A review by fr_eddie
Una boccata d'aria by George Orwell

4.0

Bello e tanto tanto amaro

“E volere una boccata d’aria! Non ce n’è, di aria. L’immondezzaio nel quale siamo immersi raggiunge la stratosfera.”

La vita di George, quarantacinquenne e con una dentiera, che si ritrova a vivere negli anni appena prima della guerra, senza nulla che ami e con una nostalgia per il passato, per il pescare, per uno stagno pieno di grandi carpe.

Un libro che scorre veloce, che ti fa leggere della storia di quest'uomo, dell'epoca in cui è nato e cresciuto che, pur essendo buia (suoi coetanei che muoiono affogati, o in guerra) è il periodo migliore della sua vita. E quando decide di tornare alla sua vecchia città, quando cerca di scappare dalla guerra imminente tornando a "casa", nessuno più lo riconosce e niente è più come prima. Anche lo stagno che tanto lo attirava è sparito: è stato prosciugato e trasformato in una discarica.

Un libro sicuramente deprimente, con la paura non tanto per la guerra che si avvicina ma per come cambierà il mondo alla fine di essa.

L'unica cosa che mi è piaciuta di meno è stato il finale: avrei adorato se il climax del libro fosse stato lo stagno distrutto, ma poi George torna da Hilda, che l'ha scoperto, e il finale è stato molto underwhelming ecco. Se fosse finito qualche pagina prima ok, come se fosse finito con qualche altra frase, ma per quella costruzione molto bella poteva anche trovare un'altra fase di chiusura.

"George Bowling, il figlio di Samuel Bowling, quel Samuel Bowling che per trent’anni si era concesso ogni sabato sera una mezza pinta in quella stessa birreria? Mai sentito nominare."

Il dolore a causa del cambiamento è forte, si può benissimo leggere nel libro, come un calcio nella pancia.

Lo consiglierei? Sì, è scorrevole ed è una bella storia, anche se deprimente.