Reviews

Golda sov här by Suad Amiry

serranok's review against another edition

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emotional informative reflective sad medium-paced

4.0

ludovicaciasullo's review against another edition

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4.0

"Golda ha dormito qui", di Suad Amiry, è uscito nel 2013 ed è un ibrido fra inchiesta giornalistica, autobiografia e raccolta di versi.

L'argomento del libro è quella che l'amica della scrittrice/protagonista, Huda, chiama "la più grande rapina immobiliare della storia moderna". La prima storia ad essere raccontata è quella di Andoni Baramki, architetto molto famoso e proprietario di una splendida casa, "la luce della sua vita", costruita nel 1932. Lui e la sua famiglia sono costretti ad abbandonare la villa nel 1948, e rimangono nella Striscia di Gaza come rifugiati. Alla fine della guerra del 1967 Andoni cercherà di rientrare in possesso della sua abitazione, ma si sentirà dire che "la faccenda non è così semplice": pur avendo vinto la causa di sfratto contro l'attuale occupante della casa, Andoni è considerato un absentee, una persona assente. Il libro non spiega nei dettagli il funzionamento di questo concetto, ma ho cercato un po': la Absentee Property Law, introdotta nel 1950, definisce come "assenti" i palestinesi che hanno lasciato le loro case a partire dal 1948, anche se rimasti all'interno del territorio israeliano. Le proprietà di questi "assenti" possono essere acquisite senza pagamento di alcun compenso. La storica Shira Robinson stima che questa legge sia stata utilizzata per espropriare 10.000 negozi, 25.000 edifici, e circa il 60% della terra fertile del paese. Al danno subito da Andoni, si aggiunge una beffa: nel 1983 la casa diventa un museo, intitolato Museo della Tolleranza o Museo della Coesistenza. L'antropologo Thomas Abowd ripercorre questa storia qui.


Tornando al romanzo di Amiry, la seconda storia che racconta è quella di Huda, "perseguitata dal passato e torturata dall'iniquità del presente": ogni volta che può Huda sgattaiola a Gerusalemme Ovest, a vedere la casa dove suo padre e sua nonna hanno vissuto fino al 1948. Dopo la fine della guerra del 1967 Huda, allora bambina, ha visto una volta sola questa famigerata casa. Non dimenticherà mai il modo in cui gli occupanti della loro casa avevano reagito alla loro richiesta di entrare a visitarla. Da quella prima volta in cui fu scacciata e rimandata a Sheikh Jarrah, Huda ha fatto un voto:



sarei tornata a visitare la nostra casa, finché avevo vita
e ci sarei venuta più spesso che potevo.
Perché non ci si dimentichi di chi è questa casa.
Un voto che da allora è diventato un'ossessione
un'ossessione che si è fatta gravosa come la vita stessa



La terza storia raccontata, infine, è quella della suocera di Amiry, che era fuggita dalla sua casa di Giaffa col marito e col figli nel 1948, e che aveva poi ritrovato anni dopo parte dell'arredo della sua villa, "Ma a quel punto non avevamo i soldi per ricomprare il resto dei mobili che ci avevano rubato."

La forma ibrida di questo romanzo mi ha colpito moltissimo: documenta una storia entrando nelle vite delle persone che ne sono state protagoniste, o dei loro figli e figlie, e questo ha reso la lettura estremamente emotiva, ma anche molto "giornalistica". Si tratta di una storia infuriante, ma non manca una certa dose di ironia, sparpagliata con generosità anche nei momenti più tesi. Forse il senso dell'umorismo è un alleato troppo prezioso per chi è così disarmato.

cooeeaus's review against another edition

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3.0

Shocking how a race of people can enter another’s lands, claim those lands as their own with the questionable support of foreign countries and simply throw people out of homes that they own, taking not only the home as their own but also all goods and chattel! Yet this happened in 1948 to these families, they weren’t even permitted to return to homes later and if they did, they found Jews had taken them. It seems they weren’t even given any recompense!


What is appalling is that 72 years later this is still going on in Jerusalem and the world still supports the Jews behaviour! I question our silence as humans to these wrongs. I long ago stopped respecting the Israeli Jewish people, no surprise that the Palestinian people continue to fight back, what choice do they have when they are imprisoned in their own country?

Books like this force us to open our eyes to wrongs committed, advertised as peaceful and righteous!

geenween's review against another edition

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emotional reflective sad fast-paced

4.5

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