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elena_1902 's review for:
L'angelo di neve
by Ragnar Jónasson
Mi spiace di aver dato 3 stelle e non togliermi la soddisfazione delle 4. Vorrei tanto che Goodreads mettesse i mezzi voti!
Il finale, e ciò era quasi prevedibile data la lunghezza breve del libro, è stato a mio parere un po’ troppo veloce. Dico prevedibile anche per il genere, il thriller/giallo, che spesso fa nascere una così grande curiosità perfino nell’autore che lo sta scrivendo che quest’ultimo affretta le cose concludendo. Non si è capito particolarmente bene l’esito del protagonista e di Kristìn, la sua ragazza, con cui tutto è iniziato e sembra piuttosto strano che rimanga un interrogativo e che Ugla, coinvolta in questo triangolo amoroso, non abbia ugualmente avuto nemmeno un accenno a cosa avrebbe fatto con la sua vita giovanile da prendere in mano, data anche l’eredità di Hrólfur. Nìna, allo stesso modo, ha passato una vita di molestie e abusi e poteva avere la sua rinascita dopo la risoluzione del caso che invece non abbiamo visto.
Ho apprezzato la fine “statica” di Karl e Linda: amara, senza nessuna giustizia sacra a prevalere specie su di lui e tutti i misfatti compiuti che rimangono ormai celati sotto la neve, un po’ come tante cose che accadono alla cittadina.
Le descrizioni del bianco paesaggio sono brevi quando efficaci, e il titolo e la prima vicenda sembra quasi metaforico, insieme all’intersecarsi di eventi nel passato avvenuti però in un’altra terra fredda, la Danimarca. La piccola cittadina di ambientazione di questo libro, forse, è più coinvolta nella vita di quanto non sembri quando le valanghe portano aria di silenzio e morte.
E per il mio progetto di scrittura, è tutto particolarmente suggestivo e di nota!
Il finale, e ciò era quasi prevedibile data la lunghezza breve del libro, è stato a mio parere un po’ troppo veloce. Dico prevedibile anche per il genere, il thriller/giallo, che spesso fa nascere una così grande curiosità perfino nell’autore che lo sta scrivendo che quest’ultimo affretta le cose concludendo. Non si è capito particolarmente bene l’esito del protagonista e di Kristìn, la sua ragazza, con cui tutto è iniziato e sembra piuttosto strano che rimanga un interrogativo e che Ugla, coinvolta in questo triangolo amoroso, non abbia ugualmente avuto nemmeno un accenno a cosa avrebbe fatto con la sua vita giovanile da prendere in mano, data anche l’eredità di Hrólfur. Nìna, allo stesso modo, ha passato una vita di molestie e abusi e poteva avere la sua rinascita dopo la risoluzione del caso che invece non abbiamo visto.
Ho apprezzato la fine “statica” di Karl e Linda: amara, senza nessuna giustizia sacra a prevalere specie su di lui e tutti i misfatti compiuti che rimangono ormai celati sotto la neve, un po’ come tante cose che accadono alla cittadina.
Le descrizioni del bianco paesaggio sono brevi quando efficaci, e il titolo e la prima vicenda sembra quasi metaforico, insieme all’intersecarsi di eventi nel passato avvenuti però in un’altra terra fredda, la Danimarca. La piccola cittadina di ambientazione di questo libro, forse, è più coinvolta nella vita di quanto non sembri quando le valanghe portano aria di silenzio e morte.
E per il mio progetto di scrittura, è tutto particolarmente suggestivo e di nota!