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436 reviews for:

Band

Domenico Starnone

3.91 AVERAGE

emotional funny reflective sad medium-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: No
Loveable characters: No
Diverse cast of characters: Yes
Flaws of characters a main focus: Yes

«L’architettura aveva assorbito il nostro modo di stare insieme, assegnando angoli per ogni funzione. E sebbene gli spazi fossero grigi, freddi d’inverno e caldissimi d’estate, mai luminosi, essi si erano conformati a consuetudini affettuose, spesso con punte alte di letizia.»

Was really impressed by this biting novella that forensically dissects a relationship through key moments.

What a little firecracker this is. I recently read in an article that in a comparison of contemporary Italian authors, Starnone's writing is the most similar to Elena Ferrante's, and, worshipping as I do on the altar of Ferrante, I wanted to see if this was true. Stylistically and thematically I did see some of the same elements that I enjoy in her writing, but in comparison to her shorter novels, this is quite its own and quite a different achievement. This book is what it feels like to see someone trying to trip you and not being able to react quickly enough to stop yourself from falling, the immediate anger and confusion and hurt and false laughter that follow, which is incidentally what appears to be happening on the cover. I'm looking forward to Lahiri's next translation coming out this summer!
emotional reflective sad tense medium-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: Complicated
Loveable characters: No
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Yes

molto bello, e un buon ricordo che la cosa più importante nella sviluppa di bambini è come i genitori si trattano. la trama generazionale è molto reale, e conversazioni e momenti si possono ricordare per anni, anche senza saperlo consapevolmente. mi avrebbe piaciuto vedere più della esperienza dei bambini, specialmente sandro. mi piace molto come starnone a scritto i caratteri; non mi ha piaciuta Vanda per niente, anche se so logicamente che Aldo non è giusto. ma dopo ho letto le parte di Aldo e Anna, ancora non mi piace, ma capisco perché ha fatto così e ho simpatia per lei. Aldo mi è piaciuto prima, ma davvero è un vigliacco che non ha palle. mi fa ridere come il libro ha finito, ma è giusto e apprezzo l’ironia. aldo è preoccupato di pelle, vanda è preoccupato di come aldo si sente, e sandro e anna sono negli loro propio mondo. labes mi fa triste ma sono felice che non è morto, e spero che i figli di sandro non si sentano come loro due (non penso che questo sarebbe possibile). 

“Come siete buoni tutti con le don-
ne. Avete tre grandi obiettivi nella vita: scoparci, proteggerci, farci male.”

mi è piaciuto questo libro, ma non era così interessante fino alla seconda metà, e vorrei sapere più degli pensieri di sandro e anna e MENO di vanda e aldo. 3.75?/5

