A review by doma_22
Il deserto del cuore by Mary Westmacott

4.0

La Christie non ha scritto solo gialli nella sua vita ma anche romanzi rosa con lo pseudonimo di Mary Westmacott, e che io non avevo ancora preso in considerazione e benché lo sapessi non avevano attirato la mia curiosità.
Grazie ala scelta di leggere più libri di un autore, per diversificare, ne ho scelto uno, direi proprio a caso e con mia grande sorpresa mi ha stupito. Non lo considererei nemmeno un vero e proprio romanzo rosa questo libro, Il deserto del cuore, ma una sorta di diario di introspezione, un viaggio nell'io della protagonista, della sua vita, delle sue scelte.
Un viaggio interiore che si svolge in Joan Scudamore mentre è in viaggio da Baghdad di rientro in Inghilterra. Rimasta bloccata in una rest house nel mezzo del nulla, del deserto, aspettando un treno rimasto bloccato per colpa delle piogge insistenti, non le resta altro da fare che pensare tra un pasto e l'altro, i soli punti fissi che delimitano le lunghe giornate.
Una volta che ha esaurito i libri che aveva con se, inizia a ripensare l dialogo avuto appena pochi giorni prima con una sua vecchia amica e compagna di scuola. Da quelle parole, la sua mente inizia a tornare indietro nel tempo, ma anche ad approfondire i reali rapporti col marito, con i tre figli, a come li ha cresciuti ed educati, a come si sono comportati con loro.... Quello che ne esce fuori però è una verità falsata, piena di ipocrisie, di legami non così solidi come vorrebbe credere. E la delusione, la paura, lo sconforto la assalgono, tanto quasi da "farla impazzire ed ammalare".
Perché si, in fin dei conti, Joan è un tantino ipocrita, la sua è una vita fatta di apparenze, solo quelle contano realmente: pensa di aver cresciuto i figli come si deve, sono educati, corretti ma hanno mai ricambiato il suo amore? Sembrerebbe di no visto che appena hanno potuto sono fuggiti via, liberandosi da "quel finto" amore, da quelle apparenze. Lo stesso vale per il marito. Lei lo ha amato con dedizione, lo ha aiutato a fare le scelte giuste eppure, avendolo lontano e pensando alle loro conversazioni, ecco che di nuovo il dubbio l'assale e comprende di avergli fatto fare delle scelte dettate dalla posizione sociale piuttosto che dal vero amore. Di sicuro meglio avere un marito avvocato, ricco, con ottime amicizie che un povero agricoltore, sempre stanco e con pochi soldi per tirare avanti. Eppure le mezze frasi del marito, le frasi allusive dovevano farle capire che qualcosa non è andato per il verso giusto.
Tutte queste paure e l'isolamento la inducono a cambiare, a migliorare e parlare apertamente con il marito ma una volta che rientra nella civiltà, in mezzo alla gente, con l'arrivo del treno e il ritorno in patria, alla sua casa, alle sue abitudini, ecco che i buoni propositi vengono meno gradualmente, il ricordo di quei momenti di riflessione inizia a svanire e tutto torna come prima.
Una storia particolare in cui la scrittrice ci mostra quanto le apparenze, molte volte contano più di una vita reale fatta di veri valori, dell'amore, di un dialogo aperto e non falsato, e di come le paure ci inducano a voler cambiare ma che alla fine, quando tutto passa, passano anche le buone intenzioni.
La scrittrice è perfetta nel descrivere i vari stati d'animo della protagonista, nei minimi dettagli, facendo percepire al lettore, a volte, le sue sensazioni, trasmettendogli il suo "nervosismo".