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Vita by Benvenuto Cellini, Ettore Camesasca
3.0

L'ho dovuto leggere per l'università e boy oh boy non riesco a togliermi questo pluriomicida dalla testa. Non è solo la quantità industriale di uscite che ti fanno cascare le braccia o quante leggi quest'uomo può infrangere per poi essere incarcerato per un crimine che non ha commesso e per sodomia (guys non vi importava un cazzo quando ammazzava rivali a destra e a manca, ce l'avete con lui because he kisses his homies senza dire no homo) ma anche il fatto che tutta la sua vita Benvenuto va avanti a scuse, convinto di essere nel giusto no matter what perchè è destinato a un futuro di grandezza, perchè è un qualche tipo di prescelto divino (kinnie moment) fino al momento in cui lentamente scivola nella mediocrità e nell'oblio.
La narrazione finisce all'improvviso, senza un finale soddisfacente, perchè la vita stessa di Cellini non ne avrà mai uno. Finirà la sua vita a scrivere trattati e poi si dimenticheranno della sua biografia per cento e passa anni. La sua è la storia di un fallimento tragico, che si può identificare con l'accoglienza del Perseo, che per Cosimino è "meh"; il suo capolavoro, la statua che doveva redimerlo e portarlo alla fama assoluta piace ma mica tanto e lui continua a rimanere agli occhi degli altri un cazzone casinista che ogni tanto fa l'orefice.
Già da prima del secondo libro sentiamo tutta questa tensione verso il climax della storia, il momento che determinerà se questa è un'epica o una tragedia, c'è tutta la trafila con le caldaie, Benvenuto malato perchè è più bravo lui di ogni medico italiano e alla fine nulla. Non riesce ad arrivare al successo che desiderava, anche perchè la sua è una tensione verso l'infinito che non sarebbe mai stata soddsifatta, ma non fallisce nemmeno spettacolarmente. scivola via nella mediocrità. Questa è la vera tragedia della vita, non il fatto che abbia fallito quanto *come* ha fallito. Perchè let's be honest, quel piccolo patetico narcisista ci si sarebbe buttato a capofitto se avesse avuto la possibilità di una fine tragica, ma non va così: inciampa e BAM! è un vecchietto mediocre che verrà semidimenticato.
Probabilmente c'è qualcosa da dire su come scia degli autori che l'hanno apprezzato e seguito nelle sue manie di superumanismo, Alfieri, Wilde, D'Annunzio, si siano poi spenti molto dopo il loro apice, quando non erano più rilevanti e apprezzati dalla società, ma non credo di saperne abbastanza per discuterne.