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dajna 's review for:
Per mano nel buio
by Valentina Ricci, Barbara Demick
Il libro è una biografia/cronaca romanzata di alcune persone, principalmente donne, vissute e fuggite dalla Corea del Nord. Barbara Demick le ha incontrate nella Corea del Sud, dove lavorava come giornalista, ed è riuscita a farsi raccontare storie molto tristi senza cadere nel melodramma. Tra le sue donne ci sono persone che hanno creduto davvero nel regime nordcoreano e che hanno sofferto nel ruolo di profughi e traditori della patria. Altre erano invece più ribelli, più critiche nei confronti del padre della patria, ma tutte hanno subito uno shock non indifferente passando dalla carestia all'abbondanza di uno stato diviso in due.
Uno dei nostri attori, verso la fine, ammette una passione per [b:1984|5470|1984|George Orwell|https://d.gr-assets.com/books/1348990566s/5470.jpg|153313] e si chiede come l'autore avesse potuto predire, raccontare così bene certi aspetti della vita in Corea del Nord. Non riesco nemmeno ad immaginare che il romanzo di Orwell possa avere attinenza con la realtà, con una realtà, e forse questo è il punto in cui ho capito che stavo leggendo di persone esistenti e non di un romanzo con il lieto fine. Tuttavia ho ben presente che i protagonisti qui citati sono stati quasi tutti dei privilegiati, vuoi per ceto sociale, per doti o per bellezza, per cui mi chiedo quali trattamenti subiscano ancora oggi gli anonimi abitanti delle campagne più lontane da Pyongyang.
Tra le cose che ho imparato: la Corea del sud considera cittadini tutti i coreani, per cui chi riesce a scappare dal nord ha come unico problema varcare il confine, venendo subito accettato dall'altra metà della nazione. Sul come varcarlo, questo confine, il libro presenta diversi esempi, dal viaggio quasi di piacere alla fuga a piedi attraverso la Mongolia ed il deserto dei Gobi.
L'ho trovato istruttivo e contemporaneo, anche se mi sarei aspettata uno stile più freddo, in tono con il grigiore della dittatura di Kim Il-sung e parenti.
Uno dei nostri attori, verso la fine, ammette una passione per [b:1984|5470|1984|George Orwell|https://d.gr-assets.com/books/1348990566s/5470.jpg|153313] e si chiede come l'autore avesse potuto predire, raccontare così bene certi aspetti della vita in Corea del Nord. Non riesco nemmeno ad immaginare che il romanzo di Orwell possa avere attinenza con la realtà, con una realtà, e forse questo è il punto in cui ho capito che stavo leggendo di persone esistenti e non di un romanzo con il lieto fine. Tuttavia ho ben presente che i protagonisti qui citati sono stati quasi tutti dei privilegiati, vuoi per ceto sociale, per doti o per bellezza, per cui mi chiedo quali trattamenti subiscano ancora oggi gli anonimi abitanti delle campagne più lontane da Pyongyang.
Tra le cose che ho imparato: la Corea del sud considera cittadini tutti i coreani, per cui chi riesce a scappare dal nord ha come unico problema varcare il confine, venendo subito accettato dall'altra metà della nazione. Sul come varcarlo, questo confine, il libro presenta diversi esempi, dal viaggio quasi di piacere alla fuga a piedi attraverso la Mongolia ed il deserto dei Gobi.
L'ho trovato istruttivo e contemporaneo, anche se mi sarei aspettata uno stile più freddo, in tono con il grigiore della dittatura di Kim Il-sung e parenti.