A review by chiara_calime
Membrana by Chi Ta-wei

5.0

Capita raramente che un romanzo di cui non si sa niente (a parte il genere e la meravigliosa copertina) riesca a diventare una delle letture più sconvolgenti e interessanti dell'anno, ma anzi io direi proprio della mia "carriera" da lettrice.
In poche pagine Chi Ta-wei riesce a dipingere un mondo vivido in cui la società ripiegata su se stessa e ossessionata dall'apparire, sembra incapaci di produrre nuova arte, nuova filosofia, nuova cultura, dove è il novecento a costituire ancora una cristallizzazione culturale immutata e immutabile (è a mio parere davvero rappresentativa la presenza in qualche modo di Pier Paolo Pasolini). In questa cornice, l'autore porta avanti un racconto allo stesso tempo intimo e universale sull'identità e la memoria: cosa ci rende ciò che siamo? I nostri ricordi? E come possiamo sapere se i ricordi che possediamo sono effettivamente nostri? Cosa distuingua a quel punto un essere umano da un androide? Un uomo da una donna? La nostra identità ci rende ciò che siamo perchè ricordiamo o perchè sentiamo?
La vita asociale di Momo è un continuo ripiegarsi verso l'interno di se stessa, separata dall'esterno attraverso una membrana invisibile, allo stesso modo in cui la società è separata dal suo passato e. forse, dalla sua vera identità, dalla membrana costituita dagli oceani. E in questo racconto così denso di tematiche, Chi Ta-wei riesce anche a parlare di identità di genere, di rapporto madre figlia, di sessualità e di tanti altri temi che in maniera quasi soprannaturale non rimangono mai solo superficilai inserimenti in un romanzo giù ricchissimo, ma anzi, sono tasselli di un mondo che è vivivo e profetico anche a leggerlo oggi, 30 anni quasi dalla sua prima pubblicazione in cina.