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Well, that took a while. It's quite different reading Baudelaire in French after knowing him only in Croatian. I think I'm always going to associate the word "funèbres" with Baudelaire, it felt like every poem contained it even though that's probably not true. The poems are just incomparable; a classic for a good reason!
No soy fan de la poesía. A como yo lo veo le pide... no, le exige al lector paciencia para asimilar cada poema y un bagaje cultural bastantito amplio para decifrar significados y metáforas.
Las Flores del Mal no es una excepción ni me hizo amar la poesía. Sin embargo, hubo, en gran parte, unos poemas que me fascinaron, sobre todo por las temáticas que aborda Baudelaire. Destaco mucho sus poemas de los vinos (ojo con uno que trata sobre un feminicidio), los que hacen referencia directa a lo relacionado con la religión católica (me sentí sucio leyendo La Letanía de Satanás) o sus prohibidos (un amor lésbico en Las Dos Condenadas fue de mis favoritos); otros más bien me pasaron sin pena ni gloria (en serio, Charles, ¿tres poemas sobre gatos?).
En fin, es un poemario que disfruté leer.
Las Flores del Mal no es una excepción ni me hizo amar la poesía. Sin embargo, hubo, en gran parte, unos poemas que me fascinaron, sobre todo por las temáticas que aborda Baudelaire. Destaco mucho sus poemas de los vinos (ojo con uno que trata sobre un feminicidio), los que hacen referencia directa a lo relacionado con la religión católica (me sentí sucio leyendo La Letanía de Satanás) o sus prohibidos (un amor lésbico en Las Dos Condenadas fue de mis favoritos); otros más bien me pasaron sin pena ni gloria (en serio, Charles, ¿tres poemas sobre gatos?).
En fin, es un poemario que disfruté leer.
“My heart is lost; the beasts have eaten it.”
“I am the wound and the blade, both the torturer and he who is flayed.”
“Our mortal eyes, however bright, are only darkened melancholy mirrors.”
“I am the wound and the blade, both the torturer and he who is flayed.”
“Our mortal eyes, however bright, are only darkened melancholy mirrors.”
Quelques bangers mais beaucoup de répétition, et beaucoup de vers sur des femmes à oilp, ce qui va bien deux minutes mais au bout d'un moment j'aurais aimé passer à autre chose.
2.56
Spleen et Idéal - 2.73/5
Fleurs du Mal - 2.54/5
Révolte - 2.33/5
Le Vin - 2.70/5
La Mort - 2.50/5
1861 (La Fin de la Mort) - 2.50/5
Tableaux Parisiens - 2.40/5
Les Épaves - 1.93/5
1868 - 2.04/5
"Intruses" - 2.00/5
2.56
Fleurs du Mal - 2.54/5
Révolte - 2.33/5
Le Vin - 2.70/5
La Mort - 2.50/5
1861 (La Fin de la Mort) - 2.50/5
Tableaux Parisiens - 2.40/5
Les Épaves - 1.93/5
1868 - 2.04/5
"Intruses" - 2.00/5
emotional
mysterious
challenging
dark
reflective
sad
slow-paced
Plot or Character Driven:
N/A
Strong character development:
N/A
Loveable characters:
N/A
Diverse cast of characters:
N/A
Flaws of characters a main focus:
N/A
- Les Fleurs du Mal - recensione
Vale ancora la pena, dopo quasi due secoli dalla pubblicazione, leggere i Fiori del Male di Baudelaire e raffrontarsi con la realtà davanti alla quale essi ci mettono di fronte? Dipende.
Baudelaire, lo si capisce fin da subito dalla prima dedica Au Lecteur, é un assoluto fuoriclasse. La sua continua fuga fuori dagli schemi e rottura con la tradizione nei temi e nell'approccio alla poesia stessa - nella forma, salvo alcune eccezioni, le poesie non si allontanano poi tanto dagli schemi canonici - rendono la lettura se non altro interessante, anche per un lettore di oggi. Il desiderio di confrontarsi con una realtà come quella parigina di metà '800 ci mette davanti ad una città profondamente mutata, progredita attraverso la rivoluzione industriale ma al contempo schiacciata dalla fiumana del progresso. In Baudelaire, al di là della ricerca di sempre nuove forme di escapismo (Le Vin ; Révolte ; La Mort) vive più di tutte forse proprio questa dicotomia: altalenante tra Spleen et Ideal, il poeta è mosso dal desiderio di celebrare l'amore, la poesia e la propria città, placato tuttavia dalla cupa e mesta realtà, che lo getta a cogliere una forma di bellezza che può essere solo decadente (quando non diviene vera e propria bruttura), dei Fleurs che insomma non possono essere che marci e di cui non si può fare altro che documentare e osservare il lento decadimento.
