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dark
mysterious
tense
slow-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Yes
interesting, but hard to read and get into
funny
mysterious
slow-paced
Loveable characters:
Yes
It was fine but I skimmed through most of it. Where was Jamie? Claire? OK I knew Claire wouldn't be in it but I couldn't get too interested in this story.
If you’ve enjoyed the character of Lord John in the Outlander series, this is worth a listen. Tangled intrigues ensue. Personal matters are explored.
A little slow going, and the whole affair is very complex and confusing. I honestly am not quite sure exactly what happened, even when I reread the part where all was revealed. But it really picked up a few chapters in.
Overall, definitely a historical mystery novel...virtually no romance, thankfully, as it wouldn't have had much of a purpose.
Overall, definitely a historical mystery novel...virtually no romance, thankfully, as it wouldn't have had much of a purpose.
Wasn’t sure if I’d like this based on the reviews, but I was pleasantly surprised. I actually liked Lord John in Outlander and enjoyed reading more about him. He’s funny and adorable. The mystery element was fun and kept me intrigued. Poor John is always in trouble and it’s hilarious. Will be continuing the series for sure.
Quando uno scrittore è bravo, c'è poco da fare, ogni suo romanzo è un piacere.
Nel caso della Gabaldon questo è vero più che mai. Dopo tanti anni a scrivere romanzi storici è inevitabile che abbia sviluppato una certa disinvoltura, la capacità di far immedesimare il lettore nel periodo storico scelto e di farlo sentire tremendamente a proprio agio. Certo, la ricerca storica gioca un ruolo fondamentale, ma è lo stile, è ciò che rende speciale un autore a lasciare il segno.
Io adoro lo stile di Diana Gabaldon, a prescindere da quello che scrive. Potrebbe anche darsi alla saggistica ma sono sicura che il suo senso dell'umorismo secco, tagliente e brillante trasformerebbe qualsiasi cosa in una lettura appassionante. E il suo amore per i dettagli - mai noiosi - riesce a dare un tocco in più anche a scene o a personaggi che di speciale hanno poco.
Quando John Grey fa la sua comparsa nella serie Outlander quasi nessuno lo ha considerato importante o interessante. Con il passare dei romanzi si è preso sempre più spazio, ritagliandosi un ruolo all'interno della serie che si è legato a quello dei protagonisti trasformandosi, così, completamente agli occhi del lettore. John Grey è uno di quei personaggi che passano inosservati ma che hanno tantissimo da raccontare.
La Gabaldon questo l'ha capito benissimo e, infatti, non ha saputo contenere il racconto che stava scrivendo su di lui e si è trovata per le mani un romanzo. Anzi, una serie di romanzi.
Lord John e una questione personale è il primo libro e ha il fantastico compito di farci conoscere il nostro ufficiale. Prestissimo, già dalle prime pagine, John si toglie di dosso quell'aria rigida, freddina, un po' impacciata che gli è rimasta appiccicata da Outlander e, senza farsi pregare, dimostra di avere una mente molto sveglia, di essere brillante e intelligente, e di possedere un senso dell'umorismo tutto suo. Sorprendentemente sentimentale, Grey richiama alla memoria con un'onesta disarmante i suoi ricordi e i suoi sentimenti per...Jamie (sì, lui è lui!) e ci introduce nel delicato mondo dell'omosessualità nella Londra di metà '700. Senza sbandierare ai quattro venti il suo orientamento (anzi, usando cautela e una buona dose di buon senso), John sfrutta le sue esperienze passate, i suoi contatti e le sue capacità per risolvere ben due questioni. Una, la prima, è quella personale: il fidanzato della cugina sembra essere malato di sifilide ma ben presto John si rende conto che l'uomo non è solo un nobile ma un uomo con dei segreti pericolosi. La seconda è l'omicidio di un ufficiale, sospettato di essere una spia e John viene incaricato - suo malgrado - di indagare per scoprire se l'uomo era veramente un traditore e chi lo ha ucciso.
Apparentemente separati i due casi cominciano a intrecciarsi fino ad arrivare ad una risoluzione unica. Non mancano colpi di scena, indagini e intrighi a non finire, e una carrellata di personaggi che accompagnano Grey nelle sue indagini così diversi tra loro, così ben costruiti e particolari, da essere parte stessa della storia. Coerente al suo modo di scrivere, la Gabaldon riesce a rendere divertenti scene banali e interessanti sotto trame che normalmente un autore lascerebbe cadere durante la stesura. Ma lei, che è maestra dei collegamenti, dei dettagli nascosti e dell'usare la semplicità come soluzione unica di una storia, riesce a creare una struttura narrativa che sembra complessa e carica di dettagli ma che, durante la lettura, scorre velocissima, chiara e piacevole e non lascia mai all'oscuro il lettore, non lascia nessuna questione in sospeso e non teme di far vivere ai suoi protagonisti avventure e pericoli.
Al contrario della serie Outlander, quella di John Grey ha un'aria più frivola, meno drammatica, e tende a usare l'ironia come arma per combattere la noia e per portare avanti la storia. E' una versione leggera del classico romanzo della Gabaldon e ha un grosso pregio, per me: riesce a far rilassare e contemporaneamente appassionare il lettore. Coinvolge ma non pesa e non è mai invadente.
