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Tre racconti di sortilegi, reali o meno, buoni o meno, tutti basati su fatti più o meno reali. Stupisce la minuziosa ricerca di Pitzorno, in particolare la ricostruzione linguistica del primo racconto.
La strega riprende qualche immagine fiabesca (il cappuccio rosso, la matrigna cattiva), trasposte nella Toscana post-peste del ‘600; Maledizione continua su questa scia con una maledizione cucita da una sarta inconsapevole; Profumo, infine, è proiettato in un passato più vicino con dei biscotti sardi il cui profumo travalica qualsiasi confine spaziale e temporale.
La strega: ****
Maledizione: ***
Profumo: ***
La strega riprende qualche immagine fiabesca (il cappuccio rosso, la matrigna cattiva), trasposte nella Toscana post-peste del ‘600; Maledizione continua su questa scia con una maledizione cucita da una sarta inconsapevole; Profumo, infine, è proiettato in un passato più vicino con dei biscotti sardi il cui profumo travalica qualsiasi confine spaziale e temporale.
La strega: ****
Maledizione: ***
Profumo: ***
dark
emotional
medium-paced
Se di solito mi trovo in difficoltà nel commentare i libri che leggo, quando mi trovo davanti a testi del genere rimango letteralmente senza parole. O meglio, con moltissime parole che hanno però difficoltà a manifestarsi, fuggono quella gabbia che vuole rinchiuderle e limitarle, perché legate alla sfera astratta delle sensazioni e dei sentimenti. Ed è forse a causa di ciò che questo libro non si propone come lettura aperta facilmente a tutti, nonostante la brevità dei racconti e la magnifica prosa dell'autrice. Ma per me questo non è da considerarsi un difetto.
Tre racconti ambientanti in epoche diverse che vengono narrati come fossero delle fiabe, si fanno portatori di messaggi e sentimenti umani, magici e al contempo reali; trovo si affrontino, in particolare, la solitudine e la paura, la crescita, la speranza e la nostalgia.
Ognuna di queste storie è riuscita a toccarmi particolarmente ad un certo punto: la prima portandomi quasi alle lacrime, la seconda sollecitando una inconscia ma positiva speranza, e la terza mostrandosi quasi come un quadro, anzi, una finestra aperta su un paesaggio di ricordi, fatto di immagini, sentimenti e - appunto - profumi.
Ho particolarmente apprezzato anche le note alla fine di ogni racconto, dove si riscontra la sentita passione dell'autrice per i soggetti ed i temi trattati.
Contenta di essere riuscita a recuperare questo libricino, contenta di essere riuscita a rispondere alla sua chiamata - come piace dire a me.
Tre racconti ambientanti in epoche diverse che vengono narrati come fossero delle fiabe, si fanno portatori di messaggi e sentimenti umani, magici e al contempo reali; trovo si affrontino, in particolare, la solitudine e la paura, la crescita, la speranza e la nostalgia.
Ognuna di queste storie è riuscita a toccarmi particolarmente ad un certo punto: la prima portandomi quasi alle lacrime, la seconda sollecitando una inconscia ma positiva speranza, e la terza mostrandosi quasi come un quadro, anzi, una finestra aperta su un paesaggio di ricordi, fatto di immagini, sentimenti e - appunto - profumi.
Ho particolarmente apprezzato anche le note alla fine di ogni racconto, dove si riscontra la sentita passione dell'autrice per i soggetti ed i temi trattati.
Contenta di essere riuscita a recuperare questo libricino, contenta di essere riuscita a rispondere alla sua chiamata - come piace dire a me.
emotional
informative
inspiring
reflective
fast-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
No
adventurous
mysterious
fast-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
No
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
N/A
dark
emotional
mysterious
sad
fast-paced
Plot or Character Driven:
Plot
Strong character development:
No
Loveable characters:
No
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
No
Premessa: di Bianca Pitzorno io credo amerei anche gli scarabocchi che fa sui finestrini appannati.
L'ho già ripetuto in ogni dove, ma i suoi libri mi hanno cresciuta e formata come pochi altri hanno fatto, mi hanno proprio accompagnata nella crescita, hanno gettato semi importanti e in un certo senso hanno deciso (sotto più di un aspetto) che essere umano adulto sarei diventato (e credo che abbiano anche scelto un po' per me il mio percorso lavorativo).
Li amavo da piccola e continuo ad amarli ora, perché credo davvero che lei abbia un dono, una capacità unica di raccontare storie e di creare universi in cui il lettore non può fare a meno di sprofondare. E anche in questo caso questo potere si è manifestato, perché ho davvero ascoltato rapita queste tre storie, e ho visto tutto davanti ai miei occhi, ho vissuto queste storie.
