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The Heart of Man: Its Genius for Good and Evil by Erich Fromm, Ruth Nanda Anshen

valerio18's review against another edition

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5.0

Scritto nel 1964, in un periodo storico attraversato dalla reale paura di una catasrofe nucleare, Fromm analizza come l'amore e l'odio siano più di semplici stati d'animo; essi determinano atteggiamenti precisi del singolo individuo, sia a livello personale che soprattutto sociale.

Il testo si apre interrogandosi su quale sia l'identità dell'uomo: lupo o pecora? Fromm ci accompagna poi, fornendoci una serie di strumenti con cui poter costruire da sé la propria posizione a margine della lettura. Si analizza la presenza del male, come caratteristica "umana", che si presenta sotto forma di violenza. Questa può raggiungere diversi livelli, al cui apice c'è la "necrofilia", o anche amore per la distruzione stessa, tipica di determinati individui, come Hitler, patologici sia a livello individuale che sociale. La necrofilia si rifà quindi ad un amore per la distruzione totale (come dimostrato dalla cronaca degli ultimi mesi del Secondo conflitto mondiale), in quanto il soggetto necrofilo esiste in quanto tale e riconosce il resto che lo circonda come "accessorio", senza quindi dignità.

Opposta alla necrofilia, c'è l'amore per la vita, ossia la "biofilia". Anche questa è tipica di pochi soggetti, come il Buddha o Gesù; caratterizzati dall'amore incondizionato per la vita, a qualsiasi costo. Tutto il resto dell'umanità invece è un prodotto di queste spinte contrapposte, che si realizzano in ciascun essere umano con sfumature e tendenze diverse e profondamente malleabili, soprattutto dalla società che lo circonda.

Fromm si sofferma quindi sul concetto di narcisismo; partendo da un'analisi della posizione di Freud, Fromm analizza come il narcisismo sia tanto più rischioso quando questo mette in piedi una "folie à millions", ossia quando investe un gruppo. Esso si manifesta semplicemente quando soggetti patologici portano il discorso narcisistico individuale su tematiche come la "famiglia", la "razza" o la "nazione", ponendo un atteggiamento violento, chiuso e arazionale contro l'Altro e la Natura, che vengono deligittimate.

L'ultimo problema analizzato da Fromm è quello della "libertà umana", che egli sostiene esistere ma in forma "debole". La sua posizione è quella dell' alternativismo o di un determinismo realistico, come quello di Spinoza, Marx e Freud, che sostiene l'inesistenza del libero arbitrio puro visto che le scelte da noi fatte ci condizionano profondamente; è vero però che l'uomo conserva la possibilità di scegliere, ma questa è da individuare all'inizio delle serie di eventi che poi ci costringono a cambiare e a comportarci in un solo ed unico modo.

Il testo si conclude con parole quanto mai attuali: se vogliamo sopravvivere bisogna scegliere il bene; ma se verrà meno l'empatia verso l'altro, la cura per la natura o la volontà di ascoltare un amico allora nessuna consapevolezza di libertà e coscienza potrà salvarci.

mozartliver's review against another edition

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dark informative reflective slow-paced

4.0

wrongwayhome's review against another edition

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informative reflective slow-paced

3.0

betogzz's review against another edition

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1.0

Da muchas vueltas sobre sus mismas ideas, el primero y último cap son los que valen la pena leer.

pompski's review against another edition

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4.0

Besonders die letzten zehn Seiten haben es mir echt angetan. Das war noch mal eine sehr schöne und auch positive Zusammenfassung. Sonst hätte es wahrscheinlich auch nur drei Sterne gegeben.
Ich finde es immer sehr spannend, Bücher wie dieses zu lesen.
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