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challenging
emotional
funny
reflective
sad
medium-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
Yes
emotional
funny
reflective
medium-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
Complicated
Graphic: Homophobia
ngl thought the blurb was false advertising, hoped to be install for a happy ending but not really. an interesting take on religion and homosexuality though, felt very raw in an age in which people are generally more accepting. Also, love is like an octopus. I stand by that.
reflective
slow-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Complicated
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
Complicated
Flaws of characters a main focus:
Yes
Romanzo semi autobiografico pubblicato nel 1985 e arrivato in Italia nel 1999, “Non ci sono solo le arance” ha come protagonista Jeanette – una bambina adottata da una famiglia di evangelisti pentecostali nella provincia inglese.
Il padre adottivo è un personaggio talmente secondario che viene citato ben poche volte, mentre la madre adottiva di Jeanette risulta un personaggio centrale nella formazione della bambina; tra messe, catechismi, riunioni della comunità e racconti sulle vicende bibliche e sulla vita dei missionari in Africa, Jeanette sviluppa una sorta di vocazione avvallata anche dagli entusiasmi materni. Vuole diventare anche lei missionaria, si sente scelta da Dio.
Questo finché, in adolescenza, Jeanette non scopre di amare le donne e come questa sua particolarità sia malvista dalla comunità a cui pensava di appartenere.
Il conflitto con la madre e con la comunità religiosa divampa, fino ad arrivare all’esorcismo di Jeanette e della sua ragazza – quest’ultima rinnega la relazione, si sposa con un uomo e in seguito fa figli – e all’allontanamento di Jeanette dalla comunità.
Non so come mai (forse perché non sono cresciuta in una famiglia religiosa e omofoba) questo romanzo non mi ha molto colpito. Leggerlo è stato sicuramente un’esperienza – si può sentire il conflitto interiore di Jeanette nel sentirsi etichettare come “sbagliata” quando lei non si sente affatto tale solo perché ama persone del suo stesso sesso – ma a tratti è stato un romanzo anche un po’ lagnoso e in quei punti ho fatto davvero fatica a proseguire la lettura.
A questo punto credo di avere un grande problema con i romanzi definiti “di formazione” perché per ora non ne ho apprezzato davvero neanche uno tra quelli che ho letto.
Il padre adottivo è un personaggio talmente secondario che viene citato ben poche volte, mentre la madre adottiva di Jeanette risulta un personaggio centrale nella formazione della bambina; tra messe, catechismi, riunioni della comunità e racconti sulle vicende bibliche e sulla vita dei missionari in Africa, Jeanette sviluppa una sorta di vocazione avvallata anche dagli entusiasmi materni. Vuole diventare anche lei missionaria, si sente scelta da Dio.
Questo finché, in adolescenza, Jeanette non scopre di amare le donne e come questa sua particolarità sia malvista dalla comunità a cui pensava di appartenere.
Il conflitto con la madre e con la comunità religiosa divampa, fino ad arrivare all’esorcismo di Jeanette e della sua ragazza – quest’ultima rinnega la relazione, si sposa con un uomo e in seguito fa figli – e all’allontanamento di Jeanette dalla comunità.
Non so come mai (forse perché non sono cresciuta in una famiglia religiosa e omofoba) questo romanzo non mi ha molto colpito. Leggerlo è stato sicuramente un’esperienza – si può sentire il conflitto interiore di Jeanette nel sentirsi etichettare come “sbagliata” quando lei non si sente affatto tale solo perché ama persone del suo stesso sesso – ma a tratti è stato un romanzo anche un po’ lagnoso e in quei punti ho fatto davvero fatica a proseguire la lettura.
A questo punto credo di avere un grande problema con i romanzi definiti “di formazione” perché per ora non ne ho apprezzato davvero neanche uno tra quelli che ho letto.
funny
hopeful
inspiring
reflective
medium-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
Complicated
Flaws of characters a main focus:
Yes
challenging
reflective
sad
medium-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Complicated
5 ⭐️ for the first half, which was hilarious and reminded me of O Caledonia. Tone became a bit more somber in the second half.
Jeanette Winterson has such a great writing style. Oranges are not the only fruit sees a young Jeanette trying to deal with the pressures of adhering to an ultra-religious world and struggling with the parts of herself she must silence to exist there.
Jeanette knows she is gay and also knows that her (adoptive) mum, church, and community will shun her for this being true. Throughout the book, Jeanette tries to find her way through rebellion and exploration.
Jeanette knows she is gay and also knows that her (adoptive) mum, church, and community will shun her for this being true. Throughout the book, Jeanette tries to find her way through rebellion and exploration.