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"Una volta che il male viene, come dire, personalizzato, ed entra dunque a far parte della vita quotidiana, la strategia per resistervi diventa anch'essa personale, individuale. In che modo l'anima riesce a sopravvivere? è la domanda essenziale. E la risposta è: con l'amore e la fantasia."
Trovo che sia difficile recensire un libro del genere.
L'autobiografia di Azar Nafisi, professoressa di letteratura inglese dell'Università di Teheran, racconta della sua professione, del distanziamento forzato (= forzato per continuare a vivere in libertà) dalla terra iraniana e del suo affetto per le sette ragazze che fanno parte dei suoi seminari/incontri segreti.
Questo libro è una poesia di amore per la letteratura, che è ribellione.
Lottare contro le oppressioni con la fantasia e la letteratura, che danno coraggio e rappresentano la resistenza.
Le parti in cui parla dell'intimità creatasi tra Azar e le sue studentesse l'ho trovata confortante e incoraggiante. At least they were together, girls fighting together. Ho trovato strazianti le parti in cui racconta cosa significa essere una donna nella Repubblica Islamica dell'Iran durante le guerre del 1980. Racconta di come le donne non sono libere di cantare, di seguire lezioni all'università.
Non possono scegliere che colori indossare e chi amare, non possono sciogliersi i capelli perché è punibile, con il carcere o con la morte. E se finiscono in carcere, le opzioni sono due: uccise tramite stupri e violenze fisiche, o, decapitate perché se vergini finiscono in paradiso.
Difficile da leggere, ma doveroso.
Voglio aggiungere che ho usufruito del libro come supporto, in realtà ho ascoltato l'audiolibro, che consiglio a chi si vuole approcciare a questa lettura, perché ha reso meno pesanti le parti monotone e ripetitive del racconto.
In generale, ho trovato l'esperienza di Azar e delle ragazze ispiratrice, da leggere per conoscere.
Trovo che sia difficile recensire un libro del genere.
L'autobiografia di Azar Nafisi, professoressa di letteratura inglese dell'Università di Teheran, racconta della sua professione, del distanziamento forzato (= forzato per continuare a vivere in libertà) dalla terra iraniana e del suo affetto per le sette ragazze che fanno parte dei suoi seminari/incontri segreti.
Questo libro è una poesia di amore per la letteratura, che è ribellione.
Lottare contro le oppressioni con la fantasia e la letteratura, che danno coraggio e rappresentano la resistenza.
Le parti in cui parla dell'intimità creatasi tra Azar e le sue studentesse l'ho trovata confortante e incoraggiante. At least they were together, girls fighting together. Ho trovato strazianti le parti in cui racconta cosa significa essere una donna nella Repubblica Islamica dell'Iran durante le guerre del 1980. Racconta di come le donne non sono libere di cantare, di seguire lezioni all'università.
Non possono scegliere che colori indossare e chi amare, non possono sciogliersi i capelli perché è punibile, con il carcere o con la morte. E se finiscono in carcere, le opzioni sono due: uccise tramite stupri e violenze fisiche, o, decapitate perché se vergini finiscono in paradiso.
Difficile da leggere, ma doveroso.
Voglio aggiungere che ho usufruito del libro come supporto, in realtà ho ascoltato l'audiolibro, che consiglio a chi si vuole approcciare a questa lettura, perché ha reso meno pesanti le parti monotone e ripetitive del racconto.
In generale, ho trovato l'esperienza di Azar e delle ragazze ispiratrice, da leggere per conoscere.
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I just couldn't. I had read few of the ones the author mentioned.
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