A review by blackjessamine
Persepolis by Gianluigi Gasparini, Agnès Nobecourt, Cristina Sparagana, Marjane Satrapi

5.0

"Persepolis" è un racconto disarmante e prepotente, perché fin dalle prime tavole si prende il suo spazio nella mente del lettore e non si smuove da lì, quali che siano le incombenze della vita quotidiana.
Quando leggo qualcosa di autobiografico, solitamente provo un forte impulso a sospendere il giudizio sui contenuti, perché come si può anche solo lontanamente pensare di esprimere un giudizio sulla vita di una persona, come invece faremmo su quella di un personaggio letterario - ché forse Tommaso Pincio quando dice che la letteratura è gossip, ma fortunatamente ci resta ancora quel tanto di remora morale sufficiente dal frenarci quando si parla di vita vera. E che vita, bisognerebbe aggiungere. La voce di Marjane Satrapi è stata una vera e propria rivelazione, un misto di ironia e crudezza e contenuti ricchissimi di spunti di riflessione tali da farmi passare dal pianto alla risata alla voglia di mollare tutto per andare a leggermi qualche saggio che approfondisse un determinato argomento.
Marjane bambina è un personaggio straordinario, che difficilmente dimenticherò: curiosa e appassionata, piena di contraddizioni, di voglia di vivere e di essere felice nonostante le terribili difficoltà in mezzo alle quali è costretta a crescere. E proprio qui credo stia il punto di forza di "Persepolis": la guerra, gli orrori, la repressione, nulla viene nascosto, ma non c'è pietismo, non c'è ricerca del sensazionale né della commozione facile: Marjane parla della sua vita in mezzo alle bombe e al rischio di essere frustata per un rossetto o un sedere che si muove in maniera provocante durante una corsa per non perdere l'autobus, non nasconde nulla ma non cerca nemmeno di strumentalizzare qualcosa di orribile per ottenere un effetto empatico e narrativo migliore.
Ci sarebbe moltissimo da dire su questa graphic novel, che meriterebbe davvero una riflessione più ragionata e sensata, ma ahimè, le contingenze di una vita quotidiana al momento troppo frenetica non lo permettono. Mi riprometto di tornarci sopra in futuro, magari dopo una rilettura (perché questo fumetto non può restare nella massa dei libri presi in prestito dalla biblioteca, ma deve trovare il suo spazio sulla mia libreria).
Credo sia un fumetto che chiunque dovrebbe leggere, dovrebbe essere un titolo da infilare in quelle assurde bibliografie che si rifilano agli studenti con i "consigli di lettura estivi", perché questo memoir è la prova più concreta che io abbia mai incontrato che dimostra come si possa parlare in maniera semplice ma estremamente efficace di tematiche complesse, difficili e fondamentali. Tanto più fondamentali ora, in questo particolare momento storico, in cui parlare di fondamentalismi, di repressioni, di guerre e persone che da queste guerre scappano è sempre più necessario.
E forse dovrebbero leggerlo anche tanti genitori, per capire come l'educazione sia qualcosa di fondamentale, perché ho visto più emancipazione e coscienza di sé in Marjane che in tante persone cresciute in mezzo a tante libertà.