Ammetto di essere una lettrice abbastanza equilibrata: tendo a comprare un numero di libri leggermente superiore a quelli che leggo, in modo da avere sempre una scelta abbastanza ampia nel caso qualche congiunzione astrale mi impedisse di andare in biblioteca, ma tendo comunque a leggere ogni libro entro un anno dal loro acquisto, perché tendo ad acquistare solamente i titoli di cui ho una ragionevole certezza di innamorarmi.
Più di tre anni fa, inciampai per caso in una recensione piuttosto ispirata di “Lacci”, e mi sembrò che si trattasse esattamente del libro che faceva al caso mio, pur non conoscendo minimamente l'autore, e senza aver letto alcun altro commento. Pochi giorni dopo, ne vidi una copia in ottimo stato al Libraccio, e l'acquistai subito, certa che l'avrei letto non appena avessi finito le letture che avevo in corso. Ebbene, sono passati più di tre anni, e ogni volta che provavo a sfogliarne qualche pagina mi passava la voglia di leggerlo, e finivo sempre per riporlo sulla libreria.
Quando finalmente mi sono decisa a riprenderlo in mano, non ero più così convinta che si trattasse esattamente del libro per me, ma ho deciso di buttarmi comunque, e ne è risultata una lettura da divorare letteralmente in una sera. Non posso dire che “Lacci” non mi sia piaciuto, ma più che altro non mi ha quasi sfiorata. Il che è già piuttosto significativo, direi.
Forse sono troppo giovane per comprendere appieno tutti i risvolti di una storia del genere (eppure, sono una figlia di una coppia decisamente non perfetta, quindi del tutto estranea a queste vicende non sono), forse non era il momento adatto, forse averlo letto troppo velocemente non mi ha permesso di assimilare al meglio i dettagli, ma a lettura conclusa mi sono resa conto che il mio animo, per tutta la durata della lettura, era rimasto perfettamente tiepido.
Mi è piaciuto molto il modo di architettare la vicenda, la precisione con cui i pochi dettagli si incastrano passando da quella che sembra semplicemente la narrazione dello sgretolarsi di un matrimonio per poi rivelare qualche cosa di più, e mi è piaciuto abbastanza lo stile di Starnone, molto asciutto e diretto (almeno fino ad un certo punto). Eppure, eppure c'era qualcosa che continuava a stonare.
Per carità, le tre voci che compongono quelli che potrebbero essere definiti tre monologhi sono piuttosto incisive, ed è abbastanza interessante (anche se tutt'altro che originale) andare ad indagare quelli che sono i più profondi legami che tengono insieme i membri di una famiglia, che lo vogliano oppure no. “Lacci” è, molto emblematicamente, un romanzo sui lacci emotivi che si possono a volte trasformare in trappole da cui è impossibile scappare, è un romanzo sui vincoli creati dai rapporti umani, che quando perdono di autenticità diventano veri e propri macigni che ti trascinano verso il basso e non ti lasciano andare mai più, nemmeno quarant'anni dopo. E' anche un romanzo che mostra molto bene quanto una famiglia sia solo un delicatissimo gioco di incastri e di equilibri, e come lo spostarsi di un solo elemento crei un'inclinazione di tutto il piano spesso letale anche per i membri che da quello spostamento, apparentemente, non dovrebbero nemmeno venir sfiorati.
Ho letto (ma non ho fatto nessuna ricerca in merito, quindi potrebbe benissimo trattarsi solamente di una mia allucinazione) che si stava lavorando per trasformare “Lacci” in un'opera teatrale: ecco, se da un lato credo che la cosa possa funzionare benissimo a teatro, dall'altro spero tanto che qualcuno lavori a lungo sui dialoghi, che mi sono sembrati proprio la parte più debole: falsi, artificiosi, pieni di retorica e assolutamente irrealistici. Quando due persone litigano, lo fanno per ferirsi, lo fanno con cattiveria, con la volgarità data dal sangue che pulsa nelle tempie. Qui invece ci sono solo frasi perfettamente infiocchettate e inanellate in modo da apparire del tutto perfette, che facciano l'effetto giusto al momento giusto. Ecco, tutto questo ha spento tantissimo l'entusiasmo che avrei potuto provare per questo romanzo.
In conclusione, mi sembra un romanzo scritto con abbastanza perizia, ma in modo banale, che tratta di un tema banale, che ha centinaia di concorrenti simili e mille volte più potenti.
Un romanzo che dovrebbe puntare alle viscere, e che invece ha puntato solo al cervello.

Lacci, romanzo scritto da Domenico Starnone, parla della storia di Vanda, Aldo (e dei loro due figli). È la storia di un tradimento, dunque anche di un matrimonio, ma forse (ancora di più) di una famiglia. Ciò che rende interessante questa lettura è anche la narrazione divisa tra i diversi punti di vista coinvolti: prima Vanda, poi Aldo e poi i loro figli. Tra Roma e Napoli si consuma l'evoluzione dei rapporti di questo nucleo famigliare, fatto di drammi, abbandoni, ma anche di piccoli gesti. Ecco, proprio i piccoli gesti in grado di far riaffiorare sentimenti e sensazioni sono probabilmente i veri protagonisti di questo racconto. Difficile da raccontare e spiegare senza rilevare contenuti chiave della trama. È inoltre un libro breve, che si è guadagnato solo 3 stelle e non 4 perché il finale (il modo in cui è raccontato) mi ha dato l'impressione di essere fin troppo affrettato. Una pecca che invece non ho riscontrato nel film che forse mi è piaciuto ancora di più per questo motivo.

Questa e altre recensioni nella mia newsletter mensile sui libri: https://bit.ly/ponzabook
reflective sad medium-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: No
Loveable characters: No
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: Yes
challenging dark emotional inspiring reflective sad tense fast-paced
Plot or Character Driven: Character
Strong character development: Complicated
Loveable characters: Complicated
Diverse cast of characters: Yes
Flaws of characters a main focus: Yes
dark reflective sad tense slow-paced
Plot or Character Driven: A mix
Strong character development: No
Loveable characters: Complicated
Diverse cast of characters: No
Flaws of characters a main focus: No