A review by dajna
La giostra del piacere by Éric-Emmanuel Schmitt

3.0

Ma io volevo il lieto fine per tutti, anche per i personaggi più demenziali. Ammetto che mi sarei fermata volentieri a metà, al "vissero tutti felici e contenti". Tuttavia Schmitt, da bravo narratore dello spirito umano, con la scusa di esplorare l'amore e il sesso in place D'Arezzo ci declina i vari modi con cui le persone si ingegnano a rendersi infelici.
Prima di tutto l'ambientazione: la piazza è una delle più belle del Belgio, enfatizzata dalla presenza di pappagalli e cocorite liberate decenni prima da un collezionista. I volatili si sono ambientati e riprodotti, ed ora la loro vita rumorosa e promiscua serve da paragone a quella degli abitanti.
I residenti sono persone importanti, facoltose. Si va dal commissario europeo che ambisce a diventare primo ministro del Belgio al direttore del quotidiano più diffuso, dalla famiglia del banchiere al romanziere di fama mondiale. Un tocco autobiografico, quest'ultimo? Certo non è difficile appore facce di contemporanei alle descrizioni dei personaggi, prima fra tutte Dita von Teese. E il politico con la passione per ogni gonnella, la cui carriera viene compromessa dalla sua dedizione al sesso? Mi verrebbe in mente un altro nome, poco belga...
Schmitt analizza tutte le sfaccettature della sessualità contemporanea, ma non è mai volgare. Abbiamo l'affermata coppia gay e le due lesbiche assai più discrete. Il giovane asessuato e gli scambisti, un po' di sadomaso e l'amore (alla fine) romantico di un paio di teenager.
Il mio preferito è il giardiniere, Hyppolite. E' l'unico a non farsi le proverbiali menate, a parte qualche sbuffo in cui si crede troppo poco intelligente per piacere alla compagna. Io invece ritengo che l'affrontare criticamente il proprio bagaglio culturale sia proprio indice di intelligenza. Ha un che di socratico: nel momento in cui so di non sapere ho anche lo stimolo ad istruirmi. Se credo di conoscere tutto difficilmente farò passi avanti.

Come sempre il romanzo si legge senza fatica, nonostante la mole. Anche se so di ripetermi non posso evitare di parlare della leggerezza con cui Schmitt si insinua nella vita dei personaggi. Nonostante ci siano molti protagonisti, l'impostazione del romanzo rende facile seguirne le vicende. Non sarà il mio preferito, ma è una storia che potrebbe contribuire a far apprezzare di più Schmitt in Italia. Pensateci, per i prossimi regali di natale.