anareads19's review against another edition

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hopeful relaxing slow-paced

3.0

an_finsceal's review against another edition

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hopeful informative inspiring reflective

4.0

To anyone feeling stuck in their life, or needing to appreciate the little things in life, this book is for you. A beautifully written journey into the world of Japanese tea making.

galadkria's review against another edition

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emotional hopeful informative inspiring reflective relaxing slow-paced

4.0

violethazel's review against another edition

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4.25

a book full of reflection. a breath of fresh air!

meg_ruth's review against another edition

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informative reflective slow-paced

4.0

alienologistinen's review against another edition

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hopeful informative inspiring reflective relaxing slow-paced

5.0

miraphora's review

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4.0

In queste settimane di difficoltà, tra quarantena, isolamento, immobilità e preoccupazioni, c'è una cosa che ho scoperto aiutarmi veramente tanto. Leggere. Well, duh, direte voi, invece è stata la vera sorpresa di questa pandemia. In realtà più che una sorpresa è una conferma ad un pensiero che ho sempre avuto ma che non ho mai potuto mettere alla prova: leggere è terapeutico e mai come in questi giorni sto sfruttando tutta la positività che deriva dal mettersi tranquilli sul divano, isolarsi dal mondo esterno e passare qualche ora in un posto dove non muoiono centinaia di persone al giorno per un maledetto virus.
Ovviamente c'è anche un aspetto positivo legato al far fuori - letteralmente - quei libri che avevo fermi in tbr da anni e che non mi sono mai decisa a prendere in mano, oppure quei romanzi presi per impulso e tenuti lì a occupare spazio. Uno di questi è Ogni giorno è un buon giorno, preso durante le ultime settimane di pace in un negozio che ancora non risentiva della paura del virus. L'ho preso perché mi ispirava, perché sembrava quel tipo di romanzo che si legge per staccare la testa e che non è così voluminoso da essere inevitabilmente noioso.
La dimostrazione di tutte queste teorie è che l'ho iniziato la mattina della domenica, e l'ho finito nel pomeriggio, e che dopo avevo la mente libera e niente ansia strisciante a rovinarmi qualsiasi cosa stessi facendo. Ogni giorno è un buon giorno è un romanzo positivo senza essere irreale, è un dignitoso spaccato di vita dell'autrice, una raccolta di anni e anni di pensieri e di esperienze che si sono concentrate con una semplicità ed una essenzialità tipicamente orientali in un libricino piccolo, adorabile e, in questo momento, utile.
Piccolo perché l'edizione italiana di Einaudi è piccina, un tascabile cartonato che si infila ovunque e che si tiene aperto con una mano sola; adorabile perché la copertina, la rilegatura precisa e morbida, le foto, le note a margine e tutto quello che c'è nel mezzo lo rendono un oggetto-coccola che suscita solo pensieri positivi; e infine utile perché, nonostante non abbia una trama chissà che complicata, riesce a far passare dei messaggi fin troppo attuali e fin troppo utili in questo periodo della nostra vita. Senza neanche farlo a posta, alcuni brani del romanzo sono una specie di terapia che si può applicare sia alla vita ordinaria, senza pandemie, sia a quelle che hanno un sacco di brutti ostacoli da superare. La sua utilità, oltre che nell'essere inconsapevolmente terapeutico e zen, è anche nel tema trattato, completamente alieno alla nostra cultura e per questo affascinante e curioso da esplorare.
Forse è arrivato il momento di parlare del romanzo.
L'autrice copre un arco temporale della sua vita molto lungo, dalla giovinezza all'età matura, seguendo la sua esperienza di studentessa del rito del tè giapponese. Iniziato come un'attività per riempire i suoi pomeriggi vuoti, senza nemmeno tanto entusiasmo, il rito ha lentamente occupato uno spazio fisso nella sua vita, rimanendo una costante in una realtà dove la corsa al lavoro fisso, al matrimonio e alla realizzazione della persona in una società consumistica offuscano l'importanza delle piccole cose. Usando come spunto le sue esperienze personali affiancate alla ritualità del tè, l'autrice tira fuori dei pensieri che sono universali, asessuati, immortali e che ogni essere umano può avere nel corso della sua vita.
Sopra ogni cosa spiccano la pazienza e la capacità di accettare le cose senza chiedersi continuamente i perché, senza ricercare un motivo dietro ad una scelta o a un movimento. E nel vuoto che si crea durante la routine del rito del tè emerge una connessione con la propria mente, con la natura che ci circonda, con le persone e con gli oggetti che ci circondano. Per l'autrice il rito è difficile da comprendere e quasi impossibile da imparare perché si chiede continuamente perché mentre in realtà dovrebbe imparare con il corpo e non con la mente. Ogni singolo elemento del rito, ogni movimento, i cambiamenti degli oggetti e della disposizione legato alle stagioni sono una serie infinita di incognite che spiazzano il lettore, si fa fatica a ricordare i nomi e ad associarli ad un oggetto reale, e quando finalmente ci riesci ecco che cambiano. La frustrazione dell'autrice in seguito al suo sentirsi inadeguata, incapace, fallita nel rito del tè è solo la proiezione delle sue frustrazioni personali, e una volta che l'effetto del rituale entra nella sua mente applicare quella stessa pace e quell'equilibrio alla sua vita è il naturale passo successivo.
La cosa bella di questo romanzo è che, nonostante racconti di un rituale a noi alieno, i suoi effetti sono comprensibili a tutti, persino a chi legge questa storia non aspettandosi nessuna lezione di vita.
Oltre a questa finalità terapeutica, ovviamente, nel romanzo c'è tutto il fascino per il rito del tè e per la sua elaborata complessità che emerge elegantemente all'improvviso tra un dialogo e una descrizione. Non c'è abbellimento utile, non c'è bisogno di uno stile elaborato, o di aggettivi ricercati, basta la semplicità e per far arrivare al lettore la bellezza di questa esperienza.
Tra noi allieve sfuggirono dei sospiri. A seguire le mani della maestra, per qualche motivo, nel nostro intimo ci eravamo rilassate.Pareva di sentire musica con gli occhi.Eppure la maestra versava solo l'acqua sul tè e lo mescolava in modo del tutto naturale, come se niente fosse.
Questo è solo un piccolo esempio di come la narrazione, semplice e senza fronzoli, arrivi non solo agli occhi del lettore ma coinvolga anche altri sensi, per regalare un'esperienza quanto più vicina a quella vissuta dall'autrice. Ci vuole veramente poco, ma si capisce che sono tutte vere, che non c'è finzione e ci si può fidare dell'autrice e di quello che scrive.

readbyviola's review against another edition

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DNF @ 49%

Realistically, I could finish this book just to finish it but I don't see any point in doing that when I'm most likely going to give it 2 stars.

Some of the reviews say that it gets really good in the last third so I might revisit this in the future... maybe.

lonelyplanetfiles's review against another edition

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4.0

Se o chá já era uma grande paixão minha, nesse momento, ao terminar de ler a última página de The Wisdom of Tea sinto que encontrei o amor da minha vida. Noriko Morishita trata ds suas experiências com o Caminho do Chá de um jeito apaixonante e cheio de espírito.

partycat's review against another edition

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hopeful reflective relaxing slow-paced

3.5

When the time comes to notice something, you will notice it. Everyone matures at a different pace. The insight was just waiting for the right time for you.

I read this book with no previous knowledge about the Japanese Tea Ceremony and loved learning about it as the book went on. Although it doesn't go to deep in to the authors life outside the lessons, when it did it was touching. This was a slow read and a perfect way to start the new year.