A review by insomniacsun
The Sword of Kaigen by M.L. Wang

adventurous challenging dark emotional medium-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.5

Partiamo col dire che questo libro mi ha fatto singhiozzare miserabilmente. Scoprire che questo era uno spin-off di una serie interrotta mi è un po' dispiaciuto, ma dopo aver letto il motivo, rispetto e ammiro la decisione dell'autrice. Il suo nuovo libro è un'aggiunta sicura alla TBR. 

Con il cuore infranto e l'anima in pace, dedico una standing ovation a Wang per la sua capacità di sviluppare i suoi personaggi e i loro rapporti in modo così umano e struggente, senza soffocarli con elementi del worldbuilding tipici dei romanzi epic fantasy, bilanciando con maestria magia e protagonisti accattivanti. Per quanto abbia trovato l'arco narrativo di Takeru un po' più sbrigativo di altri, questo non l'ha reso comunque un personaggio debole, narrativamente parlando. 

Per quanto la trama e il suo sviluppo meritino pieni voti, alcune scelte stilistiche mi trattengono dal farlo: la scoperta dei legami di questo libro con una precedente serie ha reso più sensati alcuni miei problemi con la prima parte, quali l'eccessiva esposizione storico-politica in alcuni paragrafi. Suppongo che avrebbero dovuto rappresentare un semplice ripasso o un nuovo POV di una realtà che il lettore aveva già presente, ma da neo-lettrice di questo mondo l'ho trovato un po' ostico.

L'altro aspetto che ho trovato un po' grezzo, è stato l'approccio alla lingua. 
Prima di tutto il modo di rappresentare più dialetti in una stessa conversazione era troppo limitato: finchè si trattava di un'altra lingua solamente, il corsivo andava più che bene. Il problema è partito nell'ultimo terzo del libro, dove più lingue erano parlate simultaneamente. La presenza di traduttori nella mischia poteva essere usato meglio e avrebbe aiutato l'evitare transliterazioni ripetitive con cui l'autrice ha cercato di risolvere la questione. 
Inoltre, ho trovato confusionaria la decisione di non tradurre tutto dal giapponese, che era la lingua considerata principale dal libro: è stata una saggia scelta nei numerosi casi di espressioni e suffissi unici alla lingua, ma mi è rimasto impresso come un semplice conto alla rovescia sia stato semplicemente romanizzato invece che tradotto. 

Detto questo, the Sword of Kaigen rimarrà uno di quei libri a cui non smetterò mai di pensare per il livello d'intensità e coinvolgimento che ha saputo mantenere fino alla fine, soprattutto considerando il mio grande debole per i rapporti familiari intriganti.  

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