Sono così soddisfatta ed entusiasta di questo romanzo che non ci penserò due volte a comprare i due seguiti e tenermeli da parte per i momenti difficili (che, aimé, ci sono sempre).
Nel caso della Gabaldon questo è vero più che mai. Dopo tanti anni a scrivere romanzi storici è inevitabile che abbia sviluppato una certa disinvoltura, la capacità di far immedesimare il lettore nel periodo storico scelto e di farlo sentire tremendamente a proprio agio. Certo, la ricerca storica gioca un ruolo fondamentale, ma è lo stile, è ciò che rende speciale un autore a lasciare il segno.
Io adoro lo stile di Diana Gabaldon, a prescindere da quello che scrive. Potrebbe anche darsi alla saggistica ma sono sicura che il suo senso dell'umorismo secco, tagliente e brillante trasformerebbe qualsiasi cosa in una lettura appassionante. E il suo amore per i dettagli - mai noiosi - riesce a dare un tocco in più anche a scene o a personaggi che di speciale hanno poco.
Quando John Grey fa la sua comparsa nella serie Outlander quasi nessuno lo ha considerato importante o interessante. Con il passare dei romanzi si è preso sempre più spazio, ritagliandosi un ruolo all'interno della serie che si è legato a quello dei protagonisti trasformandosi, così, completamente agli occhi del lettore. John Grey è uno di quei personaggi che passano inosservati ma che hanno tantissimo da raccontare.
La Gabaldon questo l'ha capito benissimo e, infatti, non ha saputo contenere il racconto che stava scrivendo su di lui e si è trovata per le mani un romanzo. Anzi, una serie di romanzi.
Lord John e una questione personale è il primo libro e ha il fantastico compito di farci conoscere il nostro ufficiale. Prestissimo, già dalle prime pagine, John si toglie di dosso quell'aria rigida, freddina, un po' impacciata che gli è rimasta appiccicata da Outlander e, senza farsi pregare, dimostra di avere una mente molto sveglia, di essere brillante e intelligente, e di possedere un senso dell'umorismo tutto suo. Sorprendentemente sentimentale, Grey richiama alla memoria con un'onesta disarmante i suoi ricordi e i suoi sentimenti per...Jamie (sì, lui è lui!) e ci introduce nel delicato mondo dell'omosessualità nella Londra di metà '700. Senza sbandierare ai quattro venti il suo orientamento (anzi, usando cautela e una buona dose di buon senso), John sfrutta le sue esperienze passate, i suoi contatti e le sue capacità per risolvere ben due questioni. Una, la prima, è quella personale: il fidanzato della cugina sembra essere malato di sifilide ma ben presto John si rende conto che l'uomo non è solo un nobile ma un uomo con dei segreti pericolosi. La seconda è l'omicidio di un ufficiale, sospettato di essere una spia e John viene incaricato - suo malgrado - di indagare per scoprire se l'uomo era veramente un traditore e chi lo ha ucciso.
Apparentemente separati i due casi cominciano a intrecciarsi fino ad arrivare ad una risoluzione unica. Non mancano colpi di scena, indagini e intrighi a non finire, e una carrellata di personaggi che accompagnano Grey nelle sue indagini così diversi tra loro, così ben costruiti e particolari, da essere parte stessa della storia. Coerente al suo modo di scrivere, la Gabaldon riesce a rendere divertenti scene banali e interessanti sotto trame che normalmente un autore lascerebbe cadere durante la stesura. Ma lei, che è maestra dei collegamenti, dei dettagli nascosti e dell'usare la semplicità come soluzione unica di una storia, riesce a creare una struttura narrativa che sembra complessa e carica di dettagli ma che, durante la lettura, scorre velocissima, chiara e piacevole e non lascia mai all'oscuro il lettore, non lascia nessuna questione in sospeso e non teme di far vivere ai suoi protagonisti avventure e pericoli.
Al contrario della serie Outlander, quella di John Grey ha un'aria più frivola, meno drammatica, e tende a usare l'ironia come arma per combattere la noia e per portare avanti la storia. E' una versione leggera del classico romanzo della Gabaldon e ha un grosso pregio, per me: riesce a far rilassare e contemporaneamente appassionare il lettore. Coinvolge ma non pesa e non è mai invadente.
Sono così soddisfatta ed entusiasta di questo romanzo che non ci penserò due volte a comprare i due seguiti e tenermeli da parte per i momenti difficili (che, aimé, ci sono sempre).
funny
mysterious
medium-paced
I finally got around to reading this sister series of Diana Gabaldon's. I've meant to for a while, but now that 7 Stones is out, Diana indicates that these should be read first so I needed to get on it! While not quite as wonderful as the Outlander series, it was still great to get more background on Lord John, and even better getting brief glimpses of Jamie (through flashbacks) through Lord John's eyes. Lord John has been a character that I have sort of grudgingly accepted, but this book has given me a greater respect for him. Perhaps if I had have read all the books in the order that Diana had written them I would have liked him more from the start. The story centered mainly around Lavender House, a sort of meeting house for men to liaise with other men in historical London. This is a topic I know very little about, so it was all extremely fascinating to read.