A review by dory_a
Neverworld by Marisha Pessl

dark mysterious tense slow-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.0

Beatrice ed i suoi (ex) migliori amici non potevano immaginare che la loro rimpatriata si sarebbe conclusa con la loro morte a causa di un incidente stradale...o meglio, che sarebbero rimasti bloccati nel Neverworld, un mondo posto tra la vita e la morta dove chi ci finisce è destinato a rivivere (potenzialmente all'infinito) il giorno della propria morte. C'è solo un modo per spezzare il ciclo: i cinque ragazzi devono votare, all'unanimità, chi tra di loro merita di sopravvivere, condannando di conseguenza tutti gli altri alla morte. I ragazzi però da tempo non sono più veramente amici ed arrivare ad un voto unanime sembra un'impresa praticamente impossibile; Bea decide allora di sfruttare tutto il tempo che ha ora a disposizione per scoprire finalmente cos'è successo a Jim, ex membro del gruppo nonché suo ex ragazzo, morto circa un anno prima: sebbene infatti per la polizia si sia trattato di suicidio, Bea sa bene che Jim non avrebbe mai compiuto un'azione del genere, senza contare che sono parecchie le cose che non tornano; soprattutto, Bea è convinta che proprio i suoi ex migliori amici sappiano più di quanto abbiano lasciato intendere...

Neverworld è un romanzo che mi interessava da un bel po' di tempo e se in tutti questi anni non ho mai perso interesse è stato solo per un motivo: la sua intrigante premessa che vede un gruppo di (ex) amici che finisce in un mondo posto tra la vita e la morte - il Neverworld, appunto - dove alla fine solo uno di loro ne uscirà vivo. Tutto sommato, secondo me Marisha Pessl ha sviluppato abbastanza bene la premessa (ed il mistero legato a Jim) e quindi da questo punto di vista non posso dire di essere rimasta delusa, peccato che tutto il resto non mi abbia fatto particolarmente impazzire.

Quando si sceglie di basare la propria storia sul meccanismo del loop temporale bisogna sempre gestire la cosa con molta attenzione: sebbene infatti si tratti di un espediente intrinsecamente interessante, c'è anche il rischio (molto concreto) che la storia - a lungo andare - diventi noiosa; nel caso di Neverworld, devo dire che Marisha Pessl è riuscita a ridurre al minimo le ripetizioni ed i momenti noiosi, sfruttando al meglio questo artificio. Ovviamente, a rendere tutto può singolare e dinamico c'è anche il fatto che i personaggi del libro sono bloccati nel Neverworld, questo mondo posto tra la vita e la morte dove ad uscirne vivo sarà solamente uno dei cinque ex amici. Il Neverworld è sicuramente un altro aspetto che ho apprezzato molto di questo romanzo: l'autrice ci descrive bene e subito le sue condizioni, le sue regole, le sue caratteristiche, tenendo però segreto qualche particolare che i lettori scoprono solo in seguito, insieme ai personaggi, ed infatti un'altra cosa che mi è piaciuta parecchio è stata proprio scoprire a mano a mano tutti i segreti del Neverworld. Certo, avrei voluto che Marisha Pessl approfondisse ulteriormente alcune cose di queste mondo e del loop temporale che invece lei ha preferito lasciare al caso, ma tutto sommato, almeno per quanto riguarda questi due aspetti, non posso lamentarmi più di tanto.

La stessa cosa vale anche per quanto riguarda il mistero che ruota intorno alla morte di Jim, ex migliore amico del gruppo nonché ex ragazzi di Bea, morto apparentemente di suicidio un anno prima. Si tratta di un elemento presente fin da subito - dopotutto Bea decide di partecipare alla rimpatriata solo per scoprirne di più su quella fatidica notte - ma che viene ripreso, diventando praticamente il fulcro della storia, solo in un secondo momento, tra l'altro anche in maniera molto intelligente e al momento giusto visto che l'espediente del loop temporale stava iniziando a diventare un po' monotono. In sostanza, nonostante l'ipotesi della polizia, Bea e gli altri personaggi di Neverworld non sono convinti al 100% che le cose siano andate così e quindi decidono di portare avanti loro un indagine, aiutati anche dal fatto che ora nel Neverworld possono fare praticamente tutto quello che gli pare senza doverne poi affrontare le conseguenze. Del mistero devo dire che mi è piaciuto tutto: il momento dell'indagine ma anche la risoluzione ed ho apprezzato pure che l'autrice abbia voluto tenersi un ulteriore asso nella manica fino alla fine del romanzo, rendendo il tutto più sorprendente ed appassionante.

