I'm not rating because I'd score it low and it isn't necessarily a reflection on this book, just that it's super sinister to me? It's not a story I instinctively look to read but am curious to read other reviews.

You need a lot of good drugs to really enjoy this book.

One of my favorites - a quick, silly read.

The art was great. The adaption in general was pretty, but a slow read for a graphic novel, and the panels were quite monotonous. I usually prefer graphic novels and comics where panels overlap or with a non-white background or several different layers, or at least larger artsy pictures now and then. Just anything to shake it up a bit.
But all-in-all, this was beautiful!

This book was wacky!



But it had a sweet message in the end...



It was so FUN, too!!!



On to Through the Looking Glass.


Probably because it was in german..
1 star, I think the original will be way better.

A novel that tells the story of a girl named Alice who falls down a rabbit-hole into a fantasy world populated by peculiar anthropomorphic creatures. It is a classic story that inspired many television and film adaptations.

I'm glad I read this because it is a classic but I didn't think it was that great. It was too much nonsense for my taste. I suppose I would need to study it more to appreciate it.

I loved all the weird characters but the writing didn't do the trick.

Inizio con una confessione che farà strozzare nella propria saliva i Militanti del Bene: quando un artista mi delude su un piano personale, non riesco più ad avvicinarmi all’opera con il dovuto distacco né a farmela apprezzare più di tanto. Non ci riesco.
Per me la psiche e il vissuto dell’artista sono il terreno da cui nascono e fioriscono le storie. Il foglio sarà pure bianco, quando si scrive, ma non è quello dell’Émile di Rousseau.
E questo per dire cosa? Che se contestualizzo una storia particolare ma universale come Alice in Wonderland, pur riconoscendone il valore, la spiccata immaginazione dell’autore e il ritmo serrato a prova di bambino (non a caso), pur con empatia… Non riesco ad apprezzarla appieno, sapendo che l’autore l’ha scritta per una bimba conosciuta a 4 anni (lui già adulto) e con la quale aveva un approccio morboso e p3d0filo - “Ōkami, guarda che era normale a quell’epoca, ma sei scema?”, così normale che perfino i genitori si preoccupano e decidono di troncare i rapporti tra lei e Carroll, i suoi numerosi bigliettini per la bambina, le foto di semi/nudo e le visite insistenti anche in assenza dei genitori-.
“Embè? Ti fai spegnere l’entusiasmo per una cosa del genere? Sei solo una che giudica!”
No, non lo sono, e non è questo il punto semplicistico a cui puoi ridurre la discussione. Dickens è nato in un’epoca crudele e aspra, ma ne ha denunciato le ingiustizie. Dante ha vissuto nel medioevo, peggio mi sento, eppure ha riflettuto in modo critico sulla società e voleva l’Italia molto più unita di te che scanni il primo che passa se non la pensa uguale a te per una cosa che manco vi riguarda.
Leggo recensioni da brivido, che inneggiano all’apertura mentale e poi attaccano la qualunque se solo si azzarda a pensare diversamente; altre che dicono che i valori so’ roba da moderni e la modernità è roba da vecchi; altre ancora si spingono a fare confusi parallelismi con Hitler.
La scrittura nasce con un’intenzione e un contesto, da sempre. Si è perfettamente liberi di leggere le parole in fila senza interpretare il messaggio dell’autore, senza dargli un contesto o un significato, ma allora viene meno secondo me la potenza di un mezzo come questo.
Aggiungo un punto a favore di questa edizione: è davvero da apprezzare la traduzione fedele e curata.

Wonderfully absurd.