stupid satire of reality TV where a group of writers starve and dismember themselves for viewers' sympathy, occasionally interrupted with short stories about flat characters having forgettable conflicts. The stories are really varied in quality, and the framing device does them no favors.

I abandoned this book with about 35 pages left. It's so unengaging that I didn't even care to find out how it ends.
dark mysterious medium-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: Complicated
Loveable characters: Complicated
Diverse cast of characters: Yes
Flaws of characters a main focus: Complicated