Reviews

Stoner by John Williams

talljoy's review against another edition

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challenging dark emotional reflective sad slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.5

kdrhoton's review against another edition

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5.0

This book gave me the worst case of existential dread but I kinda loved it?

eva_morgan22's review against another edition

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emotional reflective sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.5

jeffrey_taylor's review against another edition

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challenging slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? No

1.0

autumn_in_space's review

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emotional reflective sad slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? It's complicated

4.5

indigo78180's review against another edition

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reflective sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.5

The book is well written, but from a modern standpoint, it's hard to really care about Stoner as a character. I feel like, after finishing the book, the question Stoner poses about his own life about whether it was worth everything is one I pose as well to the story: Did any of it matter? It was surely an interesting book; interesting to see in what ways the ideas in it have become outdated and problematic, interesting to see where it fails to break through. I wouldn't necessarily recommend this book except to those who are interested in studying it. 

irene_marchiori's review against another edition

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5.0

Non è la storia che fa grande un romanzo: la più semplice delle vite può essere la più bella delle storie. William Stoner non ha avventure folli, un rapporto positivo con la moglie o la figlia, molti amici (solo due, uno dei quali morto assai giovane), una carriera brillante, non viaggia, non cambia il mondo. Anzi, appena qualcuno si ricorda che sia esistito. Questo lo sappiamo da subito.
Eppure leggere della sua vita è quanto di più dolce e appassionante si possa trovare in un libro.
Figlio di una coppia di contadini, nato a fine '800, Stoner va a studiare all'università del Missouri, nella facoltà di Agraria. I suoi genitori sono silenziosi, sono formati dal loro lavoro nella terra, e Stoner è cresciuto con la loro vita come unica prospettiva. Anche una volta divenuto studente, lavora per degli amici dei suoi genitori così da potersi garantire vitto e alloggio.
E' l'incontro con la letteratura e con un professore in particolare che gli fa cambiare vita, ma prima ancora facoltà: iscrittosi a Inglese, prosegue nella carriera accademica e un po' per passione e un po' per caso (non lo sceglie lui, ma gli viene detto) diviene insegnante. Ecco che inizia a muoversi in un mondo che ama ma non capisce. E qui risulta importante la sua mancanza di agency, perché ciò che avviene in questi anni è ciò che lo condizionerà maggiormente su tutta la sua vita, ma è qualcosa di cui lui non ha controllo o comprensione. L'Università, lo studio, l'insegnamento, che egli ama, diventano un rifugio da un mondo esterno ricco di minacce, quali la guerra (continuerà infatti a lavorare e non si arruolerà) e i rapporti con gli altri.
Proprio a questo riguardo, il rapporto con la moglie, che si traduce nel fallimento totale di un matrimonio che non era mai davvero decollato, è molto interessante: Stoner non sa cos'è l'amore e crede di amare a prima vista, per poi scoprire di non avere nulla a che fare con la donna che vive con lui e da cui avrà una figlia. Dentro casa si svolge una vera e propria guerra dichiaratagli dalla moglie, in cui la stessa figlia ricoprirà il ruolo di vittima, traviata e "rubata" dalla madre nel suo essere bambina e portata a un matrimonio ancor più disastroso, nonché alla dipendenza dall'alcol. Stoner qui non è senza colpe, perché lascia che tutto questo accada e non interviene mai davvero; nella propria casa non ha potere. E questo è esemplificato perfettamente in un brano in particolare: comprata una casa nuova egli crea il proprio studio, lo crea come aveva immaginato di averlo, come lo aveva sognato, e, semicito, “ricreando quella stanza gli sembrava di ricreare sé stesso”. La moglie allora cosa fa? Lo caccia da quella stanza e lo relega in un’altra, più piccola e dove egli non riesce a lavorare. Stoner, nel suo essere Stoner, non è il benvenuto nella sua stessa casa.
Particolare è poi quella sezione quasi a sé stante che potrremmo intitolare come la "storia d'amore" (come scritto nel libro “così iniziò la sua storia d’amore), che egli ha con una collega più giovane, e che ci fa quasi scorgere uno spiraglio sulla vita che Stoner avrebbe avuto se avesse fatto scelte diverse, più sagge o più rischiose. Il sentimento, l'amore, la clandestinità, l'affinità, aprono un ventaglio di possibilità: lasciare la moglie, lasciare l'Università, cambiare vita! E uno Stoner diverso ci appare davanti agli occhi: da una parte capace di passione e dall’altra, forse, capace di vivere diversamente, in modo più felice. Ma egli decide infine di rinunciare all'amore in vista della vita che già ha, delle responsabilità che si è creato quando ancora non era totalmente consapevole, e il capitolo ha un finale decisamente amaro.
La vecchiaia, il declino, di Stoner, sono state le pagine forse più amare, forse quelle più distanti da me e che varrebbe la pena di rileggere, un giorno. La morte è un altro semplice e asciutto passo della vita, ma che porta Stoner a "tirare le somme": la sua è stata una vita degna di essere vissuta? La risposta alla domanda finale è contenuta in tutte le pagine che sono appena state lette. Con che passione si può amare la vita più anonima!

whitee793's review against another edition

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5.0

“A quarantatré anni compiuti, William Stoner apprese ciò che altri, ben più giovani di lui, avevano imparato prima: che la persona che amiamo da subito non è quella che amiamo per davvero e che l’amore non è una fine ma un processo attraverso il quale una persona tenta di conoscerne un’altra.”

katathomp's review against another edition

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emotional reflective sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? It's complicated
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

😟

annacrew's review against another edition

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inspiring reflective fast-paced

5.0