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chiara_casoli 's review for:
Il Re giallo
by Robert W. Chambers
Alzai i miei occhi bruciati verso quella luce insondabile e contemplai le nere stelle sospese nei cieli mentre i venti umidi del lago di Hali mi ghiacciavano il volto.
E in quell'istante, lontano, sopra infiniti oceani percorsi da procellose ondate di nuvole, vidi la luna trasudare schiuma e dietro la luna innalzarsi le torri di Carcosa.
Quelle di Chambers sono pagine che sono invecchiate bene: hanno affrontato con dignità lo scorrere del tempo, e si presentano fresche e moderne a più di un secolo di distanza.
Il re in Giallo è una raccolta di dieci racconti che sfuma dall'horror, affrontato nella prima parte del libro, al romantico, presente nella seconda metà. Per quanto io abbia decisamente preferito i primi racconti, anche gli ultimi sono degni di nota e riescono a catturare interesse e creare atmosfera.
L'autore mostra infinita delicatezza sia nell'affrontare il tema dell'orrore, sia nel delineare situazioni più "classiche"; l'horror di Chambers è un horror velato e misterioso, mai diretto od esplicito. Ed è proprio questo il pregio dell'opera, a mio modesto avviso. Si ravvisa qualcosa che sia canale di profonda angoscia e disperazione, ma non lo si analizza; rimane lì, nell'ombra, in agguato ad attendere. Il filo conduttore tra i primi romanzi è proprio questo: il terrificante Re in giallo, con la sua pallida maschera, la sua Carcosa, Hastur, Cassilda, il lago di Hali. Ed un libro che non deve essere letto... Capisco benissimo perché tanti altri autori successivi si siano sentiti ispirati da tutto ciò.
Riguardo la seconda parte, invece, l'unico racconto che non sono proprio riuscita a digerire è La demoiselle d'Ys, e nemmeno Via dei quattro venti mi ha entusiasmata molto. Ciò che davvero è degno di nota è l'atmosfera nostalgica e sognante, oltre che decadente, che Chambers imprime a Parigi, città che mi ha sempre affascinata, ma che solitamente funge solo da teatrino per del romanticismo ordinario; ho apprezzato il vento fresco, senza dubbio.
Una lettura meritevole, in definitiva. I primi quattro racconti sono da cinque stelle e lode!
E in quell'istante, lontano, sopra infiniti oceani percorsi da procellose ondate di nuvole, vidi la luna trasudare schiuma e dietro la luna innalzarsi le torri di Carcosa.
Quelle di Chambers sono pagine che sono invecchiate bene: hanno affrontato con dignità lo scorrere del tempo, e si presentano fresche e moderne a più di un secolo di distanza.
Il re in Giallo è una raccolta di dieci racconti che sfuma dall'horror, affrontato nella prima parte del libro, al romantico, presente nella seconda metà. Per quanto io abbia decisamente preferito i primi racconti, anche gli ultimi sono degni di nota e riescono a catturare interesse e creare atmosfera.
L'autore mostra infinita delicatezza sia nell'affrontare il tema dell'orrore, sia nel delineare situazioni più "classiche"; l'horror di Chambers è un horror velato e misterioso, mai diretto od esplicito. Ed è proprio questo il pregio dell'opera, a mio modesto avviso. Si ravvisa qualcosa che sia canale di profonda angoscia e disperazione, ma non lo si analizza; rimane lì, nell'ombra, in agguato ad attendere. Il filo conduttore tra i primi romanzi è proprio questo: il terrificante Re in giallo, con la sua pallida maschera, la sua Carcosa, Hastur, Cassilda, il lago di Hali. Ed un libro che non deve essere letto... Capisco benissimo perché tanti altri autori successivi si siano sentiti ispirati da tutto ciò.
Riguardo la seconda parte, invece, l'unico racconto che non sono proprio riuscita a digerire è La demoiselle d'Ys, e nemmeno Via dei quattro venti mi ha entusiasmata molto. Ciò che davvero è degno di nota è l'atmosfera nostalgica e sognante, oltre che decadente, che Chambers imprime a Parigi, città che mi ha sempre affascinata, ma che solitamente funge solo da teatrino per del romanticismo ordinario; ho apprezzato il vento fresco, senza dubbio.
Una lettura meritevole, in definitiva. I primi quattro racconti sono da cinque stelle e lode!