È una premessa necessaria, perché se il secondo e il terzo racconto sono stati davvero deliziosi, se ho adorato le sue note e il modo in cui parla della nascita delle sue storie, il primo racconto non è riuscito a convincermi del tutto. E muovere una critica a Bianca Pitzorno per me è come criticare un genitore: è ovvio che anche lei sia umana e che non tutto ciò che esce dalla sua penna sia perfetto, ma io a volte non voglio saperlo. Mi voglio tappare le orecchie e voglio fare finta che lei sia un essere infallibile e perfetto.
Cosa che non è, ovviamente, e questo racconto lo dimostra, perché ha una struttura estremamente disomogenea, fatta di scossoni e cambi di ritmo che lo rendono un po' monco, sul finale. Si avverte proprio la natura dell'aggiunta, il rimaneggiamento successivo, e si sente che tutto è stato fatto con un po' di fretta. Il che è davvero un peccato, perché il concetto alla base del racconto secondo me è interessantissimo e avrei amato tantissimo leggere questa stessa storia scritta da una Bianca Pitzorno al massimo della sua forma.
Resta comunque una raccolta di racconti piacevolissima, evocativa e intelligente, capace di riempire di nostalgia e della meraviglia di quando eravamo bambini e ogni storia era un viaggio entusiasmante.
Piccola nota: ho ascoltato anche io l'audiolibro, e mi trovo in totale disaccordo con le critiche mosse alla voce dell'autrice: chiaramente non è un'attrice, non ha la stessa piacevolezza dei professionisti, e forse il suo timbro non è quanto di più soave io abbia mai udito, ma sentir raccontare da lei per me ha avuto un valore aggiunto enorme. È stato come tornare davvero bambina, a quando le storie potevo conoscerle solo attraverso la voce di qualcun altro. Qualcuno che non è mai stato attore, ma il valore dell'affetto e della voglia di regalare una storia a qualcuno è qualcosa che va decisamente oltre la professionalità di una dizione perfetta.
L'ho già ripetuto in ogni dove, ma i suoi libri mi hanno cresciuta e formata come pochi altri hanno fatto, mi hanno proprio accompagnata nella crescita, hanno gettato semi importanti e in un certo senso hanno deciso (sotto più di un aspetto) che essere umano adulto sarei diventato (e credo che abbiano anche scelto un po' per me il mio percorso lavorativo).
Li amavo da piccola e continuo ad amarli ora, perché credo davvero che lei abbia un dono, una capacità unica di raccontare storie e di creare universi in cui il lettore non può fare a meno di sprofondare. E anche in questo caso questo potere si è manifestato, perché ho davvero ascoltato rapita queste tre storie, e ho visto tutto davanti ai miei occhi, ho vissuto queste storie.
È una premessa necessaria, perché se il secondo e il terzo racconto sono stati davvero deliziosi, se ho adorato le sue note e il modo in cui parla della nascita delle sue storie, il primo racconto non è riuscito a convincermi del tutto. E muovere una critica a Bianca Pitzorno per me è come criticare un genitore: è ovvio che anche lei sia umana e che non tutto ciò che esce dalla sua penna sia perfetto, ma io a volte non voglio saperlo. Mi voglio tappare le orecchie e voglio fare finta che lei sia un essere infallibile e perfetto.
Cosa che non è, ovviamente, e questo racconto lo dimostra, perché ha una struttura estremamente disomogenea, fatta di scossoni e cambi di ritmo che lo rendono un po' monco, sul finale. Si avverte proprio la natura dell'aggiunta, il rimaneggiamento successivo, e si sente che tutto è stato fatto con un po' di fretta. Il che è davvero un peccato, perché il concetto alla base del racconto secondo me è interessantissimo e avrei amato tantissimo leggere questa stessa storia scritta da una Bianca Pitzorno al massimo della sua forma.
Resta comunque una raccolta di racconti piacevolissima, evocativa e intelligente, capace di riempire di nostalgia e della meraviglia di quando eravamo bambini e ogni storia era un viaggio entusiasmante.
Piccola nota: ho ascoltato anche io l'audiolibro, e mi trovo in totale disaccordo con le critiche mosse alla voce dell'autrice: chiaramente non è un'attrice, non ha la stessa piacevolezza dei professionisti, e forse il suo timbro non è quanto di più soave io abbia mai udito, ma sentir raccontare da lei per me ha avuto un valore aggiunto enorme. È stato come tornare davvero bambina, a quando le storie potevo conoscerle solo attraverso la voce di qualcun altro. Qualcuno che non è mai stato attore, ma il valore dell'affetto e della voglia di regalare una storia a qualcuno è qualcosa che va decisamente oltre la professionalità di una dizione perfetta.
adventurous
informative
mysterious
reflective
fast-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
No
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
Complicated