A review by elena_monti
La schiuma dei giorni by Boris Vian

5.0

La schiuma dei giorni è un mondo caleidoscopico in cui qualsiasi concezione spazio temporale o qualsiasi logica di causa effetto vengono meno.
La dimensione di Vian è uno spartiacque deciso fin dalle prime pagine: disorienta il lettore, respingendolo, oppure lo incanta immediatamente.

Colin è un giovane parigino ricco e annoiato. Passa il tempo dedicandosi a ricette inverosimili, strimpellando bizzarri strumenti, bighellonando con Chick, un ingegnere spiantato e sperperone.
Poi, nella vita di Colin entra, in modo esplosivo, l’amore. Chloè.

L’inizio del romanzo è una celebrazione alla vita, all’amicizia, all’amore. Le prime pagine sono ricche di luce, tutto è giallo, acceso e abbagliante. La vita di Colin sembra non riesca a mantenersi all’interno del libro, ma scappa indomabile sotto forma di nuvole spumose, come Vian stesso: personaggio eclettico, scrittore ma anche musicista Jazz (la musica di Ellington, la colonna sonora di questa storia).

Vian fu vicino alla corrente dell’esistenzialismo francese, ma seppe restare fedele alla sua ironia, omaggiando allo stesso tempo Sartre attraverso un personaggio chiave, Jean Sol Partre.

A lungo andare nella vita di Colin e Chloè la luce però si attenua inesorabile, fino a spegnersi come l’amore, che appena nato, è già condannato a finire.
Il finale è un crescendo cupo di catastrofi, fino al totale buio.
Vian era malato di cuore e sapeva da sempre d’essere destinato a morire giovane.

La schiuma dei giorni è il manifesto di una vita vissuta al massimo, per quel poco che resta. Il trionfo della poesia contro l’inesorabilità della morte e del destino.

La realtà de La schiuma dei giorni assume le dimensioni plastiche a servizio dei giochi di parole, che diventano tridimensionali acquisendo un valore scenico. Tutto molto bello e lontano dall’essere illusorio, nonostante il surrealismo che rende le pagine di Vian più reali, a cominciare da alcune riflessioni sulla borghesia, il lavoro, la libertà individuale.