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231 reviews for:

The Virgin Cure

Ami McKay

3.72 AVERAGE


Chi l'avrebbe mai detto che il paradiso fosse un bordello.

Per tutta la vita avevo desiderato intensamente che qualcuno mi volesse, che mamma dicesse di amarmi o che mio padre ricomparisse alla porta. Mi sembrava ingiusto che quello che succedeva nel salotto di Miss Everett fosse il tipo di desiderio che invece avevo ottenuto. Dubitavo comunque di poter migliorare la mia condizione facendo sapere a Dio che mi trovavo lì.

Per chi ha amato Il petalo cremisi e il bianco, c'era scritto sulla fascetta.
Per chi ama le storie dei bassifondi, di prostituzione e di nobiltà corrotta, di vicoli sporchi, di miseria infiocchettata, di merletti, corsetti sporchi e di una disperazione che striscia nelle strade di una Londra vittoriana fatta di opposti sociali.
Galvanizzata dall'accostamento con Faber, mi sono lasciata prendere dall'entusiasmo e ho scelto con cura il momento giusto per iniziare questo romanzo, nonostante la sua brevità mi avesse già messo il tarlo del dubbio nella testolina. Non ho ritrovato la stessa oscurità e la stessa morbosità di Sugar, non ho avuto l'occasione di rivivere una storia che ti strappa le budella e ti risucchia ogni pensiero positivo; eppure, a modo suo, la McKay ha scovato una voce nel marasma di giovani disperati con la stessa potenza, la stessa forza e la stessa capacità di centrare al petto il lettore di Sugar, con una piccola differenza. Moth è una bimba e, in quanto tale, ci permette di vivere la sua storia attraverso il velo dell'innocenza.
E' così che la McKay struttura il romanzo, anche graficamente, in un modo accattivante con tanto di cartina, di articoli di giornale, con note a margine fatte da un personaggio secondario e citazioni a inizio capitolo curiose, interessanti, tutte da leggere. Non solo è bello fuori - come ogni edizione Neri Pozza - ma è anche bello dentro, elegante e delicato, e confeziona un argomento che è tutto fuorché bello in un involucro sontuoso, fresco in un bilanciamento di opposti che affascina dalla prima pagina.

Lontano anni luce dalla brutalità di Faber, La casa delle vergini è una versione soft, quasi censurata, di una realtà cruda e brutta, di una moda documentata: la cura delle vergini. Sorprende pensare che una società così ricca - non solo economicamente - potesse partorire convinzioni al limite del pagano e sprezzanti di ogni precetto medico e culturale. L'ignoranza che nasce dalla paura, dalla corruzione del corpo e della mente, trovava sfogo nella disperazione di un ceto sociale che avrebbe fatto letteralmente di tutto pur di riempirsi la pancia. Eppure l'autrice non sbatte in faccia al lettore le azioni di questi nobili malati di sifilide, non ci descrive nei minimi dettagli di come stuprassero le bambine nella speranza che il sangue di vergine li guarisse dalla malattia. Non ci obbliga ad assistere a questi episodi, eppure ci impedisce di distogliere lo sguardo.
Ci accompagna con garbo nella vita di Moth (falena) e ci segue passo passo durante la sua disavventura della vita. A soli 12 anni Moth viene venduta dalla madre, insensibile ai legami materni e ossessionata all'idea di avere dei soldi in tasca. Cede la figlia ad una famiglia benestante dove Moth andrà a lavorare come cameriera. Per quanto sia tutto bellissimo, quasi un sogno ad occhi aperti, per la poverina la realtà diventa subito brutale e forse peggiore della sua vita precedente, fatta di cene misere e vestiti rammendati. La padrona è una donna cattiva a cui piace picchiare le sue cameriere in un crescendo di sadismo che - forse - porta anche alla morte. Moth cerca di resistere più che può, impegnandosi fino a sopportare percosse che le lasciano il segno, tutto in onore di una madre e nella speranza che un giorno verrà a riprenderla. Il limite della piccola viene superato, così Moth, pesta e malconcia, scappa dalla casa della padrona e per mesi è costretta a mendicare in mezzo alle strade, sporca, affamata, patita. Eppure Moth è abituata a questa vita e sopravvive grazie alla furbizia tipica di chi ha sempre vissuto tra gli stenti e, nonostante sia ancora giovane, riesce a scansare abilmente gli stupratori. Finché un giorno viene aiutata da una bellissima signorina, elegante e profumata, che le compra per pranzo delle ostriche e le offre un posto dove stare.
Per Moth è una seconda occasione ed è determinata a fare tutto purché Miss Everett le dia un letto e un pasto caldo, anche la puttana. Perché Moth non è una sciocca e sa bene che se viene accettata il suo futuro è quello di diventare una prostituta. Ma cos'è peggio? Morire al freddo e affamata o cedere una piccola parte di sé e vivere in un lusso che altrimenti si sognerebbe?
Cinica, realista, disillusa, Moth accetta senza battere ciglio e si impegna mille volte più delle altre per non inimicarsi la padrona.
A questo punto la McKay inserisce un altro personaggio, la dottoressa Sadie, con lo scopo di dare una visione diversa della vita delle prostitute dell'epoca. Se da un lato c'è Moth, che deve sopportare spogliarelli e lezioni in previsione della sua prima volta, dall'altra abbiamo Sadie e la sua missione nel salvare le sfortunate che vengono infettate dai loro clienti. Da un lato c'è la consapevolezza che la verginità - e la sua perdita al miglior offerente - è l'unico valore di una ragazza e dall'altro c'è il tentativo di dare un'alternativa, anche se meno lussuosa. Ma è evidente che se arrivi dalla strada, l'idea di venderti non ti turba più della prospettiva di tornare sul marciapiede e la lotta muta tra Moth e Sadie ha il potere di monopolizzare tutto il resto della storia. Moth segue il declino di una delle sue compagne e per estensione comincia ad aprire gli occhi su una realtà che non vuole accettare, soprattutto da quando esce da quella casa e sperimenta altri lavori, altre prospettive.
Il finale è, naturalmente, un riscatto per la piccola Moth e per tutte le ragazze che, come lei, hanno patito sulla loro pelle le disgrazie di un ceto sociale che all'epoca era un vero e proprio problema sociale. Stucchevole, forse, la scelta di salvare sempre la protagonista e risparmiarle i lati più oscuri del mestiere. Niente a che vedere con Faber che di pietà non ne ha avuta per niente.
Stilisticamente fluido, scorre leggero e riesce ad ammorbidire l'orrore di una realtà neanche tanto lontana nel tempo e fa affiorare dalle pagine un personaggio che sotto lo strato di sudiciume, sotto i pizzi e sotto le sembianze di una bambina, ha una visione ben precisa della sua vita.
Manca qualcosa, è chiaro, manca la crudezza, manca la volgarità, manca il dettaglio brutale che rende tutto più reale, meno infiocchettato e meno ripulito per una resa più elegante e spensierata. Nonostante questo, però, è un romanzo che riesce a comunicare la sua brutta storia anche senza essere un ariete che sfonda la tranquillità della lettura e, una volta chiuso, il suo messaggio è di speranza pulita, vera, la speranza della ragazzina Moth e non della disperata Moth.
jo_87's profile picture