Sfortunatamente, tutto il resto di Neverworld lascia abbastanza a desiderare, almeno per quanto mi riguarda. Innanzitutto, non mi hanno fatto particolarmente impazzire i personaggi, sebbene avessero tutti del potenziale; prima di tutto, li ho trovati tutti - inclusa la protagonista, Beatrice, l'unica di cui tra l'altro abbiamo il punto di vista - estremamente superficiali: ho avuto l'impressione che per Marisha Pessl caratterizzare bene un personaggio significhi semplicemente riassumere le tappe ed i traguardi più significativi della sua vita e dargli una (o più) caratteristica distintiva, abbiamo quindi Kip, il membro LGBTQ+ del gruppo con una vita difficile a causa della mamma bipolare, Whitley la bella e ricca ma facilmente irascibile, Cannon il guru della tecnologia, Martha la nerd del gruppo, Bea il membro mite e noioso e Jim, il leader, quello che li teneva tutti legati. Il mio problema non sta tanto nel fatto che rappresentino tutti degli stereotipi fondamentalmente, ma di non riuscire mai veramente ad uscire dai ruoli che l'autrice gli ha voluto affibbiare. Oltre ad essere molto superficiali poi, sono anche estremamente irrealistici: hanno tutti delle vite esagerate, dei comportamenti esagerati e delle idee esagerate che sono spesso poco adatte a dei ragazzi della loro età (sulla ventina d'anni). Il personaggio migliore - dal punto di vista della credibilità - è probabilmente proprio la protagonista, Beatrice, anche se ammetto di non aver capito perché a questo personaggio sia stata data una vita normalissima, direi anche banale rispetto a quelle degli altri, ed una personalità a tratti molto insipida. L'unica volta in cui ho trovato i personaggi leggermente interessanti è stato quando hanno scoperto di essere finiti nel Neverworld ed ognuno di loro ha naturalmente reagito e cercato di adattarsi in maniera molto diversa alla situazione, senza contare che i cinque ragazzi sfruttano in maniera molto diversa le numerose e singolari opportunità offerte da questo mondo dove le proprie azioni e decisioni non hanno nessuna conseguenza. Tra l'altro, non ho capito la scelta dell'autrice di raccontare la storia solo ed esclusivamente dal punto di vista di Bea, perché sì, va bene, i personaggi di Neverworld nascondono tutti dei segreti, esattamente come Bea ma, giustamente, Marisha Pessl ci fa scoprire il segreto della protagonista solo al momento giusto, una cosa che avrebbe potuto fare anche con gli altri; certo, magari pur avendo il punto di vista di tutti i personaggi, la mia opinione su questi ultimi non sarebbe cambiata ma sono sicura che li avrei quantomeno compresi meglio. Ho poi trovato poco convincente il presunto forte legame che un tempo esisteva tra questo gruppo di amici: sinceramente non ho capito né come hanno fatto questi cinque a diventare migliori amici né come negli anni siano riusciti a mantenere la loro amicizia, né tantomeno come mai alla fine di Neverworld siano riusciti a prendere senza troppi problemi una decisione ed abbiano scelto di far sopravvivere proprio quel personaggio visto che nel corso del romanzo non li vediamo mai veramente recuperare la loro amicizia.

Qualche problema ce l'ho avuto pure con lo stile, problemi che sono diventati sempre più evidenti quando mi sono resa conto che i personaggi e la loro caratterizzazione non sarebbero migliorati e quindi ho cominciato a prestare più attenzione allo stile di Marisha Pessl. In realtà, lo stile dell'autrice di Neverworld sarebbe pure salvabile, tranne per alcuni particolari: l'abuso di metafore e similitudini ed il fatto che invece di rendermi più chiaro un sentimento/un'emozione o un personaggio finivano per confondermi ancora di più e l'assoluta confusione in alcune scene più "d'azione" - in una delle scene clou della storia ancora non ho capito cos'è successo esattamente - che anche dopo averle rilette più di una volta mi risultavano comunque incomprensibili; nel romanzo sono poi presenti anche alcuni dialoghi veramente innaturali e poco adatti a dei ragazzi giovani come i personaggi di Neverworld.

Infine, non ho per niente apprezzato come Marisha Pessl ha deciso di rappresentare ed affrontare il tema della malattia mentale - in particolare il bipolarismo - per non parlare di quanto abbia trovato di cattivo gusto le battute su alcune malattie mentali visto che poi non vengono nemmeno messe in discussione dai personaggi e/o, in qualche modo, dall'autrice.

Insomma, io da Neverworld mi aspettavo decisamente molto di più (purtroppo il fatto di aver aspettato così tanto per leggerlo non ha aiutato), soprattutto dai personaggi dato che ero convinta che mi sarei ritrovata davanti un gruppo complesso e profondamente imperfetto di persone ma comunque realistico e invece mi sono dovuta accontentare di personaggi superficiali e poco credibili. Comunque, se la premessa ed il mistero vi intrigano, io vi direi di provare a dare una possibilità a Neverworld dato che, come ho già sottolineato, sono gli aspetti meglio riusciti; per quanto mi riguarda invece al momento non sono proprio interessata a recuperare qualche vecchio romanzo di Marisha Pessl, ma se dovesse pubblicarne uno nuovo con una premessa interessante tanto quanto quella di Neverworld mi piacerebbe molto leggerlo, anche solo per capire se è un'autrice che fa effettivamente per me oppure no.