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challenging
dark
emotional
inspiring
sad
tense
medium-paced
dark
emotional
mysterious
sad
tense
fast-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
Yes
It was fine, but I feel like the loose ends are SUPER loose.
2.5/5
Quando, dopo la mostra del padre di Noah, lui ed il suo migliore amico Abdi sono riusciti di nascosto di casa, non era previsto che Noah finisse in coma né che Abdi rimanesse talmente traumatizzato da non riuscire a parlare con nessuno, nemmeno con la sua famiglia. Sarà compito del detective Jm Clemno scoprire cos'è successo veramente quella notte.
Avevo sentito parlare abbastanza bene di Gilly Macmillan e dei suoi romanzi, quindi non vedevo l'ora di recuperarne uno. Sfortunatamente, Cattivi Amici non mi ha fatto particolarmente impazzire.
Innanzitutto io mi aspettavo un thriller e Cattivi Amici non presenta nessuno degli elementi che caratterizzano un thriller (almeno per me): non c'è tensione, non c'è suspense e direi che non c'è nemmeno mistero dato che quello "principale" viene risolto, in maniera abbastanza scontata, a metà del libro e anche tutti gli altri misteri sono prevedibili; il libro mi sarebbe sicuramente piaciuto di più se non l'avessero proposto come un thriller o se l'autrice avesse scelto un altro genere per raccontare la storia di Cattivi Amici.
Comunque, al centro di Cattivi Amici ci sono sicuramente Noah ed Abdi e la loro amicizia: Abdi è un ragazzo somalo che non hai mai conosciuto il suo paese d'origine, essendo arrivato in Inghilterra appena nato; Noah invece è dall'età di otto anni che convive con il cancro. I due si sono conosciuti a scuola e fin da subito hanno stretto una grande amicizia; un'amicizia che però, come si scoprirà nel corso del romanzo, è abbastanza malsana nonostante le famiglie e la scuola pensino il contrario.
L'autrice però non si concentra solo su questa complicatissima ed interessante dinamica, anzi, seguiamo da vicino tanti altri personaggi e non solo assistiamo alle loro reazioni agli sviluppi della vicenda che riguarda Adbi e Noah ma conosciamo anche le loro storie: i genitori di Abdi, per esempio, che a differenza del figlio hanno vissuto per tanti anni in Somalia, ci raccontano com'è essere costretti ad abbandonare il proprio paese d'origine e a doversi integrare in uno nuovo; quelli di Noah invece com'è avere un figlio malato di cancro e la terribile consapevolezza di non potere fare nulla per salvarlo (se non, ovviamente, affidarlo a degli ottimi medici), inoltre in questo caso la madre di Noah ha dovuto affrontare praticamente tutto da sola dato che il padre era spesso in viaggio per motivi di lavoro. Naturalmente, seguiamo anche Jim Clemo e non mancano accenni alla sua vita privata e al passato, nello specifico a quando viveva ancora con i genitori. Attraverso tutti questi personaggi e le loro storie, Gilly Macmillan esplora ed affronta diversi relazioni e temi: relazioni familiari, relazioni di coppia, relazioni abusive; tra i temi più importanti invece c'è sicuramente il razzismo ma anche la violenza sessuale.
Insomma, ne poteva venire fuori un romanzo interessante, forte e commovente peccato che in sole 316 pagine sia praticamente impossibile concedere a tutte queste storyline e a tutti questi temi la dovuta importanza ed infatti, secondo me, l'autrice non ci è riuscita ed è anche per questo se non sono riuscita ad apprezzare Cattivi Amici al 100%.
A proposito dei personaggi, devo ammettere di aver trovato molto più interessanti le loro storie che i personaggi in sé; detto questo, ho preferito la famiglia di Abdi, in particolare mi è piaciuta tantissimo la sorella, Sofia, disposta a tutto pur di aiutare il fratello e scoprire la verità. Il personaggio che mi è piaciuto di meno invece è Jim Clemo, il che è ironico dato che il protagonista della serie è proprio lui; la sua storia meritava certamente più spazio, così come il rapporto tra lui e, più che altro ho trovato il suo punto di vista inutile: dovrebbe essere lui il detective eppure non solo è un altro personaggio a svelarci come sono andate le cose la sera in cui Abdi e Noah sono riusciti di casa di quest'ultimo, ma tutti gli altri personaggi sembravano sempre un passo avanti a lui.
Infine, non sono riuscita ad apprezzare nemmeno lo stile di Gilly Macmillan; avendo letto il libro in italiano però non so se la colpa è da attribuire alla traduzione o proprio allo stile dell'autrice, fatto sta che nemmeno lo stile di scrittura è riuscito a risollevare Cattivi Amici, anzi.
Comunque, nonostante l'esperienza di lettura non sia stata proprio positiva, primo o poi, mi piacerebbe recuperare il primo volume della serie, 9 giorni, dato che ne ho sentito parlare benissimo.
Quando, dopo la mostra del padre di Noah, lui ed il suo migliore amico Abdi sono riusciti di nascosto di casa, non era previsto che Noah finisse in coma né che Abdi rimanesse talmente traumatizzato da non riuscire a parlare con nessuno, nemmeno con la sua famiglia. Sarà compito del detective Jm Clemno scoprire cos'è successo veramente quella notte.
