A review by wotchergiorgia
Le affinità elettive by Johann Wolfgang von Goethe

5.0

Dopo un anno ritorno da Goethe, da quello stesso Goethe che mi ha tormentata per settimane infinite con il suo Werther, da quello stesso scrittore che mi è stato vicino e mi ha fatto compagnia con le sue parole sincere, profonde, sensibili.
Ho fatto ritorno tra le braccia di Goethe dopo un anno esatto e, dopo un anno esatto, continuo ad amarlo e ad essergli amica.
Il suo romanzo, anche questa volta, mi è stato un amico leale e, forse, persino più di un amico: esso è stato per me confidente e - per citare Kafka - esso è stato per me il coltello col quale frugare dentro me stessa. Ho forse capito meglio l’amore, l’essere affini, affinità, ma, soprattutto, l’essere affinità elettive.
- rapporti umani = rapporti chimici - così ho goffamente, ingenuamente, rozzamente scritto a matita a margine di una pagina di questo romanzo. Perché anche noi siamo fatti di elementi chimici, noi siamo chimica, ed è dunque la chimica che ci attrae gli uni con gli altri.
Ho amato questo libro, l’ho amato e me ne sono presa cura tanto quanto, spero, lui abbia avuto cura di me, del mio cuore giovane e colmo di sogni e di speranze, del mio cuore innamorato dell’amore e del romanticismo, e della mia anima forte e fragile a un tempo, cauta e avventata, pacata ed irruente. Goethe si è, un’altra volta, preso cura di me con la più totale delicatezza e gentilezza.
Goethe ha sempre cura di me, si pena per e con me, mi aiuta a gioire e a piangere, a morire e a rinascere. Questo scrittore è la mia medicina, così lo sono i suoi romanzi e questo, questo breve e immenso romanzo, è una autentica professione d’amore incondizionato e puro.