jo_87's review against another edition

DID NOT FINISH: 20%

Slooooooow. Clunky writing. Didn’t grab me even after many chapters

emjay2021's review

4.0

The subject matter is difficult, but it's not unrelentingly grim. It's well researched and interesting, and there's plenty to think about. It provoked a lot of discussion at book club!

madsalads01's review

3.0

It was okay but I preferred the Birth House
bookishlifeofbrie's profile picture

bookishlifeofbrie's review

4.0

Loved this book. The author did an incredible job taking us back in time, to an era on the streets of Manhattan that I knew little of. I was immediately drawn into the story of young Moth, and found myself pining for her success in surviving the filthy streets of New York. The book had a somewhat scrapbook/journal feel, with the extra tid-bits of information lining the borders of the pages, and I loved this. It added depth and insight to the story. I couldn't put the book down.

See my complete review here: http://letseatbooks.blogspot.com/2012/01/virgin-cure-by-ami-mckay-my-first.html
punkydory's profile picture

punkydory's review

3.0

3.5

ldv's review

3.0

Not nearly as good as [b:The Birth House|171102|The Birth House|Ami McKay|http://photo.goodreads.com/books/1172385530s/171102.jpg|2307275]. Quite a disappointment by comparison, in fact. The story follows Moth, a kid of a Gypsy mother who sells her daughter out and the kid eventually ends up being groomed for prostitution. I'm not sure why so many pages are devoted to the pre-Miss Everett era...maybe to prove there was little other hope for Moth? Anyway, I was thinking there'd be more into the 'profession' for Moth than there was. Really, aside from Moth being so young and the aspect of syphilius (which only really comes at the end) the whole thing is a bit glamourized and attractive.

The book's format -- "margin notes" and news clippings, plus Dr Sadie's diary entries -- is similar to the format I just read in [b:Wickett's Remedy|19056|Wickett's Remedy|Myla Goldberg|http://photo.goodreads.com/books/1320471127s/19056.jpg|1756651] but not nearly as effective as in Wickett's Remedy. The margin notes were usually just scientific facts and nore relevant or even interesting. (In Wickett's, they added a layer to the story.) There's also no personality in Dr. Sadie. She's a detached doctor who does what is good and kind, but is without emotion otherwise. I found all the characters except maybe Mae to be rather flat.

Actually, I would consider this book almost YA, though that may be because the POV is 12 or 13 year old Moth.

Skip this one and read [b:The Birth House|171102|The Birth House|Ami McKay|http://photo.goodreads.com/books/1172385530s/171102.jpg|2307275] or [b:Wickett's Remedy|19056|Wickett's Remedy|Myla Goldberg|http://photo.goodreads.com/books/1320471127s/19056.jpg|1756651] instead.

leighpenny's review

3.5
challenging dark emotional sad slow-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: Yes
Loveable characters: Complicated
Diverse cast of characters: Yes
Flaws of characters a main focus: Complicated

jessicaone0's review

5.0

I had this book sitting on my shelf for almost a full year before picking it up. To be honest I bought a bunch of books in one day and just kind of overlooked this one. That was a mistake! This is one of the best books I've ever read. I loved Moth's story and her rise through the slums of New York. Every twist and turn had me riveted. You know a book is good when you fall asleep reading it and it hits you in the face. Highly recommend. :)
gunstreet's profile picture

gunstreet's review

5.0

4.5 stars. Wasn’t as thrilling and wonderful as Ami McKay’s other books, but I loved reading it. I’m excited to reread The Witches if New York now, too!