Avevo sentito parlare abbastanza bene di Gilly Macmillan e dei suoi romanzi, quindi non vedevo l'ora di recuperarne uno. Sfortunatamente, Cattivi Amici non mi ha fatto particolarmente impazzire.
Innanzitutto io mi aspettavo un thriller e Cattivi Amici non presenta nessuno degli elementi che caratterizzano un thriller (almeno per me): non c'è tensione, non c'è suspense e direi che non c'è nemmeno mistero dato che quello "principale" viene risolto, in maniera abbastanza scontata, a metà del libro e anche tutti gli altri misteri sono prevedibili; il libro mi sarebbe sicuramente piaciuto di più se non l'avessero proposto come un thriller o se l'autrice avesse scelto un altro genere per raccontare la storia di Cattivi Amici.
Comunque, al centro di Cattivi Amici ci sono sicuramente Noah ed Abdi e la loro amicizia: Abdi è un ragazzo somalo che non hai mai conosciuto il suo paese d'origine, essendo arrivato in Inghilterra appena nato; Noah invece è dall'età di otto anni che convive con il cancro. I due si sono conosciuti a scuola e fin da subito hanno stretto una grande amicizia; un'amicizia che però, come si scoprirà nel corso del romanzo, è abbastanza malsana nonostante le famiglie e la scuola pensino il contrario.
L'autrice però non si concentra solo su questa complicatissima ed interessante dinamica, anzi, seguiamo da vicino tanti altri personaggi e non solo assistiamo alle loro reazioni agli sviluppi della vicenda che riguarda Adbi e Noah ma conosciamo anche le loro storie: i genitori di Abdi, per esempio, che a differenza del figlio hanno vissuto per tanti anni in Somalia, ci raccontano com'è essere costretti ad abbandonare il proprio paese d'origine e a doversi integrare in uno nuovo; quelli di Noah invece com'è avere un figlio malato di cancro e la terribile consapevolezza di non potere fare nulla per salvarlo (se non, ovviamente, affidarlo a degli ottimi medici), inoltre in questo caso la madre di Noah ha dovuto affrontare praticamente tutto da sola dato che il padre era spesso in viaggio per motivi di lavoro. Naturalmente, seguiamo anche Jim Clemo e non mancano accenni alla sua vita privata e al passato, nello specifico a quando viveva ancora con i genitori. Attraverso tutti questi personaggi e le loro storie, Gilly Macmillan esplora ed affronta diversi relazioni e temi: relazioni familiari, relazioni di coppia, relazioni abusive; tra i temi più importanti invece c'è sicuramente il razzismo ma anche la violenza sessuale.
Insomma, ne poteva venire fuori un romanzo interessante, forte e commovente peccato che in sole 316 pagine sia praticamente impossibile concedere a tutte queste storyline e a tutti questi temi la dovuta importanza ed infatti, secondo me, l'autrice non ci è riuscita ed è anche per questo se non sono riuscita ad apprezzare Cattivi Amici al 100%.
A proposito dei personaggi, devo ammettere di aver trovato molto più interessanti le loro storie che i personaggi in sé; detto questo, ho preferito la famiglia di Abdi, in particolare mi è piaciuta tantissimo la sorella, Sofia, disposta a tutto pur di aiutare il fratello e scoprire la verità. Il personaggio che mi è piaciuto di meno invece è Jim Clemo, il che è ironico dato che il protagonista della serie è proprio lui; la sua storia meritava certamente più spazio, così come il rapporto tra lui e
Spoiler
la sorellaInfine, non sono riuscita ad apprezzare nemmeno lo stile di Gilly Macmillan; avendo letto il libro in italiano però non so se la colpa è da attribuire alla traduzione o proprio allo stile dell'autrice, fatto sta che nemmeno lo stile di scrittura è riuscito a risollevare Cattivi Amici, anzi.
Comunque, nonostante l'esperienza di lettura non sia stata proprio positiva, primo o poi, mi piacerebbe recuperare il primo volume della serie, 9 giorni, dato che ne ho sentito parlare benissimo.
It was just ok. Some big reveals felt too telegraphed for me to care. Some of the subplots, like DI Clemo's sister, may pay off in the longer series, but in this book as a standalone, I really didn't care. One storyline I did find particularly touching was the point of view of Noah, the boy at the center of the case. The way Macmillan handled the telling of his perspective alone was strong enough to make me increase my rating by an entire star. I'm not sure I'll seek out the 3rd story in this series - I picked this one up kind of at random before realizing I had already read the first book in the series.
What a phenomenal read. This book had me from the very beginning. I really enjoy the flow to how this author writes and I will be looking for more of her books. This is a great book depicting grief and racial issues. I really enjoyed this read!
There is something refreshingly “no-frills” about Gilly MacMillan’s books, especially this one. There isn’t a twist that takes over the entire story nor are there larger than life characters to impress the reader. This lack of twists and thrills and frills does not mean this book is boring; quite the contrary, I could barely put it down. My compulsion to read was not so much to “find out what happens next!” as it was to enjoy the book. I really liked all the characters, even those that were complicated and unlikable at times; they were realistic. Macmillan handles trauma with care. I’ll definitely continue to read her reserved yet interesting take on the mystery genre.
Yeah okay I stayed up and finished it. Couldn't help myself. Hope there will be more Jim Clemo books coming up.