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A House To Let by Charles Dickens

pao986's review against another edition

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4.0

4-

"Fu così che la prima volta che guardai la casa sfitta, da quando ero divenuta sua dirimpettaia, avevo su i miei occhiali. [...]
Sapevo già che era una casa con dieci stanze, molto sporca, e molto fatiscente; che le ringhiere erano arrugginite e si stavano scrostando; che c'erano vetri rotti alle finestre, e macchie di fango su altri vetri, a cui i ragazzi avevano mirato; [...] che le finestre erano tutte chiuse da persiane cadenti, o tapparelle, o entrambe; che i manifesti 'Affittasi' si erano accartocciati, come se l'aria umida del posto avesse fatto venir loro i crampi; o erano caduti negli angoli come fossero morti. [...]
Tutt'a un tratto - alla finestra del primo piano, sulla mia destra - in un angolo in basso, attraverso un buco in una persiana o una tapparella - mi accorsi di star guardando un occhio nascosto."


Premesso che un quadro critico e ben articolato su quest'opera e i suoi autori viene fatto nella bellissima introduzione di Camilla Caporicci, che dire su questo breve racconto fatto di racconti?
Anzitutto che voleva essere il consiglio di lettura 'ottobrin-hallowiniana' che invece si è svelato come perfetto racconto da consigliare per un Natale con un bel tocco di suspense. La cornice narrativa creata da Dickens e Collins - una anziana signora che, vedendo un fantomatico occhio apparire nella casa sfitta dirimpetto la sua dimora londinese, viene presa da un'ansia incoercibile che può essere placata solo scoprendo che mistero eventualmente quella casa celi - si adatta bene a contenere quattro racconti (quattro storie di 'fanstami passati', se vogliamo) che svelano la storia della casa sfitta.
Il quadro che viene fuori è armonioso, sebbene ogni autore non rinunci al suo stile peculiare (il capitolo scritto dalla Procter è in poesia), e offre un quadro ben delineato della società vittoriana, dei suoi valori, delle sue contraddizioni, oltre che - chiaramente - una serie di 'ritratti umani' che mostrano empatia, bontà, gentilezza, ma anche crudeltà, grettezza, piccolezza. Il tutto poi è raccontato in modo che mai si perda la suspense, la tensione riguardo al mistero che avvolge la casa, fino al disvelamento nei capitoli finali.
Direi bravi agli autori, ma stiamo parlando di Dickens, Gaskell (e la pletora di sfighe che accompagnano i suoi personaggi), Procter e Collins... il 'bravi!' è quasi scontato.
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