Parigi in Baudelaire è viva proprio perché pregna di movimento, viva perché luogo di dialogo e scontro tra il progresso positivistico e la distruttiva trasformazione della realtà preesistente.
Nella teoria, insomma, tutto è affascinante e perfino accattivante e di componimenti degni di nota (dalla semplice eppur perfettamente rappresentativa scena de L'Albatros, passando per il ritorno all'origine primigenia e terrena di L'Homme et la Mer, fino al decadente quadro urbano de Les sept vieillards), eppure l'opera soffre della sua lunghezza. Le ripetizioni sono molte e le variazioni sul tema catturano il lettore, ma davanti allo stesso principio e alle stesse immagini ripetute, ripetute e ancora ripetute, si rischia di cadere nelle braccia dell'Ennui.
Ciò nonostante, seppur non ottenga un voto pieno, l'opera di Baudelaire resta degna di nota e assolutamente innovativa, ponendosi nonostante tutto come un caposaldo memorabile nella storia della poesia.
Baudelaire, lo si capisce fin da subito dalla prima dedica Au Lecteur, é un assoluto fuoriclasse. La sua continua fuga fuori dagli schemi e rottura con la tradizione nei temi e nell'approccio alla poesia stessa - nella forma, salvo alcune eccezioni, le poesie non si allontanano poi tanto dagli schemi canonici - rendono la lettura se non altro interessante, anche per un lettore di oggi. Il desiderio di confrontarsi con una realtà come quella parigina di metà '800 ci mette davanti ad una città profondamente mutata, progredita attraverso la rivoluzione industriale ma al contempo schiacciata dalla fiumana del progresso. In Baudelaire, al di là della ricerca di sempre nuove forme di escapismo (Le Vin ; Révolte ; La Mort) vive più di tutte forse proprio questa dicotomia: altalenante tra Spleen et Ideal, il poeta è mosso dal desiderio di celebrare l'amore, la poesia e la propria città, placato tuttavia dalla cupa e mesta realtà, che lo getta a cogliere una forma di bellezza che può essere solo decadente (quando non diviene vera e propria bruttura), dei Fleurs che insomma non possono essere che marci e di cui non si può fare altro che documentare e osservare il lento decadimento.
Parigi in Baudelaire è viva proprio perché pregna di movimento, viva perché luogo di dialogo e scontro tra il progresso positivistico e la distruttiva trasformazione della realtà preesistente.
Nella teoria, insomma, tutto è affascinante e perfino accattivante e di componimenti degni di nota (dalla semplice eppur perfettamente rappresentativa scena de L'Albatros, passando per il ritorno all'origine primigenia e terrena di L'Homme et la Mer, fino al decadente quadro urbano de Les sept vieillards), eppure l'opera soffre della sua lunghezza. Le ripetizioni sono molte e le variazioni sul tema catturano il lettore, ma davanti allo stesso principio e alle stesse immagini ripetute, ripetute e ancora ripetute, si rischia di cadere nelle braccia dell'Ennui.
Ciò nonostante, seppur non ottenga un voto pieno, l'opera di Baudelaire resta degna di nota e assolutamente innovativa, ponendosi nonostante tutto come un caposaldo memorabile nella storia della poesia.
dark
emotional
mysterious
medium-paced
Plot or Character Driven:
N/A
Strong character development:
N/A
Loveable characters:
N/A
Diverse cast of characters:
N/A
Flaws of characters a main focus:
N/A
Perfect. The growth, picking, smelling, and rot of evils’ flowers.
emotional
inspiring
relaxing
fast-paced
Plot or Character Driven:
N/A
Strong character development:
N/A
Loveable characters:
N/A
Diverse cast of characters:
N/A
Flaws of characters a main focus:
N/A
3,5.
Es difícil valorar un poemario tan extenso. Muchos de los poemas no me han dicho gran cosa, pero los que son buenos, son excelentes.
Es difícil valorar un poemario tan extenso. Muchos de los poemas no me han dicho gran cosa, pero los que son buenos, son excelentes.