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Langoliers is too long, but pretty good.
Secret Window, Secret Garden is kinda fun but comes too quickly after The Dark Half to not feel like a ripoff.
Library Policeman was mostly an IT rehash that had some potential until there was a FAR too graphic chid rape.
Sun Dog was fine.
Secret Window, Secret Garden is kinda fun but comes too quickly after The Dark Half to not feel like a ripoff.
Library Policeman was mostly an IT rehash that had some potential until there was a FAR too graphic chid rape.
Sun Dog was fine.
Loved these short stories. The last one (Sun Dog) was not my favorite, but loved the rest of them. I especially couldn’t stop reading The Library Policeman. Truly the scariest story I’ve read.
Silly and gimmicky. Like tales from the crypt or something. Not his best work.
dark
tense
medium-paced
Plot or Character Driven:
Plot
Strong character development:
No
Loveable characters:
No
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
No
All these years I never really got in to Mr. King's writings, but I find myself enjoying them now. He creates fear out of things one would never think to fear. Sometimes it works for me, and sometimes it's just too odd for me to accept.
I thought this was pretty great! Four really entertaining novellas that are generally more straight forward horror than the other collections of novellas that I've read by Stephen King. I really enjoy the way he can take a very mundane concept and construct a great story around it. I particularly loved "The Library Policeman", a story about overdue library books and a bunch of other things too.
dark
mysterious
tense
fast-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Complicated
adventurous
mysterious
medium-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
No
Loveable characters:
Complicated
Flaws of characters a main focus:
Yes
Polpettone dal Maine
"Stanno arrivando. Erano qui...e torneranno. Lo sai, vero?"
[...]
Le fiabe che gli raccontavano nell'infanzia lo avevano terrorizzato. Queste fiabe riguardavano per la maggior parte una razza di esseri mostruosi chiamati langolieri.
"Hai sbagliato fui cefpugli. Ci fono fi, i cefpugli lungo i lati. Tanti vefpugli. E noi li efploreremo. Noi li efploreremo infieme. Seguimi, fono un poliziotto!"
I langolieri ★★★★
Come una bella puntata di Ai confini della realtà.
King gigioneggia con la materia fantascientifica per restituire una disavventura interdimensionale capace di sfumare il mistero nelle ataviche dicerie infantili; e non sfigurano nemmeno le incursioni nel sovrannaturale tanto care allo scrittore del Maine.
Finestra segreta, giardino segreto ★★★★
La fobia più grande di uno scrittore, il plagio, argomento che lo stesso King ha dovuto affrontare nel rendere conto a pubblico e critica, acquisisce concretezza in una discesa psicologica che nell’ossessione e l’impossibilità di redenzione trova la propria condanna.
Il lettore più scafato non viene colto certo di sorpresa, ma il mestiere di King, maestro nel costringere il lettore a fagocitare pagine attraverso modalità che rasentano il patologico, lascia intravedere un’attenzione ai dettagli tutt’altro che ovvia o banale - tolto il colpo di coda finale, trashata ipergalattica utilizzata con maggior perizia nel racconto L’ultimo caso di Umney.
Il poliziotto della biblioteca ★★
Accrocco posticcio di incubi infantili, sensi di colpa annegati nell’alcool e ricerca dell’innocenza perduta tramite escamotage che rasentano l’imbarazzante (palline di liquirizia e libri in ritardo da restituire).
La loffia antagonista principale il poliziotto della biblioteca - la prima, una rimasticatura pigra della più celeberrima entità di Derry; il secondo, presente nei migliori momenti (s)cult come le giornalate in testa e l’utilizzo del suo manganello dietro i cefpugli perché “ehi, fono un poliziotto, ftai fermo che ti piace prenderlo nel didietro” emettono un verdetto piuttosto impietoso: inaccettabile che un dramma di quel tipo venga affrontato con piglio approssimativo.
Il resto della storia è un verboso affastellamento di spiegoni e sbracamenti onirici, niente che valga la pena di analizzare.
Il fotocane ★★★★
Additato ingiustamente come il racconto peggiore della raccolta, l'ultimo tassello si distingue per un soggetto horror gestito con semplicità e arguzia narrativa; ma è la presenza di Pop Merrill, laido proprietario di un improbabile bazar, a stemperare l'atmosfera con gradevoli incursioni nel trash da film di serie B.
Il finale telefonato è compreso nel pacchetto.
"Stanno arrivando. Erano qui...e torneranno. Lo sai, vero?"
[...]
Le fiabe che gli raccontavano nell'infanzia lo avevano terrorizzato. Queste fiabe riguardavano per la maggior parte una razza di esseri mostruosi chiamati langolieri.
"Hai sbagliato fui cefpugli. Ci fono fi, i cefpugli lungo i lati. Tanti vefpugli. E noi li efploreremo. Noi li efploreremo infieme. Seguimi, fono un poliziotto!"
I langolieri ★★★★
Come una bella puntata di Ai confini della realtà.
King gigioneggia con la materia fantascientifica per restituire una disavventura interdimensionale capace di sfumare il mistero nelle ataviche dicerie infantili; e non sfigurano nemmeno le incursioni nel sovrannaturale tanto care allo scrittore del Maine.
Finestra segreta, giardino segreto ★★★★
La fobia più grande di uno scrittore, il plagio, argomento che lo stesso King ha dovuto affrontare nel rendere conto a pubblico e critica, acquisisce concretezza in una discesa psicologica che nell’ossessione e l’impossibilità di redenzione trova la propria condanna.
Il lettore più scafato non viene colto certo di sorpresa, ma il mestiere di King, maestro nel costringere il lettore a fagocitare pagine attraverso modalità che rasentano il patologico, lascia intravedere un’attenzione ai dettagli tutt’altro che ovvia o banale - tolto il colpo di coda finale, trashata ipergalattica utilizzata con maggior perizia nel racconto L’ultimo caso di Umney.
Il poliziotto della biblioteca ★★
Accrocco posticcio di incubi infantili, sensi di colpa annegati nell’alcool e ricerca dell’innocenza perduta tramite escamotage che rasentano l’imbarazzante (palline di liquirizia e libri in ritardo da restituire).
La loffia antagonista principale il poliziotto della biblioteca - la prima, una rimasticatura pigra della più celeberrima entità di Derry; il secondo, presente nei migliori momenti (s)cult come le giornalate in testa e l’utilizzo del suo manganello dietro i cefpugli perché “ehi, fono un poliziotto, ftai fermo che ti piace prenderlo nel didietro” emettono un verdetto piuttosto impietoso: inaccettabile che un dramma di quel tipo venga affrontato con piglio approssimativo.
Il resto della storia è un verboso affastellamento di spiegoni e sbracamenti onirici, niente che valga la pena di analizzare.
Il fotocane ★★★★
Additato ingiustamente come il racconto peggiore della raccolta, l'ultimo tassello si distingue per un soggetto horror gestito con semplicità e arguzia narrativa; ma è la presenza di Pop Merrill, laido proprietario di un improbabile bazar, a stemperare l'atmosfera con gradevoli incursioni nel trash da film di serie B.
Il finale telefonato è compreso nel pacchetto.