A review by pino_sabatelli
Pietroburgo by Andrei Bely

5.0

A cosa servono le classificazioni? È la domanda che mi sono posto mentre leggevo questo bellissimo libro. Perché se è innegabile l’utilità didascalica e didattica di quelle che potremmo chiamare macrocategorie, visto che consentono di essere ragionevolmente certi che quando parliamo di Illuminismo (o di Umanesimo, Rinascimento, Romanticismo e così via) intendiamo tutti, più o meno, la stessa cosa, il discorso cambia radicalmente di fronte al singolo artista. Specie se appartiene alla categoria dei fuoriclasse che, per definizione, sfuggono a qualsiasi criterio ordinatore e tassonomico. Uno come Laurence Sterne, ad esempio, come lo classifichiamo?
Ma la lettura di Pietroburgo mi ha fatto riflettere anche sulla sottile, ma decisiva, differenza che separa il concetto di moderno da quello di contemporaneo. Per me moderno significa qualcosa (o qualcuno) in grado di esprimere lo “spirito del tempo” che sto vivendo; mentre contemporaneo, più semplicemente, è qualcosa (o qualcuno) che storicamente si sovrappone, anno più anno meno, all’arco temporale della mia esistenza. Le due caratteristiche non sempre coincidono, potendo trovarci di fronte opere contemporanee ma assolutamente aliene dallo Zeitgeist, oppure opere non contemporanee eppure assolutamente moderne.
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