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461 reviews for:

Poor Folk

Fyodor Dostoevsky

3.61 AVERAGE

emotional reflective sad tense slow-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: No
Loveable characters: No
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Yes

Not a fan. There was like one really good part that shows Dostoyevsky’s magic with the Vavara diary entries. After that it’s pretty disappointing plot wise. Wouldn’t read again but there was plenty of interesting points with discussing poverty. Still not for me. 
emotional sad tense fast-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: Complicated
Loveable characters: Complicated
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Complicated


‏"الفقر ليس عيباً، وإنما العيب الأكبر أن تكون غنياً ولا تعطي. "

‏اول رحلة لي مع دوستويفسكي، عبارة عن رسائل بين الفقيرين جداً العجوز ماكرا وملاكه اللطيف فارنكا.
emotional sad medium-paced

MALEDETTO FALPALA'
Non è facile parlare di certi grandi autori, perché quando si parla di determinati nomi si deve riconoscere che buona parte della discussione dovrebbe vertere su qualche cosa che vada oltre la semplice fruizione di un lettore qualsiasi, che in un libro cerca intrattenimento e magari anche qualche cosa di più, ma lo fa in maniera non sistematica, in maniera egoistica, “non professionale”. Ecco, io sono una lettrice di questo tipo, una lettrice piuttosto vorace, sotto certi aspetti esigente, ma solo in maniera semplice, autoreferenziale, dotata forse sì di qualche strumento per destreggiarmi nel mondo della letteratura, ma si tratta pur sempre di strumenti che mi son creata da me, e dunque valgono solo fin dove arriva l'interesse che qualcuno (un amico, un conoscente) può avere nei confronti di una mia opinione. Credo sia importante ribadirlo, perché voglio sentirmi completamente libera di poter affermare di non avere apprezzato questo racconto, senza per questo dover far rizzare i capelli in testa a qualsiasi critico letterario o grande esperto o chissà chi.
Accanto ad uno stile estremamente acuto e brillante, ironico forse, certamente grottesco, si stagliano due personaggi che non hanno saputo fare altro che irritarmi terribilmente. Più probabilmente la colpa non è loro, ma mia, che non sono stata in grado di empatizzare abbastanza con le loro - innegabili - sofferenze.
Il punto è che per descrivere la miseria e la povertà di certa parte del popolo russo il giovane Dostoevskij decide di affidarsi alle lettere fra una giovane orfana e un attempato impiegato, lettere che traboccano affetto e miele in maniera stucchevole, fine a sé stessa (e già, perché i due, nonostante abitino nello stesso complesso, nonostante lei lavori come cucitrice in casa, non si incontrano praticamente mai), senza che il loro sia un reale rapporto, ma quasi l'uno servisse all'altro semplicemente come contrappeso, come specchio, utile solo per sfogarsi delle proprie miserie e a nient'altro.
Ci sono momenti piuttosto alti, questo lo riconosco (la sola descrizione del funerale “dello studente” vale tutto il romanzo), lo stile è già, sotto diversi aspetti, quello del Dostoevskij che ho imparato ad amare con “Memorie dal sottosuolo” e “I fratelli Karamazov”, ma, ripensando a questo romanzo, non riesco a scrollarmi di dosso le spiacevolissime sensazioni che i due protagonisti mi hanno suscitato.
Varvara altro non è che una ragazzetta piuttosto furba, che sa quali tasti premere per ottenere ciò che è meglio per lei, uscendone però sempre come vittima innocente e infelice. Makar è invece un ometto piccolo piccolo, incapace di gestire il poco denaro che guadagna pur di fare regali inutili a Varvara (è risaputo che la cosa di cui più ha bisogno una persona indigente sono zuccherini e confetti), apparentemente senza un motivo, senza sperare nulla in cambio: lo so che probabilmente si tratta di una mia suggestione errata, e dunque dovrebbe essere del tutto irrilevante nel commento all'opera che ha mandato in brodo di giuggiole i critici letterari estasiati dalla scoperta del “nuovo Puskin o nuovo Gogol”, ma il suo modo di fare, la sua leziosità, il suo autocommiserarsi mi ha ricordato in molti momenti il nabokoviano Humbert Humbert.
Sono contenta di aver imparato a conoscere Dostoevskij da altri testi, perché se avessi cominciato con questo, pur non potendo negare gli innumerevoli aspetti più che positivi presenti nel romanzo, non credo avrei avuto molta voglia di proseguire nella scoperta di questo immenso autore.
dark reflective sad fast-paced
Plot or Character Driven: Plot
Strong character development: No
Loveable characters: Complicated
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: No
challenging dark reflective slow-paced
emotional sad fast-paced
sad fast-paced
Plot or Character Driven: Plot
Strong character development: No
Loveable characters: Complicated
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: No
dark emotional sad slow-paced